Torna a fare parlare di se Riscossione Sicilia, la società della Regione che si occupa della riscossione dei tributi e che è guidata dal vulcanico avvocato Antonio Fiumefreddo, fedelissimo del Presidente Rosario Crocetta.
Riscossione Sicilia ha varato il nuovo piano industriale, come era stato richiesto dall’Assemblea regionale siciliana. Molte novità, accorpamenti, la nascita di “uffici di caccia ai grandi evasori” istituiti per ogni provincia e di sportelli informatici. Verranno accorpate le concessioni di Palermo, Trapani e Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Una nota è stata diffusa da Riscossione Sicilia a conclusione di una riunione cui hanno partecipato l’amministratore unico di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, i componenti del Collegio sindacale, presieduto da Sergio Tufano, e il Direttore generale, Gaetano Romano.
“Nel quadro delle iniziative per la razionalizzazione della struttura della società e del suo efficientamento”, si legge nella nota, “si è provveduto ad accorpare in unico ambito le concessioni di Palermo e Trapani, così come in unico ambito sono state riunite le concessioni di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Nessun disagio per i cittadini che troveranno gli sportelli esattamente come fino ad oggi ma questa riduzione ha consentito di liberare dirigenti ai quali è stato assegnato il compito per ogni nuovo ambito di dirigere l’Ufficio grandi evasori, che prima funzionava solo a livello regionale.
“E’ stato deliberato il nuovo Piano industriale 2016/2018, così come espressamente richiesto dalla Assemblea regionale siciliana, dalla commissione regionale bilancio e dall’assessore dell’economia; è stato approvato il pre-consuntivo 2015 dal quale emerge che rispetto alla perdita attestatasi nel 2014 a 16.500.000,00 euro una perdita invece per il 2015 (il nuovo CdA si era insediato a febbraio 2015) di 9.700.000,00, con una riduzione quindi delle perdite del 37%. Nel documento approvato con le nuove linee industriali è previsto l’azzeramento delle perdite in questo 2016 e un bilancio in attivo già nel 2017;
“E’ stato deliberato il varo di uno Sportello informatico che consentirà, semplicemente dal proprio computer o dallo smartphone, ai 3 milioni e mezzo di contribuenti siciliani di accedere direttamente alla propria posizione per conoscere le pendenze tributarie e pagarle anche direttamente a mezzo telematico. Con ciò si vuole assicurare l’assoluta trasparenza della riscossione, consentendo che ciascuno sappia quali siano le scadenze personali, altresì evitando le lunghe file agli sportelli e soprattutto eliminando l’odiosa clientela di quanti per accedere ad un proprio diritto sono stati e sono adusi rivolgersi al politico di turno che si fa impropriamente intermediario. Sarà il primo esempio in Europa di rapporto diretto tra l’esattore e i cittadini;
L’amministratore ha ancora deliberato il recupero dei crediti vantati nei confronti dei comuni e degli enti morosi.
Infine, si comunica che “nel primo trimestre 2016 la riscossione in Sicilia ha fatto registrare un + 17%, rispetto alla media nazionale che è del 10%, segno che il lavoro avviato un anno addietro sta dando risultati e che la Sicilia può diventare virtuosa nel Paese”.
Ma i sindacati attaccano l’amministratore Antonio Fiumefreddo e per la prima volta invocano il passaggio di Riscossione Sicilia a Equitalia. Si alza la tensione all’interno della partecipata regionale chiamata a incassare i tributi, proprio mentre il tribunale di Palermo scardina una richiesta di pignoramento a carico di uno dei deputati accusati di essere morosi, Francesco Riggio.
La sentenza che permette a Riggio di evitare un pignoramento del valore di 30 milioni di euro è stata emessa dal giudice dell’Esecuzione di Palermo. È stato accolto un ricorso del deputato contro una serie di cartelle esattoriali in base alle quali Riscossione aveva iniziato un’azione di pignoramento. Riscossione non poteva agire in questo senso perchè la Commissione tributaria provinciale aveva in precedenza annullato le cartelle: la partecipata guidata da Fiumefreddo non aveva più alcun titolo per il pignoramento.
Almeno dieci deputati hanno smesso di pagare le rate con cui era stato diluito il versamento a Riscossione Sicilia del debito fiscale. E nessuno dei Comuni e degli enti pubblici scoperti morosi un paio di mesi fa ha mosso un passo per regolarizzare la propria posizione. Da qui riparte Antonio Fiumefreddo per la Fase 2 al vertice della società.
«Sarà un caso – commenta l’amministratore unico Fiumefreddo – ma nel periodo in cui sono stato allontanato da Riscossione almeno una decina della cinquantina di deputati che avevano pattuito la rateizzazione non ha poi versato la rata». All’Ars stanno dunque per arrivare nuove lettere col timbro di Riscossione: «Chi non ha pagato una sola rata riceverà un avviso a mettersi in regola. Chi è in ritardo di almeno due rate rischia la perdita del beneficio della rateizzazione e il pignoramento».
La stessa procedura Fiumefreddo ha deciso di attuare per i Comuni e gli enti (circa 400) morosi: tutti riceveranno una lettera nei prossimi giorni.