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14/11/2015 18:00:00

Tutte storie, nient'altro che storie. Il romanzo è la patria della finzione

 Sono tutte storie, solo storie, nient’altro che storie. Vere o inventate, verosimili o improbabili, continuano a suscitare la nostra meraviglia. Sin dai tempi dell’oralità quando due uomini si incontravano, uno raccontava storie e l’altro ascoltava. Ai bambini si raccontano storie, si diventa grandi imparando storie di ogni genere e per ogni materia. E quando finalmente sei adulto cominci tu a raccontare storie agli altri, a volte anche a te stesso. La narrativa non smette mai d’essere attraente, seppur per un numero esiguo di persone. Il romanzo è la patria della finzione, ogni libro che si apre è un sipario che scivola per lasciare spazio alla scena, alla storia. Nella letteratura, come nella vita, solo chi tace è «sincero»: nell'attimo in cui qualcuno parla a un pubblico non è più «sincero», ma scrittore, o attore, perciò uomo che civetta, come ha detto Sándor Márai. Abbiamo un disperato bisogno della finzione, forse c’è troppa realtà nella vita, più di quanto siamo in grado di sopportare. Sì però ora basta con questo registro accupuso (il termine cupo della lingua italiana non rende giustizia al senso, pertanto non lo baratto). Vi siete accorti vero che sto parlando di storie? L’ho ripetuto solo nove volte fino ad ora. Un po’ di petting letterario per introdurre lui, il primo autore delle storie: Erodoto. Il termine storie pare lo abbia inventato proprio lui. Se fosse un nostro contemporaneo farebbe il reporter per la National Geographic, sempre in giro per il mondo a conoscere costumanze. Riusciva a fotografare, con la penna e irritante pignoleria, costumi e tradizioni di popoli sconosciuti. Voleva sapere tutto, in ogni luogo tormentava i malcapitati che incontrava con estenuanti domande. Volendolo sapere, domandai è la sua frase ricorrente, e se fosse tra noi oggi mi piacerebbe regalargli una maglietta con il suo motto stampato sopra. Talvolta però ci metteva di suo, a quanto pare, ma questo lo fanno ancora molti giornalisti, in pratica non è cambiato granché dal V secolo a.C. Le storie di Erodoto non possono mancare in una libreria seria, vanno lette però con parsimonia: una, due al massimo di seguito. Ti resetta il cervello, spazzola via tutti i pensieri nocivi e dopo si può affrontare anche un classico russo. Insomma, leggetelo senza fare troppe storie.

Katia Regina

Non solo fuffa, tutte le settimane in diretta su rmc101 dalle 8 alle 9 del mattino. In collaborazione con: Ottica Polaris in via Cammareri Scurti a Marsala