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17/02/2016 08:50:00

Trapani, un anno fa la morte di Daniel, il bimbo di due anni per una meningite non curata

 E' passato un anno dalla morte a Trapani di Daniel Cesanello nel reparto di Pediatria dell'ospedale Sant'Antonio Abate,  dove si trovava ricoverato da qualche ora. 

La mattina il piccolo si trovava all'asilo nido di Pietretagliate. Qui a un certo punto della mattinata il bimbo viene colto da un grave malessere: l'insegnante chiama i genitori, questi pensano prima di portarlo dal medico di famiglia ma il bimbo inizia a vomitare e preferiscono andare al pronto soccorso del Sant'Antonio Abate. Quando il piccolo giunge in ospedale ha la febbre altissima, viene perciò ricoverato al reparto di pediatria. Qui viene subito visitato e gli viene diagnosticata una forma influenzale. Prima di essere dimesso gli somministrano una Tachipirina. Il bimbo con i genitori torna a casa. Ma la situazione inizia a precipitare, il bimbo non migliora e attorno alle 20 di sera i genitori chiamano il medico di famiglia al quale dicono che, oltre alla febbre, al bimbo sono comparse delle macchie sul petto. Secondo il medico potrebbe trattarsi di rosolia. Ma il bimbo viene colto dalle convulsioni e i genitori preoccupati decidono di ritornare in ospedale. Ancora la stessa trafila, prima il pronto soccorso, poi il reparto di pediatria. Ed è qui che a cinque ore dal ricovero il piccolo muore. Ora il suo corpo si trova nella camera mortuaria dell'ospedale. Questa l'intervista del papà di Daniel, Gaetano Cesanello, qualche giorno dopo il decesso:

Come stava il bambino quando siete arrivati al Sant'Antonio Abbate di Trapani, venerdì mattina?
"La maestra dell'asilo ci aveva chiamato perché Daniel era parecchio giù di tono. Se ne stava in un angolo con il suo bel vestitino di Arlecchino. Siamo arrivati di corsa, era pallido. Per strada, ha vomitato e poi è svenuto. Aveva febbre alta. Dal pronto soccorso ci hanno mandato al reparto di Pediatria. Un dottore ha detto: "È un virus". E con un po' di tachipirina ci ha rimandati a casa".

A che ora è avvenuta la visita?
"Credo intorno alle 12, comunque poco prima dell'ora di pranzo".

A casa, il bambino stava ancora male?
"Si vedeva chiaramente che c'era qualcosa che non andava. Le altre volte, la tachipirina aveva fatto sparire la febbre nel giro di pochissimo tempo. Venerdì sera, invece, non passava. E intorno alle otto sono spuntate anche dei puntini rossi sul petto di Daniel".

Cosa avete fatto?
"Abbiamo chiamato immediatamente il pediatra, che ha ipotizzato un principio di rosolia, anche se mio figlio era vaccinato. Poi, Daniel si è addormentato. Ma alle 10 ha iniziato ad avere delle convulsioni e ha perso conoscenza. Gli ho subito praticato la respirazione bocca a bocca e si è ripreso. Intanto, mia moglie chiamava il 118".

L'ambulanza è arrivata in tempi brevi?
"Noi abitiamo poco fuori Trapani. Per fare prima, ci siamo dati appuntamento all'ingresso della città, che io ho raggiunto con la mia macchina. E nel giro di una manciata di minuti siamo arrivati in ospedale".

Questa volta, avete avuto indicazioni più precise dai medici?
"Assolutamente no. Dal pronto soccorso siamo ritornati alla Pediatria. Hanno misurato la febbre, non hanno fatto altro. Intanto, il corpo del bambino si era riempito di chiazze di sangue, come se i capillari si fossero rotti. Qualcuno ha accennato: "È un'infezione". Ma non ci sapevano dire altro, mentre io continuavo a chiedere: "Un'infezione dovuta a che cosa?". Mio figlio si lamentava, ma cosa può dire un bambino di 23 mesi? Alle 3,27 è morto".

Cosa hanno scritto i medici nel referto?
"Arresto cardiocircolatorio. Ma che cosa l'ha causato? Io sono solo un operaio edile che la sera fa il buttafuori, non ne capisco di queste cose. Ma loro sono i medici: che cosa non hanno saputo diagnosticare? ".

Ora c'è un'indagine della procura di Trapani su quanto accaduto. Anche l'Asp ha avviato un'inchiesta, una nota ufficiale avanza il sospetto che suo figlio sia stato stroncato da una meningite.
"Bisognava scoprirlo prima, per salvare Daniel. Invece, mi hanno telefonato solo sabato mattina per dirmi che c'era il rischio di contagio. Abbiamo dovuto sottoporci a una profilassi. Anche i compagnetti dell'asilo sono in osservazione. Ma il mio pensiero resta a quella mattina di venerdì. Perché non ci hanno fatto restare in ospedale?".