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17/05/2016 20:10:00

Chirurgia, l'innovazione degli interventi in microcoagulazione

Il futuro della scienza medica è adesso, grazie al progresso della tecnologia che sta consentendo lo sviluppo di strumenti sempre più innovativi e utili per semplificare gli interventi da parte dei chirurghi. Addio al semplice bisturi, insomma: e a Brescia nasce un centro in 4K FullHD, con touch screen e strumenti all’avanguardia.

Se lo stetoscopio è il simbolo assoluto del medico di base, lo strumento che ne identifica immediatamente la professione anche agli occhi dei meno esperti, il bisturi ne è l’equivalente in campo chirurgico. Questo piccolo strumento ha infatti accompagnato le necessità di intervento con incisioni a fini medici sin dall’antico Egitto, quando veniva realizzato in ossidiana, come documentato dai reperti archeologici ritrovati nel corso degli anni; oggi non è stato ancora mandato in pensione, nonostante per il suo utilizzo sia necessaria una mano ferma e una precisione assoluta (caratteristiche basilari per un abile chirurgo), oltre che dei tempi generalmente lunghi e lenti.

Una forte accelerazione. Alla semplice lama affilata, perciò, oggi si sta aggiungendo un nuovo accessorio, ben più sofisticato: come presentato nella scheda redatta sul portale Medisan Shop, oggi la scienza può contare su un dispositivo innovativo e utile che viene definito elettrobisturi, costituto da tre parti principali: un generatore di corrente, l’elettrodo attivo sagomato a forma di lama e l’elettrodo neutro che viene posizionato sul corpo del paziente. Questo apparecchio consente innanzitutto un’azione di taglio o di coagulo nel corso dell’operazione, superando ogni tipo di problema derivante dalla fuoriuscita del sangue connessa inevitabilmente alla recisione di vasi sanguigni e capillari attuata con il metodo tradizionale.

Quali sono le funzioni principali dell’elettrobisturi. Proviamo ora ad approfondire il discorso circa l’utilizzo di questo strumento (secondo la definizione di base, una macchina elettronica a radiofrequenza) che sta conquistando uno spazio sempre più ampio all’interno della piccola chirurgia. La prima funzione è quella della coagulazione, che serve a surriscaldare il tessuto sul quale intervenire attraverso l’elettrodo attivo o le pinze, arrestando il sanguinamento dei piccoli vasi. La seconda fase è quella del taglio effettivo, che non avviene però con l’azione diretta della mano del chirurgo, ma grazie a una sezione realizzata dal passaggio della corrente nei tessuti attraverso un elettrodo ad ago o a lama. I pedali del macchinario, manovrati dallo stesso medico, consentono il passaggio da una funzione all’altra, variando il tipo di oscillazione della corrente, ma le due funzioni possono anche essere messe in azione allo stesso momento.

Quando serve. Uno dei campi di applicazione per questi apparecchi per elettrochirurgia ad alta frequenza è nella risoluzione di problemi comuni come il trattamento chirurgico dell’unghia incarnita: in questo caso, l’uso dell’elettrobisturi consente di cauterizza immediatamente il letto ungueale, uccidendo i germi e creando una porzione di scorrimento per la ricrescita dell’unghia. Ma questo strumento sta trovando spazio anche in Ginecologia, come testimonia la scelta dell’Ospedale di Savigliano, in provincia di Cuneo, di dotare il reparto proprio di un nuovo elettrobisturi, seguendo una strada già sperimentata in altre parti d’Italia.

C’è chi si spinge oltre. La Fondazione Poliambulanza di Brescia invece lancia la sfida per il futuro, divenendo il primo ospedale in Italia a eseguire procedure chirurgiche mininvasive grazie alla cosiddetta tecnologia 4K Ultra HD, che garantisce un livello di contrasto e una profondità di colore nettamente superiori agli standard comuni. Tra gli accessori selezionati per rendere ogni sala e reparto dei veri e propri “gioielli” di tecnologia e scienza ci sono proprio gli elettrobisturi, insieme ad altre apparecchiature elettromedicali come l’insufflatore e a strumenti come sistema di controllo integrato touch screen e lampade scialitiche di ultima generazione.