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26/10/2015 20:52:00

L'irruenza di certa stampa locale contro il Sindaco Di Girolamo e la Giunta

 di Dino Agate -     Da un po' di tempo dopo le ultime elezioni amministrative di giugno, alcune testate locali hanno intrapreso una linea editoriale molto dura nei riguardi del sindaco Alberto Di Girolamo e della sua giunta. Tra queste, "Il Vomere". Non era mai successo che il settimanale marsalese si lanciasse a capo chino contro chi ha amministrato la città. Tra i diversi pezzi pubblicati sul n. 14 del 10 ottobre scorso de "Il Vomere", estraggo dalla prima pagina due titoli: "Le doglie del sindaco e le lettere aperte" e "Sonora sconfitta per il sindaco Di Girolamo e la sua giunta che volevano aumentare le tasse comunali". In tutti e due gli articoli si lanciano accuse di incapacità di governare, condite in salsa di sfottò.

Sia chiaro che ognuno é libero di esprimere le proprie idee, ed un giornale ha il diritto di interpretare a modo suo gli avvenimenti. Ma l'irruenza verbale del settimanale é senza fondamento.

Alberto Di Girolamo é stato eletto da appena quattro mesi. Sfido chiunque a risolvere i problemi decennali della città in quattro mesi. Non penso che se, invece di Di Girolamo, fosse stato eletto l'altro candidato sindaco Grillo, avrebbe avuto la bacchetta magica per rimettere a posto le finanze comunali, e per gestire con efficienza tutti i servizi facendo pagare meno tasse.

Il punto focale delle critiche del settimanale al sindaco é la proposta di aumento della Tasi dall'1,50 per cento al 2,50. Il consiglio ha bocciato la proposta del sindaco e della giunta, che dovranno tagliare le spese o aumentare i tributi per assicurare certi servizi ritenuti indispensabili. A parte il sindaco e la giunta, anche il consiglio dovrà fare la sua parte per riuscire ad approvare un bilancio che possa far amministrare decentemente la città. Non sarà facile se si pensa che 2 più 2 fa quattro, e senza soldi non si canta messa.

Prima di scagliarsi contro sindaco e giunta, sarebbe opportuno dargli il tempo necessario ad operare, che non può essere i primi quattro mesi di lavoro.

Quanto, poi, all'eventuale aumento di imposte e tasse comunali, non é da escludere che sarà necessario farlo. I comuni hanno sempre chiesto una maggiore autonomia finanziaria, ed ora che i trasferimenti statali e regionali sono diminuiti, non possono più aspettare la manna che prima arrivava da Roma o da Palermo. Dovranno, quindi, utilizzare quella loro autonomia finanziaria nei limiti consentiti dalle leggi. Naturalmente gli amministratori saranno giudicati dagli elettori per come hanno saputo utilizzare i proventi tributari. Ma pretendere che non aumentino imposte e tasse, ed anzi li diminuiscano, e aspettarsi che tutti i servizi al cittadino funzionino al meglio, é una illusione, o una cretinata.