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30/11/2015 06:20:00

Salemi. Scontro Venuti-M5S sul Bilancio. All'orizzonte un rimpasto di giunta

In principio ci fu Alfano. Il titolare del Viminale fu irremovibile. Il Bilancio consuntivo 2014 degli Enti Locali, secondo il ministro dell’Interno Angelino Alfano, andava approvato entro la scadenza prevista dalla legge. Il 30 aprile. Amen. Lo confermò solennemente nell’aula di Montecitorio. Durante un Question Time rispose negativamente proprio ad una richiesta del Movimento 5 Stelle. Primo firmatario il siciliano Alessio Villarosa, si chiedeva di concedere altro tempo. Una presa di posizione, quella di Alfano, molto diversa rispetto al passato, quando deroghe del genere sono state concesse senza troppe difficoltà. Come mai tanta rigidità mostrata invece nel mese di marzo? Ancora una volta la solita scusa. Ce lo chiede l’Europa, sosteneva Alfano. E l’Italia subisce, gli rispondeva il Villarosa. Aggiungendo, profeticamente, che a subire sarebbero stati tutti gli enti locali , anche quelli politicamente filo-governativi. Gli effetti sarebbero stati pesantissime nei riguardi dei Comuni e nei confronti dei cittadini che avrebbero subito una riduzione dei servizi. Per molte amministrazioni infatti sarebbe risultato difficilissimo rispettare la scadenza a causa del nuovo obbligo previsto dal Decreto legislativo n° 126 del 2014, che prevede il riaccertamento straordinario dei residui da effettuare con riferimento all’1 gennaio  2015 contestualmente all’approvazione del rendiconto 2014. “Per il riaccertamento straordinario dei residui attivi -spiegava il parlamentare 5 Stelle- le amministrazioni si trovano a dover fare un lavoro enorme, a volte su pratiche vecchie anche più di 30 anni”. Un lavoraccio, non da poco, come si vede.

Una notizia apparentemente insignificante, quella che circolò in quel periodo primaverile, in cui si preferisce guardare al futuro con più rosse vedute. In ogni caso, una “non notizia” per il grande pubblico generalista. Quotidianamente giornali e televisioni non privilegiano l’effimero? Il mondo della informazione pilotata non ci trastulla con cronache tra le più frivole o ci angoscia con quelle più truculente? Una notizia dai risvolti troppo tecnici, cui pochi lettori prestano attenzione, o non si pubblica o viene indirizzata solo gli addetti ai lavori. Succede così che il Ministero dell’Interno, con decreto del 16 marzo, abbia prorogato il termine per l’approvazione dei bilanci di previsione 2015 degli enti locali (comuni e province, la dove ancora esistono) al 31 maggio dello stesso anno. Il tutto tra gli sbadigli generali. Cosa volete che interessi a chi deve fare i conti giornalieri con i bilanci familiari? Succede quindi che lo Stato, meglio dire il Governo, non è stato in grado di fornire per tempo agli enti locali i dati relativi ai trasferimenti centrali di cui beneficeranno, né quelli del fondo di solidarietà comunale, né, infine, quelli che riguardano la ridefinizione degli obiettivi del patto di stabilità interno dell’anno in corso. Con la disastrosa conseguenza che i comuni e le provincie non sapevano cosa mettere nero su bianco all’interno dei loro strumenti di previsione economico – finanziaria. E che sarà mai, qualcuno potrebbe obiettare. D’altronde, quella del 2015 non era la seconda proroga? Il Ministero non aveva forse rinviato già una prima volta il termine del 31 dicembre 2014 al 31 marzo dell’anno successivo? E’ bene ricordare a questo punto cosa prevede la legge. Essa impone che i bilanci di previsione debbano essere approvati entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello cui fanno riferimento, per consentire ai comuni di programmare adeguatamente entrate e spese, correnti ed in conto capitale. Senza bilancio approvato, invero, le amministrazioni non sono autorizzate a contrarre obbligazioni, né ad impegnare somme e ad effettuare pagamenti. Per colpa dello Stato, meglio sarebbe dire del Governo, tuttavia, l’andazzo degli ultimi anni è stato quello di spostare il termine per l’approvazione dei bilanci di previsione sempre più in avanti. Al punto tale che si potrebbe affermare che un bilancio di previsione si trasforma, nei fatti, in un conto consuntivo. E i principi di programmazione economico -finanziaria e di tutti gli altri criteri di contabilità pubblica che mirano, ad esempio, ad evitare la formazione di debiti fuori bilancio ed i conseguenti disavanzi di amministrazione? Tutti a farsi benedire! Ma se per un attimo ci limitassimo a ragionamenti su dati oggettivi e non dettati dal pregiudizio politico o dagli stereotipi tipici degli scontri tra maggioranza e opposizione ( entrambi legittimi!) arriveremmo a concludere che il difetto sta tutto nel manico! Contraddizioni create solo da scelte governative. E che non sarà certo una polemica più o meno rovente tra un sindaco e un partito d’opposizione a superarle. Ad esempio, quella che per ora vede protagonisti il sindaco Domenico Venuti e il M5S, l’abbiamo registrata, mutatis mutandis, anche al Comune di Trapani, tra il sindaco Damiano e il Pd. Quasi le stesse parole, gli stessi argomenti e i medesimi toni, ma con ruoli invertiti. Episodi questi, che confondono quel poco di opinione pubblica che li segue e che la porta alla sfiducia nella politica. Eppure, dovrebbero essere questi i momenti in cui fare fronte comune, sviluppando strategie e lotte comuni e non sterili guerre “fratricide”. Ma andiamo alla cronaca politica cittadina di questi ultimi giorni. Il Movimento 5 Stelle di Salemi, tramite un video, ha ritenuto di criticare due esponenti della maggioranza, l’assessore Calogero Angelo e il capogruppo del Pd Antonio Brunetta, accusati di incoerenza per non avere mantenuto la parola data. In occasione di un Consiglio comunale, tenuto nell’ottobre 2014, i due politici promisero che l’approvazione del Bilancio sarebbe avvenuta entro marzo-aprile del 2015. A questa presa di posizione, non ufficiale, ma transitata sui social, è seguita una replica del primo cittadino Domenico Venuti dicendo che i 5Stelle “sono gli unici a non sapere che il 2015, con l’introduzione dell’armonizzazione contabile, rappresenta uno spartiacque perla contabilità degli enti locali. Cambia tutto e si potranno spendere solo i soldi effettivamente disponibili, senza voci di spesa presunte ed ipotetiche. Per arrivare a questo sono state necessarie una serie di operazioni inedite che hanno richiesto tempo e perizia, per di più iniziate tardivamente in quanto la Regione aveva rinviato l’applicazione dell’armonizzazione contabile al 2016, scelta impugnata dal governo nazionale, a cui si aggiunge l’incertezza dei trasferimenti. Si capisce, dunque, come la stragrande maggioranza dei Comuni approvi i bilanci di previsione a fine anno. Risulta pertanto chiaro il dilemma: attacco pretestuoso o scarsa conoscenza della materia? Per fortuna che a Salemi non amministra il Movimento 5 Stelle! A questo, che è sempre attuale, aggiungo che la critica non può fondarsi sulla menzogna, considerato che il consuntivo 2014 è stato approvato dalla Giunta.” Parole dure, come si vede. Ma lo scontro non finisce qui. Contro replica del Movimento con toni ancora più accesi: “Il nostro caro sindaco che, per replicare, si affretta a parlare di bilancio armonizzato dovrebbe sapere che prima di approvare il bilancio 2015, bisogna approvare il consuntivo 2014, la cui scadenza era il 30 aprile, motivo per cui siamo stati commissariati. Non faccia finta che il consuntivo non esista. Dovrebbe sapere, prima di parlare di caos in Sicilia, che in provincia, Comuni come Santa Ninfa, Alcamo, Trapani, Marsala, Favignana, Partanna, Mazara e Campobello hanno già approvato il consuntivo e Salaparuta ha anche approvato il previsionale 2015. Dovrebbe sapere che nei Comuni 5 stelle come Pietraperzia e Ragusa il bilancio è stato approvato questa estate. Quando afferma che ”per arrivare a questo sono state necessarie una serie di operazioni inedite” si riferisca al fatto che spesso ci si reca nei comuni vicini per avere spiegazioni su come redigere un bilancio. La smetta di prendere in giro tutti con i suoi monologhi renziani e soprattutto la smetta di dare colpa agli altri per problemi e disservizi causati da una Giunta inadeguata”. Ma nella replica alla contro-replica dei Penta stellati, il Sindaco olttre che con il Movimento, se la prende anche con il quotidiano del mattino, reo, a suo dire, di non averlo interpellato e di non avere riportato correttamente la notizia sul Consuntivo, già approvato dalla Giunta. Scrive, infatti, Domenico Venuti che “il Movimento 5 Stelle strumentalizzi la realtà dei fatti e aggiunga qualche menzogna a fondamento delle proprie battaglie non è una novità. Ma sono sconcertato dall'atteggiamento di un quotidiano autorevole, che scrive di fatti amministrativi copiando da blog locali senza sentire l'Amministrazione interessata, ad oggi nessuno mi ha cercato, ed omettendo che il consuntivo 2014 è stato già approvato dalla giunta, cosa che non mi sembra secondaria .” Una contrapposizione che sarebbe riduttivo confinarle dentro le ristrette mura cittadine. L’area di prese diposizioni ufficiali è ben vista di quanto si creda. Ha investito persino autorevoli Istituzioni come la Corte dei Conti. E, come se non bastasse, anche il Governo non cessa di alimentare incertezze: ad esempio, come si è detto, per la mancata tempestiva determinazione dei trasferimenti ai comuni. I quali sono costretti a ive alla giornata in stato di ansietà per non potere individuare per tempo le aliquote delle tasse locali che risultano necessarie per assicurare il pareggio di bilancio. Se poi si aggiungono scelte avventate riguardanti il personale, la frittata è fatta! Accennavamo alla Corte dei Conti. Essa, con la delibera n. 18 del 12 giugno 2014 aveva stigmatizzato questo malcostume italico, che prende le mosse, come abbiamo visto, dal ritardo col quale lo Stato adotta le decisioni che incidono sulla finanza locale, precisando che: “Tale situazione sminuisce il ruolo degli strumenti di programmazione che dovrebbero operare in tempi congrui per orientare la gestione dell’esercizio. In tal modo perde di efficacia l’essenziale valenza del vincolo autorizzatorio, connesso con l’approvazione del bilancio di previsione da parte del Consiglio; la gestione finanziaria è condizionata da tale vincolo che definisce i limiti per la realizzazione dei programmi dell’ente ed è strumento fondamentale di garanzia per il mantenimento degli equilibri finanziari del bilancio e della gestione”. Eccetera …eccetera. Tutto fiato sprecato!

Mentre ultimiamo queste note, ci giunge, per vie non ufficiali, la notizia secondo la quale si profilerebbe all’orizzonte il primo rimpasto della Giunta Venuti. Entrerebbero a fare parte della compagine assessoriale Leonardo Costa, Vito Scalisi e Lorenzo Cascio. Si consoliderebbe ulteriormente, in questo modo, il patto di alleanza originario siglato tra gli onorevoli Baldo Gucciardi, Paolo Ruggirello e Mimmo Turano. Secondo una surreale vulgata diffusa nel pomeriggio l’ attuale presidente del Consiglio Cascio, ricoprirebbe entrambe le cariche, in quanto, tra le due, si sostiene, non ci sarebbero incompatibilità. Nulla di più inverosimile. Se è vero, infatti, che secondo l’ultima legge regionale in materia, la metà degli assessori di una giunta può essere anche al tempo stesso consigliere comunale, la stessa cosà non è prevista tra l’essere Presidente del Consiglio comunale e vice-sindaco al tempo stesso. Se così fosse, secondo il nostro modesto parere, sarebbe una abnormità! Ricordiamo l’episodio di un consigliere comunale di Solarino. Pur essendo di opposizione, dopo aver sposato l’assessore con funzioni di vicesindaco, il consigliere fu costretto ad ufficializzare le proprie dimissioni. Figuriamoci se le due più alte cariche comunali fossero ricoperte dalla medesima persona. Ma a Salemi, si sa, il burlone di turno ha sempre buon gioco a diffondere notizie da bar o da avanspettacolo.

 

Franco Ciro Lo Re