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02/05/2016 06:30:00

Marsala. Se il sindaco sembra sempre più un commissario straordinario

La luna di miele è finita. E forse il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo non se n’è ancora accorto. A quasi un anno dalle elezioni, in cui ha stravinto la coalizione del segretario del Pd, la luna di miele con la città è finita dopo il voto sull’aumento della tassa sui rifiuti.
Venerdì il consiglio comunale di Marsala ha approvato il nuovo piano economico sulla raccolta rifiuti e le nuove tariffe della Tari proposti dall’amministrazione comunale.
Dopo qualche trattativa di circostanza ecco che si dà l’ok all’aumento della tassa di circa l’8%. Un servizio, quello della raccolta rifiuti, che costa alla città circa 16 milioni di euro l’anno, arrivato per colpa di un contratto fatto male, in un epoca emergenziale, e che piazza Marsala lontana dalle soglie europee di raccolta differenziata.
Si sono dette tante cose nelle stanze di Palazzo VII Aprile, con i consiglieri che si giustificavano, quelli che accusavano, quelli che allegramente se ne fregavano (e credetemi, non sono pochi). Alla fine però il sindaco è riuscito a portare a casa il risultato. Perchè “non c’era null’altro da fare”. Non si poteva fare altro, non si poteva che aumentare la tassa sui rifiuti, perchè ci sono sanzioni per il non rispetto delle percentuali della differenziata, perchè si deve chiudere il conto del 2015, perchè i comuni subiscono la crisi della Regione. E' un vittimismo che in questi mesi si è ripetuto più volte in una città che non sembra andare oltre l’ordinaria amministrazione.
Per questo mi sembra che Marsala sia ancora una città commissariata.
La luna di miele è finita. A quasi un anno dalle elezioni più che un sindaco, un'amministrazione con pieni poteri, mi sembra di avere davanti ancora un commissario straordinario che si occupa soltanto di ordinaria amministrazione, e che pensa a mettere la firma sugli indirizzi dei dirigenti, veri padroni della cosa pubblica.
Un esempio è quello sui fondi per l’edilizia scolastica.
Il Comune ha presentato alla Regione progetti per circa 5 milioni di euro per ristrutturare alcune scuole marsalesi. Progetti che sono stati esclusi dall’elenco del piano di edilizia scolastica della Regione perché avevano alcuni vizi di forma. Progetti senza firme, documenti non sottoscritti, e cose di questo genere. Ora, il Comune sostiene che l’errore di valutazione sia della Regione, e farà ricorso al Tar. Ma se questi fondi andranno persi sarà un qualcosa di clamoroso, che conferma quanto sosteneva il dimissionario assessore Nino Barraco e cioè che la macchina amministrativa è lenta e imprecisa. Ci possiamo mettere anche questo nelle cause di questa mancanza di programmazione del sindaco e della sindrome da commissario straordinario. Ma non è più tempo, ad un anno dalle elezioni, di piangersi addosso.
Si deve cominciare a programmare, a capire cosa si vuol fare da grandi. A non fare più solo foto con scolaresche e cantanti in erba, ma mettere mano al programma, avere una “vision”. Cominciare a cambiare registro rispetto all’essere come un commissario straordinario, che si occupa di ordinaria amministrazione.
Non è più il tempo di dire “noi non c’eravamo”. Non basta più dire “stiamo lavorando” e fare sempre il solito elenco, con il trittico Palazzo Grignani-Piscina-Monumento ai Mille.

Sul fronte politico Di Girolamo si ritrova ad essere ancora un segretario a metà - e incompatibile - di un partito che ha smarrito la propria spinta propositiva e che a Marsala vive la sua fase decrescente.
Con il voto quasi compatto sulla Tari il sindaco Di Girolamo non deve illudersi di aver ritrovato unità. Le discussioni interne permangono, le invidie e le gelosie, le incapacità a raccordarsi, non fanno altro che confermare che il sindaco si ritrova una maggioranza che gli è stata calata dall’alto, senza il controllo politico che doveva avere. Un controllo politico che non ha neanche adesso, visti i silenzi sui cambi di casacca, un pò per incapacità di essere leader, ma anche perchè non vuole giocare con un consiglio comunale che, seduta dopo seduta, conferma la sua mediocrità. Ma questa città non sente di avere a capo dell’amministrazione una propria guida politica, e così facendo Di Girolamo la sta lasciando nelle mani dei volponi che vogliono crearsi spazio per le proprie carriere politiche.

Francesco Appari