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12/05/2016 07:00:00

Marsala. Truffa allo Stato e bancarotta fraudolenta, avviato processo ad Antonio Correra

 “La Kemical Green non ha avuto rilevanti perdite nel periodo in cui Antonio Correra sosteneva di essere vittima di usura. Ci sono stati solo dei prelievi di denaro da parte dell’amministratore”. E’ quanto ha sostanzialmente affermato, in Tribunale, a Marsala, il consulente tecnico della Procura, Antonino Casano, nella prima udienza del processo all’agente di commercio marsalese Antonio Ignazio Correra, 36 anni, accusato di bancarotta fraudolenta e truffa allo Stato. L’accusa di truffa allo Stato è scattata perché Correra, affermando “falsamente”, secondo la Procura, di essere vittima di usura ed estorsione, avrebbe tratto in inganno la prefettura di Trapani, riuscendo ad accedere al relativo “fondo di solidarietà”, incassando quasi 200 mila euro. E con una parte della somma (158 mila euro) ha comprato un’abitazione nella frazione Acquaviva di Montepulciano (provincia di Siena), che l’8 giugno 2015, quando Correra fu posto agli arresti domiciliari, fu sottoposta a sequestro preventivo. In calce al provvedimento restrittivo e a quello di sequestro dell’immobile toscano c’era la firma del gip del Tribunale di Marsala Vito Marcello Saladino. L’inchiesta, condotta dalla sezione di pg delle Fiamme Gialle della Procura, è stata coordinata dal sostituto Nicola Scalabrini. L’accusa di bancarotta fraudolenta è stata formulata perché, a giudizio degli investigatori, Correra avrebbe depauperato sistematicamente il patrimonio della fallita “Kemical Green”, di cui era legale rappresentante, prelevando dalle casse della società oltre 212.749 euro, nonché incassando una somma leggermente inferiore mai registrata nella contabilità delle entrate relative a crediti vantati dalla società nei confronti di molti clienti. Nel luglio 2015, accogliendo l’istanza dell’avvocato difensore Francesco Messina, Correra fu rimesso in libertà, ma per “impossibilità di reiterare i reati di bancarotta e truffa allo Stato”, dal Tribunale del Riesame, secondo il quale comunque “sussistono i gravi indizi di colpevolezza”. Alla prossima udienza, il 22 giugno, verrà ascoltato il maresciallo della Guardia di finanza Salvatore Missuto. Nel 2008, Antonio Correra denunciò e fece arrestare dai carabinieri il ristoratore Massimo Bellitteri e il suo socio in affari Antonino Salvatore Sieri, accusandoli di estorsione, usura e lesioni personali. Il 22 giugno dello scorso anno, però, accogliendo sostanzialmente le richieste del pm, il Tribunale ha assolto Bellitteri e Sieri dalle accuse di usura ed estorsione, condannandoli a soli 5 mesi, nonché a 500 euro di risarcimento danni, per esercizio arbitrario delle proprie ragioni e lesioni. Antonio Ignazio Correra, intanto, è già stato condannato in primo grado per vari reati: tre anni e 8 mesi di reclusione per truffe in danno di aziende che producono e commercializzano fertilizzanti agricoli, un anno e 4 mesi per ricettazione assegni rubati e otto mesi per calunnia.