Gli agricoltori trapanesi protestano contro l'aumento delle quote consortili a carico dei produttori agricoli. I commissario del Consorzio di Bonifica 1 -Trapani-Birgi ha inviato alle aziende agricole le parcelle con un aumento del 500%, per sopperire al taglio delle spese predisposto dalla Regione Sicilia. Sulla vicenda è intervenuta anche la Confagricoltura di Trapani che ha definito illegittime le richieste econo miche del consorzio"
"Confagricoltura Trapani - afferma il Presidente Bertolazzi - ha espresso più e più volte la contrarietà ad aumenti che gravano ulteriormente sulle già difficile situazione economica delle imprese agricole".
Il fatto è che i Consorzi di Bonifica sono dei carrozzoni da abolire al più presto. Quello di Trapani, poi, è stato al centro di alcune inchieste giudiziarie, per le spese allegre e senza controllo. Tra il 2002 e il 2006 un'indagine condotta dalla Procura di Trapani ha poi portato alla condanna dell'ex commissario straordinario Antonino Emmola, e di altri 8 dirigenti e funzionari per le accuse di peculato e truffa. Il commissario straordinario Antonino Emmola, funzionario della Regione, ha avuto in particolare inflitta una pena a sei mesi di reclusione commutata in multa da 6840 euro. Emmola ha fatto uso personale di dotazione, mezzi ed uomini del consorzio per lavori privati come la sistemazione e la cura di propri giardini all’interno di sue ville nelle località di Pizzolungo e San Vito Lo Capo, il rimborso di spese (trasferte, indennità chilometriche, rimborsi anche relativi all’acquisti di pesce o di bigiotteria) non dovuto per 14 mila euro, un uso non di servizio dell’auto di rappresentanza del consorzio e di altri automezzi dell’autoparco, cosa questa che veniva fatta sia dall’amministratore ma anche da dipendenti dell’ufficio. Tra i rimborsi spese operati anche quelli per acquisti che nulla avevano a che fare con l’attività dell’ente, agendine Cartier, profumi, dvd, cd, per circa 3300 euro. Inoltre i finanzieri hanno accertato l’irregolarità nella registrazione in servizio di alcuni dipendenti, soliti ad arrivare in ufficio alle 10 per andare via 3 ore dopo, risultavano regolarmente presenti dalle 8 alle 14.