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06/05/2016 09:00:00

Marsala. Continua il processo al poliziotto accusato di aver sequestrato la moglie

  Hanno sostanzialmente ribadito in aula quanto già dichiarato in fase d’indagine quattro testimoni ascoltati nel processo che vede alla sbarra, per sequestro di persona e violenza privata in danno della moglie, il poliziotto Luigi Nesta. Davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone, ha testimoniato il notaio Daniele Pizzo, un suo impiegato, Salvatore Ganci, l’oculista Felice Cammarata e l’avvocato Duilio Rinaldo. Con Nesta, sono imputati anche i suoi suoceri, Giovan Battista Ingianni, di 70 anni, e Anna Renda, di 64, anche loro accusati, in concorso con Nesta, di sequestro di persona e violenza privata. Un reato, quest’ultimo, contestato anche a Giuseppe Di Girolamo, 55 anni, cugino della moglie del poliziotto. Di Girolamo è accusato anche di lesioni personali (in danno dell’amante della cugina) insieme con Ingianni e Renda. L’accusa di estorsione, invece, è relativa al fatto che la moglie “fedigrafa”, dopo la scoperta da parte del marito della tresca amorosa, sarebbe stata costretta ad andare dal notaio Pizzo per cedere al marito, tramite procura speciale al Di Girolamo la sua quota di proprietà dell’appartamento in cui vivevano in città. Il notaio, però, intuì qualcosa e prese tempo. Il sequestro di persona, invece, è stato contestato perché la moglie del poliziogtto fu chiusa a chiave in casa, per circa 24 ore, dal marito e dai suoi genitori per il timore che fuggisse con l’amante. Per la difesa, però, i genitori chiusero a chiave la porta per proteggere la figlia. L’indagine è stata svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, il cui responsabile, il luogotenente Antonio Lubrano, è già stato ascoltato in una precedente udienza. Dall’inchiesta è emerso che Nesta (difeso dall’avvocato Edoardo Alagna), dopo 13 anni di matrimonio, avendo qualche sospetto, avrebbe iniziato ad indagare sulla vita privata della moglie, prima pedinandola e poi installando addirittura una piccola videocamera nella cucina di casa, ritenendo che qui la donna incontrasse il suo amante. Quest’ultimo è parte civile. Ad assisterlo è l’avvocato Fabio Spanò.