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11/03/2016 20:52:00

Il cazzeggio. Ne abbiamo tutti diritto

 Eureka! Ho trovato la formula della felicità! Istituzionalizziamo l’ora del cazzeggio. Un’ora al giorno, obbligatorio per tutti, e quando dico tutti intendo pure per il Presidente della Repubblica. Bisogna sedersi subito e preparare la cabina di regia, linee giuda e i decreti attuativi, non c’è tempo da perdere. Pensate, tutto a costo zero. Non sarebbe neppure necessario creare un nuovo ministero, basterebbe cambiare il nome a uno già esistente, magari con un sorteggio per evitare presunte preferenze, il costo della targhetta fuori dalla porta e, voilà, il gioco è fatto. Tutti abbiamo il diritto di cazzeggiare un’ora al giorno, è il minimo sindacale e le tre sigle italiane lo sanno bene. Si stabilisce l’ora buona per tutti, per esempio dalle 18 alle 19, mi sembra perfetto, dopo tutta una giornata di lavoro. Alle 18 in punto una voce, come quella dei muezzin, dà il via alla popolazione praticante, ho previsto pure eventuali obiettori, per questi la possibilità di rifugiarsi al sicuro all’interno di certi circoli culturali. Tutta una nazione che può liberamente, e anzi deve, cazzeggiare, ciascuno a modo proprio, secondo le personali preferenze e nel rispetto delle linee guida, nessun luogo creato ad hoc, di templi adatti ne abbiamo piene le città, ma anche un piccolo bar di provincia potrebbe andare benissimo. Il nostro paese sarebbe praticamente pronto in quanto allenato da secoli di tirocinio certificato. E bisognerebbe cominciare da bambini ovviamente, senza pedanteria pedagogica. Nelle scuole, di ogni ordine e grado, dovrebbe diventare materia curriculare, certo bisognerebbe formare i docenti, ma sono quasi certa che qualcuno bello e pronto lo si trova. In età adolescenziale l’ora del cazzeggio dovrebbe essere tenuta sotto controllo da parte dei genitori, un figlio triste e malinconico potrebbe averla saltata, uno troppo euforico potrebbe averne fatte due in un solo giorno, in questo caso deve scattare una giusta punizione, recupero di cazzeggio o privazione il giorno successivo e niente storie. E per i dissidenti, veri e propri campi di rieducazione senza medici, psicologi o psichiatri, no, solo gente giusta, professionisti seri (nel senso di capaci) del buon umore. Il benessere di un Paese si dovrebbe misurare tenendo conto del buon umore dei cittadini, niente Pil, retail o indici finanziari freddi, solo una percentuale bassa di praticanti potrebbe denunciare un livello allarmante di benessere diffuso. In un Paese felice gli investitori stranieri farebbero a gara per creare nuove opportunità di sviluppo, il turismo poi schizzerebbe alle stelle, Roma potrebbe restare capitale, non foss’altro che già detiene il primato e non sto parlando di monumenti. Tutti dovremmo averne il diritto, perché tutti ne abbiamo bisogno. Maslow trascurò questo aspetto nel formulare la piramide dei bisogni primari dell’uomo, dopo il sesso e accanto alla necessità di dormire inserirei questo elemento, il solo momento di pura libertà, in cui si mettono in circolo endorfine miracolose per la salute di ognuno. Insomma, tutto risolto, un’ora, solo un’ora però, il resto della giornata si lavora, tutti, e quando dico tutti intendo pure Paolo Fox, e guai a chi sgarra.

E con questo ho dimostrato come impiegherei io la mia prima ora di cazzeggio obbligatoria e necessaria.

Per portarsi avanti il lavoro:

“Il traffico di prima sera cominciava a intasare il viale. Dietro di lui il sole andava giù. Harry osservò i guidatori delle macchine. Sembravano infelici. Il mondo era infelice. Gli uomini erano al buio. Gli uomini erano delusi e spaventati. Gli uomini erano in trappola. Gli uomini erano affannati e sulla difensiva. Sentivano che le loro vite si stavano sprecando. E avevano ragione”. Confessioni di un codardo di C.Bukowski.

 

Katia Regina