di Dino Agate - Tutta la provincia di Trapani, con le sue due diocesi di Trapani stessa e di Mazara del Vallo, é venuta agli onori della cronaca per presunte ruberie ed altri reati, che stanno buttando discredito sulle gerarchie ecclesiastiche. Qualcosa di simile a quello che é avvenuto di recente a Roma ed in Vaticano, sta avvenendo dalle nostre parti. Naturalmente si dovranno attendere le sentenze, per avere certezza, almeno quella umana, che veri reati ci siano stati. Ma il quadro accusatorio non é allegro.
Il vescovo di Mazara, Domenico Mogavero, é accusato di aver distratto fondi religiosi per altri fini. La gestione irregolare di quei fondi, attraverso l'economato diocesano, sarebbe stata fatta per fini privati.
I fatti si inseriscono in una più vasta trama di corruttela. Infatti, il riciclo del denaro sporco sarebbe passato per le mani del parroco di una chiesa marsalese, Vito Caradonna, sospeso a divinis, dopo essere stato accusato di violenza sessuale contro un uomo.
Il vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, allontanato dall'incarico, é coinvolto in un processo per appropriazione indebita di un centinaio di migliaia di euro. Su quella distrazione di somme, per il quale é in corso il processo, indagò, inviato dal Papa, il vescovo di Mazara, ora sotto inchiesta. Fece allora una relazione molto critica sulle finanze della diocesi trapanese.
Monsignor Mogavero ha ricoperto per anni prestigiosi incarichi in Vaticano, presso la Cei e alla direzione di un ufficio legislativo. Prima dell'era Bergoglio, era pure noto per la scelta dei vestimenti sacri, che sono stati anche firmati da Armani. Ora che il nuovo papa ha scelto la via della modestia nelle abitazioni e nel vestire, é probabile che le tonache Armani siano state poste in un cassettone.
Il vescovo di Mazara é stato della corrente dei religiosi progressisti. A Mazara esiste da tempo una delle più numerose colonie di tunisini musulmani, che lavorano sulla flotta peschereccia. I rapporti tra questi immigrati e la popolazione locale sono tradizionalmente buoni, e questo é stato anche merito di monsignor Mogavero.
Non ci resta che attendere l'esito dei processi iniziati per avere un quadro veritiero della situazione.
L'avvocato Stefano Pellegrino, uno dei legali del vescovo di Mazara, ha dichiarato che non esistono prove che dimostrino la responsabilità del vescovo, che anzi sarebbe stato quello che ha sollevato il caso, quando si é accorto del passivo e degli ammanchi nella contabilità dei suoi uffici finanziari. Ma quale avvocato non fa dichiarazioni di questo tipo quando si tratta di difendere un cliente? Vedremo il seguito.