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17/11/2015 06:25:00

Trapani.Il terremoto in Cives. Si dimette il presidente Giuseppe Caradonna

 Era stata la vera novità degli ultimi mesi a Trapani. La nascita del Movimento Cittadino “Cives” era apparsa a molti osservatori un ambizioso tentativo di smuovere le paludose e insidiose acque della politica trapanese. La manifestazione, tenuta in un albergo cittadino nel maggio scorso, lo confermava. Una assemblea affollata, a cui parteciparono numerosi cittadini in cerca di aria nuova e di un linguaggio diverso. Il messaggio veniva recepito con un insolito entusiasmo. In una realtà, spesso abbacinata dal disincanto e dallo scetticismo, non era cosa da sottovalutare. Lo intuirono molti rappresentanti di partito e persino i sindaci dell’hinterland trapanese, Giacomo Tranchida, Biagio Martorana, Girolamo Spezia, compreso l’assessore Antonio Giglio ( poco importa se abbandonò la sala per protesta a metà seduta) in rappresentanza di Vito Damiano. Tutti presenti e in prima fila. Persino, sebbene defilato, il “vecchio leone di Guarrato” Bartolo Pellegrino. Lo ricordiamo con un rassicurante sorriso sornione, gli occhi socchiusi e con il mento poggiato sul bastone. Probabilmente l’autentico pigmalione della serata! Non a caso gratificato da un pubblico omaggio reso dal segretario del Movimento, Piero Spina. Un movimento, quello di Cives, con propaggini ramificate fino ad ad Erice con il consigliere comunale Giuseppe Spagnolo e con simpatizzanti nei comuni di Valderice e Paceco. Su cui aveva posto tempestivamente l’attenzione anche Giacomo Tranchida nella prospettiva dei prossimi rinnovi dei Consigli comunali. Insomma, tutto lasciava prevedere che per le prossime scadenze elettorali la centralità del movimento Cives come forza politica innovativa e dirompente e con la quale tutti gli altri avrebbero dovuto misurarsi. Usiamo il condizionale, ormai, perché in questa ultima settimana è accaduto l’imprevedibile che forse segnerà l’inizio della fine. E il ritorno alla normalità. Secondo le previsioni espresseci da qualcuno profondo conoscitore dell’ineluttabilità delle vicende trapanesi. Quando si scorge all’orizzonte un segnale di cambiamento, ci precisa, si materializza subito una mano che blocca il tutto sul nascere. Scetticismo tipico della “sicilitudine” che si respira nella città dei due mari? Non lo sappiamo. A noi spetta solo raccontare i fatti. E i fatti sono tutti racchiusi in due comunicati che ci sono pervenuti in queste ore. Sono entrambi del Movimento “Cives”. Uno firmato dal Segretario Piero Spina e l’altro dal Presidente Giuseppe Caradonna. L’argomento è identico, Cambiamo però i toni e la visione delle cose. Una clamorosa spaccatura tra le due più alte cariche che non lascia spazio ad equivoci e che, crediamo, insanabile. Un vero terremoto. Oggetto del contendere la inopinata recentissima nomina di Spina all’interno della giunta del Comune Di Trapani . Per il segretario, tutto è avvenuto a prescindere dalla mozione di sfiducia fallita a Damiano e completamente priva di significato politico. Non solo. Sostiene che alla decisione si è arrivati dopo una discussione democratica all’interno del Movimento. Scrive, infatti, Piero Spina che “l’individuazione del Segretario è avvenuta ad opera del Sindaco Damiano e ciò solo ed esclusivamente in un momento successivo al voto sulla mozione di sfiducia, avendo lui stesso manifestato la volontà di aprirsi alla società civile e che è scevra da qualunque legame politico e, di conseguenza, prende ufficialmente le distanze da qualsivoglia paternità di natura politico-partitica; la decisione di rispondere positivamente all’invito pervenuto, si ribadisce, direttamente dal Sindaco Damiano, è stata presa in seguito ad un democratico dibattito interno con decisione collegiale del Direttivo”. Diametralmente di segno opposto il pensiero dell’ormai ex-presidente del Movimento Giuseppe Caradonna. Dopo alcuni giorni di riflessione, come egli scrive, ha ritenuto di uscire allo scoperto assumendo una posizione ufficiale su tutta la vicenda. E lo fa con una presa di posizione, che, secondo noi, non dà spazi a ripensamenti o a tentativi di mediazioni. Un’operazione giudicata tout court “ un errore”. Scrive testualmente il già candidato a sindaco alle ultime competizioni comunali, in alternativa a Damiano, “pur con tutta la stima che nutro nei confronti dell’amico Piero, considero un errore l’ingresso di CIVES nella giunta Damiano , visto che questo movimento era nato ponendosi in antitesi a certe logiche tipiche della politica tradizionale. E l’ingresso nella giunta trapanese di centro destra avviene al termine di un’ attività di rimpasto che sa di accordo politico ‘alla vecchia maniera’, con la nomina assessoriale di due consiglieri che hanno votato contro la mozione di sfiducia al primo cittadino.” Ma Spina, preventivamente, aveva messo le mani avanti sostenendo che “alla base di questa decisione si trovano rassicurazioni pervenute direttamente dallo stesso primo cittadino circa margini di operatività e realizzazione che consentiranno al Movimento di continuare l’attività progettuale già portata in passato a conoscenza del Sindaco e quella che in concreto verrà in futuro sviluppata; il nostro unico obiettivo è (ed è sempre stato) contribuire fattivamente alla crescita e al rilancio del nostro territorio”. Affermazioni che non hanno impedito all’avvocato Caradonna di prendere le distanze e di contestare duramente l’operazione politica portata a termine. E lo fa sia sul piano teorico quando sostiene che “ in ossequio all’idea di effettivo rinnovo che ha ispirato la nascita del progetto CIVES , ogni rappresentante di questo movimento avrebbe potuto e dovuto ricoprire cariche istituzionali, non in questa fase, ma soltanto passando dal confronto con gli elettori e quindi, sulla base di un programma, non prima delle prossime elezioni amministrative. Averlo fatto adesso costituisce una grave forzatura, una scelta difficilmente sostenibile e spiegabile”, sia nel merito considerando la delega al bilancio alquanto “scomoda”. Per il semplice motivo che proprio in questo momento, non consentirebbe il conseguimento di risultati significativi. Caradonna infatti, certo che non si possa andare oltre una gestione ordinaria del territorio, conclude il suo ragionamento con un giudizio senza appello. L’ingresso in giunta, sostiene “ va ad inserirsi nell’ambito di un’azione amministrativa svolta dal sindaco Damiano, rispetto alla quale il movimento CIVES si è già espresso in termini assai negativi”. Quindi un netto dissenso rispetto alla scelta adottata, con la decisione irrevocabile di rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente di CIVES , “non senza però rivolgere un affettuoso saluto ai componenti del direttivo ed un sincero in bocca al lupo al segretario Piero Spina per l’impegnativo lavoro che , da qui in avanti, dovrà affrontare”. E tanti saluti a casa, verrebbe da dire. Sull’intera vicenda si sono espressi vari esponenti del Pd. Per Giuseppe Bruno, Presidente Pd Sicilia "La linea del Partito è quella della direzione cittadina di netta opposizione a questa giunta. Eravamo per la sfiducia e per tornare a votare, figuriamoci se possiamo assecondare le scelte di assessori antitetici al nostro progetto di rinnovamento. Noi vogliamo lavorare per costruire il futuro di Trapani senza guardare alle ambiguità ed alla mala politica del passato". Mentre per il deputato regionale Antonella Milazzo non ci sono dubbi sull’atteggiamento da tenere nei confronti alla nuova composizione della Giunta di Trapani. “Deve essere ribadita con forza la linea di una netta opposizione a questa Amministrazione. Il Partito Democratico, con la sua direzione cittadina, il segretario regionale, il segretario provinciale, alla presenza dei suoi deputati ha espresso la necessità di votare la sfiducia a questo Sindaco per l'assenza di capacità amministrativa e programmatica. Carenze che, oggi più che mai, richiedono un'opposizione politica incalzante.” Domenico Venuti, infine, non da sindaco di Salemi, ma da componente della segreteria regionale è lapidario: “Il pasticcio Trapani non sarà il modello su cui fondare il Pd aperto ed inclusivo a cui stiamo lavorando, se qualcuno la pensa diversamente ne tragga le dovute conseguenze. Non si può immaginare un’azione politica totalmente svincolata dagli interessi dei cittadini e legata esclusivamente al raggiungimento di posizioni personali, per di più in sfregio alle regole ed al comune sentire di un partito radicato sul territorio.” Lo scenario politico trapanese riparte quindi con una nuova palla al centro. Saprà il nuovo assessore Piero Spina smentire con i fatti i giudizi negativi che qui sopra abbiamo riportato, soprattutto quello espresso dal suo ex sodale Giuseppe Caradonna? La sfida è aperta. Saranno i cittadini trapanesi a dare l’ultimo verdetto. Sempre che, s’intende, sapranno liberarsi dal lungo stato di torpore in cui sembrano essere risucchiati.

Franco Ciro Lo Re