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10/05/2016 06:05:00

Voto di scambio a Marsala. Può riprendere il processo al consigliere Vito Cimiotta

 Non subirà alcuna sospensione il processo che vede imputato il consigliere comunale Vito Cimiotta, accusato di aver promesso posti di lavoro al fine di ottenere voti. Il giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte ha, infatti, rigettato l’eccezione di illegittimità costituzionale relativa al diritto di difesa sollevata dall’avvocato difensore Stefano Pellegrino nel corso della prima udienza. Alla prossima, quindi, il 21 luglio, si entrerà nel vivo con la deposizione del luogotenente Antonio Lubrano, capo della sezione di della Guardia di finanza della Procura, e i due giovani (Francesco Saverio Bruscino e Rosario Novena) ai quali sarebbe stato promesso, secondo l’accusa, un posto di lavoro in cambio di voti. A seguito dell’indagine, Cimiotta si è auto-sospeso dal gruppo del Pd. A Cimiotta viene contestata la violazione della legge regionale in materia elettorale. Alle ultime amministrative il giovane avvocato penalista è stato eletto con 587 voti, ma secondo gli investigatori si sarebbe giovato anche dell’apporto di due disoccupati marsalesi, Bruscino e Novena, ai quali, in cambio del voto per sé e per il candidato sindaco Alberto Di Girolamo (risultato, comunque, all’oscuro di tutto), avrebbe promesso posti di lavoro nel bar dell’ospedale. Così avrebbero raccontato i due disoccupati agli inquirenti. Dopo l’avvio dell’indagine, Vito Cimiotta dichiarò: “Con sorpresa e stupore ho appreso dell’indagine svolta a mio carico per l’asserito voto di scambio. A parte l’assoluta fiducia che nutro nella giustizia, spero in una conclusione spedita del procedimento che possa chiarire la vicenda ed accertare la mia assoluta innocenza. Mi riesce difficile pensare alla ipotesi di una promessa di voto a due miei inseparabili amici fin dall’infanzia, che mi hanno accompagnato nell’avventura elettorale unitamente ai loro familiari. Nessun posto di lavoro è stato mai promesso in cambio del voto ad alcuno e tutto ciò sarà provato immediatamente, anche al fine di evitare un dibattimento basato su una notizia di reato infondata”.