Prima sentenza a favore del 36enne agente di commercio marsalese Antonio Ignazio Correra, che in primo grado ha già subito diverse condanne per vari reati: 3 anni e 8 mesi di reclusione per truffe in danno di aziende che producono e commercializzano fertilizzanti, otto mesi per calunnia e un anno e 4 mesi per ricettazione di due assegni rubati. Stavolta, però, è stato assolto (motivazione: “il fatto non costituisce reato”) dall’accusa di evasione fiscale e infedele dichiarazione dei redditi. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Mario Faillaci. A difendere l’imputato è stato l’avvocato castelvetranese Franco Messina. Correra, ex imprenditore nel settore del commercio di prodotti agricoli e titolare della Kemical Green, era stato accusato dalla Guardia di Finanza aver evaso Irpef per circa 173 mila euro. Somma sottratta al fisco, secondo gli investigatori, in quanto oggetto di illecito guadagno proveniente da truffa. “Antonio Correra – dichiara l’avvocato Franco Messina - è stato condannato dal Tribunale di Marsala per il reato di truffa nei confronti di alcuni fornitori di prodotti agricoli, ma con la stessa sentenza è stato anche assolto per sette o otto capi d’imputazione relativi a presunte vicende di truffa da lui non commesse. Anzi la sentenza adombra l’ipotesi che il Correra possa essere stato a sua volta truffato da ignoti”. La sentenza di condanna a 3 anni e 8 mesi non è ancora definitiva per l’appello presentato dall’avvocato castelvetranese Franco Messina. Per il legale, “la vicenda processuale è complessa e ha destato non poche perplessità che non sono state fugate dai numerosi processi cui è stato sottoposto l’agente di commercio”, che nel 2008 aveva denunciato due marsalesi (Sieri e Bellitteri) per usura ed estorsione. Reati dai quali, però, i due imputati, all’epoca dei fatti arrestati dai carabinieri, sono stati, poi, assolti. “I due processati – conclude l’avvocato Messina - vengono condannati solo per esercizio arbitrario delle proprie ragioni per avere picchiato più volte la vittima, il Correra da vittima diviene carnefice, il “Male assoluto” da debellare e come tale viene sistematicamente più volte condannato con sentenze non ancora definitive che vengono puntualmente appellate, finalmente, però, una sentenza assolutoria”.