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03/05/2016 07:00:00

Rifiuti e corruzione a Marsala. Al processo parla investigatore del Noe

 Un maresciallo dei carabinieri del Noe di Roma, Dario Cavallo, è stato ascoltato, in Tribunale, a Marsala, nel processo scaturito dall’indagine Dda sul sistema, secondo l’accusa “illegale”, di raccolta e smaltimento dei rifiuti gestito dall’Ato Tp1. “Alla Sicilfert – ha detto l’investigatore rispondendo alle domande del pm della Dda Carlo Marzella - venivano scaricati anche rifiuti non differenziati e rsu. E’ emerso dalle intercettazioni telefoniche e dalle video-riprese che abbiamo effettuato. Su un mezzo carico di rifiuti c’era anche un materasso. E solo quest’ultimo è stato respinto dalla Sicilfert, non il resto del carico. Da una telefonata intercettata, si capisce che una dipendente dell’azienda era consapevole che sarebbero arrivati carichi di rsu. Sono stati scaricati rifiuti chiaramente non conformi a quelli che poteva ricevere la Sicilfert. Da una videoripresa del 6 aprile 2012, si evincono i soliti scarichi contaminati da plastica e altra rsu. In una intercettazione telefonica del 4 maggio si ascolta Pietro Foderà che, arrabbiato, dice alla sorella Caterina che erano entrati diversi carichi sporchi arrivati da Marsala e che questo non doveva accadere più”. Nel processo sono imputati l’ex direttore dell’Ato Tp1, Salvatore Alestra, l’ex direttore dell’area Sud dell’Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti, entrambi accusati di corruzione, il capo impianto del cantiere di Trapani, Salvatore Reina, nonché Michele Foderà, amministratore di fatto della “Sicilfert” di Marsala, Pietro Foderà, socio e responsabile dei conferimenti alla Sicilfert, e Caterina Foderà, responsabile amministrativo della stessa azienda, che nello stabilimento di contrada Maimone trasforma i rifiuti in fertilizzanti. Alestra, secondo l’accusa, non avrebbe denunciato i “disservizi” di Aimeri per ottenere favori da Colimberti, mentre agli altri è contestato il conferimento e il traffico “illecito” di oltre 47 mila tonnellate di rifiuti. “In sede di controesame – afferma, però, l’avvocato difensore Diego Tranchida – chiederemo al maresciallo Cavallo di riferire punto per punto, perché ci è sembrato assai approssimativo”. Nella sua lunga deposizione (circa due ore), il maresciallo Cavallo ha, inoltre, parlato del modus operandi del capo cantiere di Trapani dell’Aimeri, Salvatore Reina, che al telefono, intercettato, dice ad alcuni operatori ecologici che potevano mischiare insieme rifiuti di diversi Comuni. In un’altra intercettazione sul cellulare di Reina, si ascoltano le lamentele di un negoziante a cui l’Aimeri (che non è “responsabile civile” perché la Dda dimenticò di invitarla a un “accertamento irripetibile”) non ha ritirato il cartone. “Pago mille euro di tassa sui rifiuti…” dice il negoziante a Reina. Nel processo, sono parti civili il ministero e l’assessorato regionale Ambiente, l’Ato Tp1 e il Comune di Marsala, entrambi rappresentati dall’avvocato Luigi Cassata, nonché i Comuni di Erice e Paceco (avvocati Rando e Maltese) e il Movimento difesa del cittadino (avvocato Peppe Gandolfo).