Da tutta Italia e non solo, in questi giorni, sono arrivate testimonianze e commenti alla morte di Giacomo Rallo, il “prinipe” di Donnafugata, morto a Marsala la scorsa settimana all’età di 79 anni.
Giacomo Rallo, quarta generazione di una famiglia storica del vino siciliano che dal 1851 ha creduto nelle straordinarie potenzialità enologiche della propria terra, con la moglie Gabriella, con i figli Josè e Antonio ha avanti un progetto imprenditoriale, quello di Donnafugata, oggi conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Esperienza internazionale, costanza, ma anche intuito nel prevedere gli orientamenti del mercato del vino di qualità portarono nel 2006, il massimo riconoscimento istituzionale: il titolo di Cavaliere del lavoro, dalle mani del Presidente della Repubblica.
E oggi dopo la sua morte sono in tanti, in Italia, e non solo a ricordare lo spirito innovativo di Rallo. La notizia della sua morte è stata data dai principali giornali italiani, e giornali specializzati sul mondo del vino anche stranieri.
Così ne ha parlato sul Corriere della Sera Luciano Ferraro.
All’ingresso di Donnafugata, la sua azienda a Marsala, aveva appena fatto riscrivere, con grandi caratteri, una frase di Johann Wolfgang Goethe: «L’Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell’anima: qui comincia tutto». Giacomo Rallo, 79 anni, un signore d’altri tempi colto e ironico, ha lavorato tutta la vita per dimostrare che lo scrittore tedesco aveva ragione. Fino a ieri mattina, quando è stato colpito da un attacco cardiaco, a casa, mentre si stava preparando per un giornata tra ufficio e cantina, come faceva ogni giorno da 36 anni. Rallo è stato uno degli artefici della rinascita del vino siciliano. A Marsala, ma anche a Pantelleria. Era uno degli imprenditori più noti del vino italiano, le sue bottiglie vengono acquistate in 50 paesi del mondo.
Ha iniziato nel 1983. La famiglia si occupava di vino dall’Ottocento. Quando ci fu da spartire l’eredità tra sette cugini, le donne gli dissero che toccava a lui gestire le vecchie cantine Rallo. E lui gira il mondo come export manager, poi decide con la moglie di creare la sua azienda ispirandosi al Gattopardo di Tommasi di Lampedusa. Usa nelle etichette il nome della residenza estiva del principe nel romanzo. In pochi anni, con la moglie Gabriella, dalla cantina storica nel cuore di Marsala conquista 270 ettari di vigneti a Contessa Entellina, e 68 ettari di vigne, anche secolari, di Zibibbo, a Pantelleria. Nell’isola fa rinascere la cultura delle viti ad alberello che, due anni fa, sono state riconosciute Patrimonio dell’Unesco.
Letizia Palagonia su Repubblica ha scritto
Andare nella sua azienda, vedere l’attenzione al rispetto dei luoghi, alla sostenibilità dell’ambiente, ai richiami alla nostra storia era un momento di scoperta della nostra isola guardando attraverso la trasparenza di un bicchiere di vino che, in realtà, racchiudeva un mondo. Un’azienda che è stata un laboratorio di idee sullo sviluppo culturale dei territori in cui aveva i propri vigneti, sparsi tra la Sicilia e Pantelleria.
Quello che oggi definiamo heritage marketing, dove heritage sta per “eredità” e che rappresenta quel patrimonio complesso costituito da ciò che il passato ha trasmesso al presente e che definisce l’identità di un territorio, di una popolazione, quest’uomo lo aveva trasferito nel suo lavoro con naturalezza .
Nell’ottica di Giacomo Rallo quella tra storia ed eredità è una relazione molto più complessa che la storia della sola azienda ma rappresenta le tracce di un processo storico. Possiamo dire che sono le eredità, i segni del passato, che danno valore ad una storia e ai suoi protagonisti. E la Sicilia ha un’eredità importante che ancora in pochi sanno valorizzare. Marsala è oggi una realtà importante culturalmente ed economicamente per la Sicilia; e questo lo si deve anche a persone come Giacomo Rallo, capaci di trasmettere a chiunque il rispetto del proprio territorio. La cura messa nella tutela del paesaggio, nel tramandare le nostre tradizioni enogastronomiche e culturali, la capacità di mischiare sapientemente le nostre attività legate alla terra, le nostre tradizioni con una visione assolutamente internazionale e riuscirci con successo riconosciuto non era impresa semplice.
Tutto questo col perenne sorriso sulle labbra che non lasciava intravedere i sacrifici, il lavoro incessante, le avversità affrontate, le sfide. Una storia imprenditoriale costruita con determinazione, in una terra difficile, un’azienda come potente strumento di storytelling perché dotata di elementi narrativi appartenenti ad una storia vera in cui tutti noi potevamo trovare tracce comuni della nostra terra.
Così, invece, racconta Nicola Dante Basile sul blog Terra Nostra de Il Sole 24 Ore, l’incontro avuto con Giacomo Rallo che spiegava la vendemmia notturna.
Perché la vendemmia notturna? <Perché il miglioramento qualitativo sta nella cura dei particolari; nei tempi e nei modi che preservano gli aromi del sole raccolti al chiaro di luna. E poi perché è un rito che … fa parte di un ampio progetto di tutela dell’ambiente. Un messaggio di sostenibilità che il consumatore ha dimostrato di apprezzare>…
Andrea Gabrielli su Gambero Rosso scrive:
Rallo è stato un personaggio straordinario che nei momenti più duri della recente storia della Sicilia, è stato in grado di presentare un’immagine della sua terra diversa e cosmopolita, ricca di sfumature e di umanità. Caro Giacomo, ci mancherai davvero tanto.
Il Vino di Giacomo Rallo è stato apprezzato in tutto il mondo. Per Chris Mercer del Decanter il patron di Donnafugata “sarà ricordato come uno dei pionieri della vinificazione moderna in Sicilia”.
Commenti e testimonianze di questo genere sono presenti in diversi siti specializzati sul vino, la gastronomia e l’ambiente.
A Pantelleria Rallo era molto apprezzato e in questi giorni sono stati tanti i messaggi di cordoglio e le testimonianze. E’ stata poi lanciata una proposta, quella di intitolare una strada a Giacomo Rallo.
ANTONIO RALLO. Antonio Rallo è il nuovo presidente di Unione Italiana Vini. Lo ha eletto all’unanimità il nuovo Consiglio Nazionale nel suo primo insediamento avvenuto oggi nella sede UIV di Milano. Antonio Rallo, già vicepresidente vicario, impegnato da anni in UIV sui temi della promozione e dell’OCM vino, succede a Domenico Zonin e resterà in carica per il prossimo triennio.
“Ringrazio i consiglieri per la fiducia che hanno manifestato nei miei confronti – commenta Antonio Rallo, presidente di Unione Italiana Vini. Accetto questo ruolo con piacere e grande responsabilità, raccogliendo l’eredità del presidente e del Consiglio Nazionale uscente, che hanno saputo creare all’interno di Unione Italiana Vini un clima di collaborazione fattiva stimolando un’intensa attività in tutti i settori di interesse del comparto con risultati concreti sotto gli occhi di tutti. Proprio per questo, chiedo fin d’ora a Domenico Zonin di continuare il cammino al nostro fianco, portando il prezioso contributo che ha consentito a Unione Italiana Vini di essere riconosciuta quale principale riferimento istituzionale per il mondo vitivinicolo a livello nazionale e di raccogliere sinceri apprezzamenti anche a livello comunitario”.
“Da oggi stesso – continua Antonio Rallo – ci metteremo al lavoro per valorizzare i punti di forza emersi in questi anni, interpretando in senso autentico lo “spirito di continuità” che vuole lo sviluppo ulteriore dell’azione politica e l’implementazione dell’organizzazione interna. Per un’associazione che sia sempre più inclusiva verso tutte le imprese del ciclo economico della filiera vitivinicola (piccole e grandi imprese, viticoltori, cooperative, industria e commercio, consorzi e/o altre forme associative) e, pertanto, diventi maggiormente rappresentativa dell’intera filiera stessa. Un’associazione “di tutti gli imprenditori e per tutti gli imprenditori” che sappia farsi interprete dei principi dell'etica d’impresa, dei valori territoriali e dello spirito di filiera”.
“Lascio la presidenza con grande serenità – aggiunge Domenico Zonin - perché so che Antonio Rallo sarà una guida sicura per Unione Italiana Vini. In questi anni abbiamo lavorato molto per ampliare la base sociale e sviluppare una capacità nuova di dialogare con la politica e le istituzioni italiane ed europee. I risultati sono stati ottimi grazie alla partecipazione delle aziende alla vita associativa ed alla costruzione di un efficace gioco di squadra nel Consiglio Nazionale che ha permesso di essere più veloci nell’affrontare le varie tematiche proposte dall’attualità, rapidi nell’assumere decisioni sugli orientamenti politici, quindi tempestivi nel dare risposte alla politica, alle istituzioni e al mercato. Ringrazio l’attivismo, l’impegno e il coinvolgimento di tutti i Consiglieri che hanno supportato la mia presidenza, dando prova di una maturità nelle scelte e nei comportamenti che, con Antonio, sono certo crescerà ancora in futuro. Il Consiglio Nazionale - conclude Zonin - è diventato in questi anni un luogo di confronto e dibattito tra le diverse anime della filiera: penso ai viticoltori, ai commercianti, agli industriali fino alle cooperative, come non era mai successo prima”.
Oltre ad Antonio Rallo, il consiglio ha eletto anche un vice presidente vicario della Confederazione, Ernesto Abbona, presidente della Federazione Nazionale degli Industriali Vinicoli, e un vice presidente, Quirico Decordi, presidente della Federazione Nazionale del Commercio Vinicolo.