Come tutti i nodi, anche quello della Belice Ambiente, prima o poi doveva arrivare al pettine.
Nato con più di un peccato originale, solo chi non conosceva la gravità del problema avrebbe potuto illudersi di un ritorno ad una normale gestione dei rifiuti in tempi brevi.
Da un Ato che, senza avere ancora iniziato l’attività, presentava nel 2004 una fortissima negatività di bilancio e si presentava agli utenti con le bollette a partire dell’annata 2005 inficiate da illegittimità, non ci si poteva attendere null’altro che un epilogo tanto infelice quanto disastroso.
In tutti questi anni la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione fecero strame di una corretta informazione, limitandosi ad un acritico copia/incolla delle note emesse da parte dell’agguerrito ufficio stampa di cui l’Azienda era dotato (pagato con soldi del contribuente).
La gran parte ( per non dire, tutti) dei partiti, nel frattempo o inneggiavano alla “grande conquista” o mettevano la testa sotto la sabbia come gli struzzi, per non vedere e sentire l’allarme lanciato da alcune Associazioni di consumatori, prima tra tutte, la Mosaico, costituitasi liberamente con rappresentanti in tutti gli 11 paesi dell’Ato. Memorabile la partecipazione , con collegamento diretto Tv da Gibellina, alla trasmissione Mi manda Rai3.
Novella Cassandra, non venne ascoltata, nonostante che i cittadini, nel frattempo, avessero vinto i ricorsi contro le bollette illegittime emesse dalla Belice Ambiente da 2005 al 2009. Troppo forti gli interessi in ballo.
Si consumava così, sotto gli occhi di tutti, uno dei più grandi malaffari degli ultimi decenni, rivelandosi, per dirla con il commissario Sonia Alfano, come “Il manuale della perfetta organizzazione a delinquere, dove hanno mangiato tutti”. A cui si è ultimamente aggiunto anche lo stesso Raffaele Cantone, il magistrato alla guida dell'Autorità Anticorruzione che ha certificato il disastro del sistema, sia nella raccolta, che nella gestione e negli appalti e nella riscossione delle tasse legate al servizio. Per capire di cosa si sta parlando, un esempio, tra mille. Riguarda il famigerato conferimento di 15 mila tonnellate di rifiuti provenienti dallo Stir di Napoli.
Negato spudoratamente, in un primo momento, il tutto nel maggio scorso è stato svelato sempre dalla Alfano ( perché viene tanto contestata ?) quando dichiarò che “le 15 mila tonnellate provenienti da Napoli prima di arrivare nella discarica di Campobello di Mazara, sono passati dal centro di Alcamo. Dagli atti risultano provenire da Alcamo.” Elementare, Watson!
Altro che Ambito Territoriale “virtuoso”, come per anni veniva propagandato. Un’apologia ben orchestrata, direttamente proporzionale alla massa di danaro pubblico gestito allegramente. E a cui non fu esente persino una nota associazione ambientalista, che attribuì all’Ambito meriti inesistenti, come, ad esempio, percentuali di raccolta differenziata da paesi del Nord Europa. Per non parlare dell’eterno balletto di cifre riguardante i ricavi e le perdite.
L’unico dato certo di questa tragicomica pantomima è stata la situazione precaria dei dipendenti che scendono materialmente nelle strade.
Un ritardo cronico dell’erogazione degli stipendi arrivato anche a 5-6 mensilità, consolidato negli anni, e che ha dato la stura alla “guerra tra poveri” , una vergognosa strumentalizzazione tendente ad accattivarsi di volta in volta la gratitudine da parte dei lavoratori.
“Grazie alla mia magnanimità, mi sacrifico, faccio un versamento per farvi avere un acconto…”, questo il triste ritornello recitato da alcuni sindaci e che abbiamo sentito in questi anni. Ad onor di cronaca c’è da precisare che il Comune di Salemi si è messo al passo con i pagamenti sia con la Belice sia con i dipendenti. Oggi è uno dei pochi che nulla più deve di arretrati. Una ragione di più per avere fatto sobbalzare dalla poltrona il sindaco Domenico Venuti nel leggere la nota 372 del 1 febbraio, inviata via mail dalla Commissaria Sonia Alfano con la quale veniva comunicato l’interruzione del servizio a partire da martedì 2 febbraio. Interruzione, dovuta all’assenza di fondi per i mancati versamenti da parte di alcune delle amministrazioni comunali interessate.
Ciò comporterà il blocco totale del servizio di raccolta rifiuti nei comuni di Petrosino, Mazara del Vallo, Castelvetrano, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Gibellina, Vita e Salemi che rientrano nell’Ambito Territoriale Ottimale TP2.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Alcune vere e sentite. Come quelle dei Comuni di Partanna, Salemi e Petrosino.
Altre rituali. Come quelle di alcuni sindacati che in questi 10 anni hanno brillato per la loro assenza, sempre restando in superficie e senza mai andare al nocciolo della questione.
Oggi si ricordano che “il blocco del servizio preannunciato crea una condizione di grave pregiudizio sia per la pubblica salute sia per il futuro degli oltre 300 lavoratori della Belice Ambiente, che tra l’altro non ricevono le mensilità da molti mesi, finora hanno portato avanti comunque il servizio con spirito di responsabilità. Sollecitiamo, infine, i comuni soci a compiere un atto di responsabilità versando le quote dovute“.
Già, i comuni inadempienti.
Perché non dicono quali sono? Sparare nel mucchio, a quanto pare, è un vizio atavico che stenta a scomparire.
Se il sindaco di Partanna Nicolò Catania invita i cittadini alla massima collaborazione e a non depositare la spazzatura preannunciando “diffide ed i provvedimenti necessari al fine di ripristinare immediatamente il funzionamento del servizio”, l’assessore di Petrosino Luca Badalucco, va sul melodrammatico- “sono momenti tragici”, dice- pensando al Carnevale che si avvicina e “ Petrosino non può avere le strade colme di spazzatura.” , è il sindaco di Salemi Domenico Venuti ad usare i toni di un vero e proprio cahier de doléances.
E ne ha ben donde, diciamo noi.
Con la consapevolezza di chi ha operato bene fino a questo momento, ci va giù duro il giovane sindaco della città normanna. “Apprendo con amarezza dell'ennesima battuta d'arresto per il servizio di raccolta dei rifiuti, questa volta a tempo indeterminato”, inizia così il suo sfogo.
“In questi diciannove mesi, da sindaco,”- continua- “ ho provato con fatica a fronteggiare le difficoltà strutturali del settore per tamponare le esigenze quotidiane e mantenere il servizio ai limiti della decenza, stimolando al contempo, insieme ad altri colleghi, un ragionamento di prospettiva per far tornare la SRR in pista verso il nuovo corso. Abbiamo approvato, entro il termine del 15 luglio, il piano ARO, necessario per far tornare la raccolta in capo al comune e per l'avvio della raccolta differenziata. Il comune di Salemi ha pagato fino all'ultima fattura emessa nel 2015 e per iniziare a liquidare il 2016 si attende soltanto la oramai imminente apertura del servizio di cassa”. E quindi? Scriviamo una parola fine a questo eterno gioco delle parti, sembra voler dire Venuti. E “Non ho mai esitato a prendere posizioni chiare nei confronti dei comuni che non versando, in tempi ragionevoli o affatto, gli importi dovuti all'ATO per il servizio, hanno arrecato problemi seri al prosieguo dello stesso”, dice con convinzione.
Ma non si ferma qui. Non ci sta con la decisione presa dalla Commissaria straordinaria Alfano. Una presa di posizione solo apparentemente salomonica. In questo modo piange il giusto per il peccatore.
“Penso che la scelta avventata (quella di Alfano, NdR) di interrompere il servizio con tanta brutalità non sia conducente a stimolare chi, sbagliando, si ostina a non pagare. Penso che da questa contrapposizione insanabile tra il commissario dell'ATO e il sindaco di Mazara, di cui abbiamo letto romanzi fino ai giorni scorsi, ne stia derivando un enorme danno ai cittadini di questo territorio ed al territorio stesso, sia in termini di vivibilità che d'immagine. Tutto ciò è inaccettabile, come inaccettabile è il fatto che il comune di Salemi, pur avendo pagato, venga indistintamente annoverato tra i responsabili dell'interruzione di pubblico servizio, della quale semmai altri si stanno rendendo responsabili in queste ore, lasciando mezzi funzionanti fermi e personale in servizio, ma inattivo, mentre i rifiuti invadono le strade.”
Come dargli torto? Ma gli interessi sono fortissimi. E’ un caso che fino a questo momento nessuna autorità ha voluto o potuto fare chiarezza sulla vicenda chiamata “Belice Ambiente”? Iniziata nell’anno di grazia del 2004 non s’intravede ancora un epilogo che faccia giustizia di tutto. Come nelle migliori storie sicule, quando politica, affari e delinquenza si siedono allo stesso tavolo.
Intanto Domenico Venuti confida “nell'intervento immediato delle autorità preposte per porre fine a questa situazione insostenibile e dannosa per tutti, una guerra tra poveri fatta di responsabilità pesanti e scaricabarile insopportabili. Avvisando i cittadini dei disservizi inevitabili dei prossimi giorni, voglio rassicurarli che non lascerò che la nostra città venga seppellita dalla spazzatura mentre questi signori continuano a litigare”.
Da uno studio analitico di alcuni anni fa, apprendemmo che l'Ato avrebbe avuto bisogno mensilmente di 1.500.000 euro circa per pagare dipendenti e i fornitori essenziali. Cosa mai concretizzatasi. Chiunque, anche un ragazzino delle elementari, avrebbe capito che la baracca non poteva reggersi all’infinito. Che, prima o poi, il giocattolo si sarebbe rotto. Cosa che puntualmente è accaduta.
Il dramma di tutta questa storia è che i responsabili di cotanto scempio sono ancora presenti, chi in prima linea, chi dietro le quinte, a dettare l’agenda.
Franco Ciro Lo Re