Il deputato del Pd Paolo Ruggirello salva a Trapani il Sindaco Vito Damiano dalla mozione di sfiducia. Seduta fiume quella del Consiglio Comunale di Trapani, ieri riunitosi per votare la mozione di sfiducia al Sindaco Damiano, che rimane al suo posto. Presumibilmente fino al 2017, ormai.
Appello ore 10,45; presenti 21, assenti 9 la seduta è valida.
Primo colpo di scena: assenti due firmatari e comunicazione che i consiglieri Cavarretta, Guarnotta e Mangano cessano di far parte del Gruppo Articolo 4 con effetto immediato e pertanto di transitare da questo momento nel gruppo misto. Il presidente comunica che di conseguenza il gruppo di Articolo 4 viene sciolto e che tutti consiglieri di sua provenienza confluiscono nel gruppo misto. Serpeggia l'idea che sia la prima mossa strategica di smarcamento, visto che il leader di Articolo 4, Paolo Ruggirello, essendo transitato al Pd dovrebbe seguirne la linea, ma non ha intenzione di votare la sfiducia a Damiano.
L'intera seduta si articola intorno ad una celebrazione delle inadempienze e delle incapacità amministrative di Damiano provenienti dalle fila di Forza Italia capeggiate dall'onorevole Mimmo Fazio, il quale illustra i termini della mozione, Si assume la responsabilità di averlo fatto eleggere, prevenendo la naturale osservazione.
Ma è la risposta del Sindaco Damiano che esprime il vulnus della questione: per Vito Damiano, i problemi che riguardano la Città (acqua, pulizia stradale, immondizia, servizi sociali...) non sono di competenza del Sindaco che, aggiunge notevolmente innervosito, non intende prendere in considerazione le associazioni, la stampa, i cittadini stessi.
Si consuma un botta e risposta che fa durare la seduta circa dieci ore, tra il Sindaco e le fila di Fazio e Forza Italia, che poco ha a che fare con la politica, ma tanto col risentimento personale, vendette non consumate per posti di vice sindaco promessi e non mantenuti, per gelosie ed infedeltà. Potremmo usare le parole di Enzo Abbruscato, capogruppo del Pd, che riassume la politica di Damiano nella nota canzonetta "Perchè mi hai portato a Posillipo se non mi vuoi più bene?" riferendosi agli infelici ed ormai corrotti rapporti tra Fazio, D'Alì e Damiano, e mettendo a nudo le strategie delle ultime ore che vedrebbero coinvolti nella nuova giunta di salute pubblica che Damiano si appresta a fare alcuni esponenti del Pd. E non c'è più dubbio, dopo ieri, che il dibattito politico a Trapani non interessi i problemi della Città, ma sia tutto rivolto alla determinazione del potere dentro il centrodestra. Con buona pace del resto del Consiglio Comunale che coglie l'occasione per stare saldamente incollato alla poltrona o, addirittura, scambiarla con una di assessore. Non passa inosservato il voto contrario di Caffarelli, che viola il patto federativo Pd-Psi, nè quello di Art.4, o di Briale che potrebbe entrare nel toto nomi della prossima giunta. Coupe de theatre di Totò La Pica che, votato favorevole, si dimette per coerenza (e per lasciare il posto al successivo in lista, come da accordi col Senatore D'Alì, si dice negli ambienti bene informati...). E dalle fila del Pd, dove il voto contrario di Passalacqua era praticamente annunciato, e che apre una fase diversa sia per il gruppo consiliare, ormai spaccato, sia per le sorti del consigliere dentro il partito stesso (pare verrà deferito agli organismi di garanzia). Ma di più, forse per lo stesso PD, se venissero confermate le indiscrezioni che vogliono il dissenso di Passalacqua strumentale ad un accordo sottobanco, saltato, col Sindaco per una vicesindacatura di Safina o un assessorato, sancendo una ulteriore frattura tra le correnti storiche del Pd trapanese Gucciardi-Oddo.
Ma in questa concitata sessione, non può passare inosservata l'impennata di Mimmo Fazio, fino all'annuncio della propria candidatura: "Mi sento obbligato a tornare a fare il Sindaco di Trapani". Forse è stato un passo falso - come quello di Francesco Salone di presentare la sfiducia prima della votazione del bilancio d'altronde - che brucia definitivamente la mozione.
In questa seduta, più simile ad una puntata di una soap opera, la grande assente è stata lei, la Politica: perchè cosa ne sarà di Trapani, non se ne parla neanche. Nessuno ha un progetto, tantomeno il Sindaco. Che dovrà fare i conti con un Consiglio Comunale che lo ha sfiduciato politicamente, se non numericamente, e con una Città che lo ha già licenziato da un pezzo. Da domani, si apre il totonomi per la nuova Giunta, che stavolta non snobberà i partiti. Falliti i tentativi tecnici e poi politici, a Damiano non resta che affidarsi a S. Antonino [D'Alì]. Che, per dritto o rovescio, resta il grande manovratore e protagonista della politica trapanese.
Di seguito i Voti:
VOTI FAVOREVOLI (15): Giovanni Vassallo,Peppe Guaiana, Francesco Salone, Enzo Abbruscato, Domenico Ferrante, Mimmo Fazio, Andrea Vassallo, Vito Mannina,Tiziana Carpitella, Nino Grignano, Salvo Pumo, Nino Bianco, Totò La Pica, Peppe Ruggirello, Franco Ravazza;
VOTI CONTRARI (11): Peppe Bianco, Pietro Cafarelli , Silvio Mangano, Ninni Passalacqua, Nicola Sveglia, Giorgio Colbertaldo, Francesco Guarnotta, Peppe La Porta, Franco Briale, Michele Cavarretta, Nic Giarratano;
ASSENTI (4): Ninni Barbera, Nicola Lamia, Felice D’Angelo, Peppe Marino.