Lo aveva detto e lo ha fatto. L'avvocato Nino Marino ha presentato a Caltanissetta un esposto contro, tra gli altri, il sostituto Andrea Tarondo. Oltre a Tarondo sono querelati anche un collega di Alcamo , Di Graziano, che avrebbe avvicinato il notaio Di Natale, suo assistito, per fargli dichiarare il falso, e l’ispettore della Forestale Conigliaro.
Nino Marino è finito nel registro degli indagati con l'accusa di pedofilia. Per il decano degli avvocati trapanesi in realtà contro di lui ci sarebbe una macchina del fango, che Marino descrive con perizia in quattro pagine (che potete scaricare e leggere cliccando qui). La denuncia è stata inviata alla Procura della Repubblica di Caltanissetta, al CSM, al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione e fra gli altri, per conoscenza, ovviamente, anche alla Procura di Trapani.
I fatti in sintesi, per come sono descritti da Marino e riportati dall'emittente Telesud (il cui editore, Massimo, è figlio proprio di Marino): l’avvocato Vito Di Graziano poco prima di Pasqua avvicina il notaio Di Natale e senza giri di parole dice al professionista che “se si vuole salvare dalle sue vicende giudiziarie deve dichiarare di conoscere il marito della dottoressa Penna, sostituto procuratore in Trapani, e affermare che glielo ha presentato proprio l’avvocato Marino che lo assiste”. E come “garante dell’operazione” mostra il nome dell’ispettore di polizia giudiziaria Croce Conigliaro ed i suoi numeri in un foglio A/4. Riferito l’episodio al suo legale, Marino, incredulo, consiglia di rivedersi con Di Graziano ed appurare se fossero davvero frasi – seppur gravissime – in libertà od una vera e propria proposta; e di registrarla a tutela dei fatti. E l’incontro avviene; la mattina del 7 aprile, l’avvocato alcamese arriva a Trapani, invita ancora una volta il Notaio Di Natale fuori dallo studio, probabilmente per evitare di essere intercettato e in piazza Sant’Agostino gli conferma l’incredibile offerta. Compresi i nomi del marito della dottoressa Penna e dell’ispettore Conigliaro.
Il perché è presto detto: all’interno della Procura della Repubblica di Trapani insiste una acerrima spaccatura fra la dottoressa Penna ed Andrea Tarondo; una frattura che parte da lontano, pare per motivi inerenti l’attività lavorativa del coniuge, e che oggi vede Tarondo sotto procedimento a Caltanissetta e per il quale l’avvocato Marino è stato a suo tempo sentito dal titolare dell’inchiesta Di Leo. In pratica, lascia trapelare il legale nella sua denuncia, far dichiarare il falso al notaio Di Natale per agevolare il magistrato nel suo procedimento giudiziario. Ma l’avvocato rimanda agli “esiti istruttori della sua denuncia” la logica dei fatti.
Scrive Marino: “All’incertezza dell’infamia, sta la certezza di una vita di lavoro, impegno politico ed istituzionale, di cultura. Dalla parte democratica e costituzionale".
Sia il sostituto Andrea Tarondo che l’ispettore Ino Congliaro sono fra i principali inquirenti che hanno investigato sia sulla vicenda dell’avvocato Marino che su quelle del Notaio di Natale.
Intanto il tribunale Il Tribunale del riesame di Trapani ha respinto perché inammissibile il ricorso che l’avvocato Nino Marino aveva presentato contro il verbale relativo alla perquisizione subita contestualmente alla notifica dell’avviso di garanzia per pedofilia e reati finanziari. La perquisizione enne eseguita dagli agenti delle sezioni di pg della Finanza e della Forestale, alla presenza dei pm Marco Verzera e Sara Morri e del presidente del Foro di Trapani avv. Umberto Coppola.