Valentina Palmeri, portavoce all'Ars del Movimento 5 Stelle, le elezioni amministrative ad Alcamo possono essere per i 5 Stelle della provincia di Trapani un trampolino anche in vista delle Regionali del prossimo anno. Alcamo è considerata in provincia roccaforte grillina. Santangelo ha detto che si punta al primo comune 5 Stelle in provincia. C'è da fare gli scongiuri, con tutte queste squadre in campo o ci credete sul serio?
C'è partecipazione ed entusiasmo da parte dei cittadini, perchè vedono un movimento che non promette ma mette in pratica quello che finora ha detto. Ad esempio le progettualità rivolte alle micro imprese, la valorizzazione dei centri storici e i polmoni urbani. Tutto questo non essendo comunque una forza di governo. Senza avere a disposizione un bilancio regionale abbiamo sempre messo al centro i cittadini. Non ci siamo mai sottratti al confronto con i cittadini. Ad Alcamo vedo una grande possibilità di cambiament0, vogliamo diventare una comunità.
Però la città arriva al voto dopo scandali giudiziari, inchieste per voto di scambio. Ma i cittadini si fidano ancora delle istituzioni e di chi si candida a farne parte?
E' stata una batosta apprendere che nel 2012 il voto era inquinato da azioni poco trasparenti. I cittadini ora sono stanchi e hanno voglia di cambiare.
La riforma sulle ex Province è tornata di nuovo all'Ars. Ci sono sempre scontri in aula. Qual è la vostra posizione?
Il ritorno in aula del disegno di legge è la prova che questo è un governo fantoccio che non ha il coraggio di difendere le sue stesse leggi. Nello specifico è stato fallito l'obbiettivo che doveva avere la legge sulle ex Province. Sono abbastanza demoralizzata. Il disegno di legge che era venuto fuori doveva essere difeso dalla messa in discussione del governo nazionale. Questa legge doveva parlare di liberi consorzi, doveva essere pensato così come l'avevamo proposto noi. L'idea di territori messi insieme secondo un'idea di pianificazione, città messe assieme secondo le loro affinità. Tutto questo non c'è stato. Noi siamo contrari a una ulteriore modifica. Siamo preoccupati poi per i lavoratori delle province che si sentono sempre in sospeso per colpa dei giochi politici che riguardano il sindaco delle città metropolitane. Giochi politici che tengono fermi anche tutti i fondi che dovevano arrivare al territorio.