Sono un umanista, credente e praticante. A muovermi è una moralità universale, basata sulla comunanza della condizione umana. Questo non mi rende, necessariamente, migliore da quanti hanno scelto un approccio diverso e comunque nel rispetto delle leggi. Sono altro, e questa alterità mi piace.
Non c’è niente di più fastidioso di una redattrice che dovrebbe scrivere di libri ed editoria e, invece, parla di sé. Esattamente quello che ho appena fatto. Già, ma come faccio a parlare dell’importanza degli studi umanistici prendendo le distanze da me? Sono io che penso ciò che sto scrivendo. Pazienza, passerò per una megalomane egocentrica, magari un po’ lo sono davvero.
Questa settimana mi scappa una citofonata, una riflessione intimistica che poco calza con una rubrica letta anche da quanti non mi conoscono, ma, a pensarci bene, calza perfettamente con lo spirito di questa rubrica. Andiamo al sodo. Liceo classico sì, liceo classico no, il dilemma di molti ragazzi nel momento della scelta degli studi superiori. I percorsi per formarsi sono diversi, tutti validi quando ci sono buoni insegnanti e questo vale per tutti gli istituti. Eppure, sono convinta che, qualunque cosa si decida di fare da adulto, si farà qualcosa per l’Uomo. Ingegnere, medico, ciabattino, ristoratore, avvocato, parrucchiere o altro ancora, in ogni caso, l’utente finale sarà l’Uomo. Tra parentesi, da questo elenco escludo volutamente gli intermediatori mobiliari e i politicanti, chiusa parentesi. E allora? Allora è l’Uomo che bisogna imparare a conoscere. Ciò che ha pensato, fatto, sognato. Ci sono due modi per approfondire la conoscenza dell’uomo: il primo studia abitudini o crea bisogni dell’uomo/consumatore, trasforma le informazioni in un algoritmo, lo infila in un software e fa diventare ricco qualcuno. Punto. L’altro modo, quello che molti vorrebbero passasse di moda, si propone agli altri dopo aver compreso la maestosa unicità di ogni essere vivente, e per fare questo ha dovuto imparare lingue morte. Ha ripercorso sentieri battuti già da altri per trovare il proprio o quello a lui più affine. Niente statistiche, solo incertezze, smarrimenti, vertigini confortate dalla passione. L’umanista tesse ogni giorno relazioni umane, trame e ordito che costituiscono un patrimonio condiviso che non produce interessi bancari. È quello che gode della stima del vicino di casa. Credo profondamente nell’importanza degli studi umanistici, credo nel liceo classico e devo restituire un favore al mio liceo classico il Giovanni XXIII di Marsala, lo stesso che ha formato i miei figli e ispirato i loro sogni.
Katia Regina