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20/05/2016 06:10:00

Immigrazione, la Commissione a Trapani. Alfano vuole gli hotspot "galleggianti"

 La commissione di inchiesta che fa il punto sul sistema dell'accoglienza dei migranti in Italia è stata a Trapani, dove ha incontrato il Prefetto Leopoldo Falco, e ha visitato l'hotspot, l'ex Cie di Trapani, in località Milo. "Siamo qui - ha detto il presidente Riccardo Gelli - per controllare le modalità di gestione dei centri nell' ambito della nostra veste istituzionale. A breve presenteremo una relazione in Parlamento. L' accordo con la Turchia ha bloccato la rotta balcanica, ma ci potrebbero essere altre percorsi che conduco fino ale nostre coste Per questo bisogna monitorare con attenzione il sistema ed essere pronti alla eventuale straordinarietà che per ora, pero, non c' è. Il flusso, infatti, è il linea con quanto avvenuto nel 2014 e nel 2015".  Per Gelli, Trapani è un esempio per il paese. Il procuratore di Trapani Marcello Viola, ha poi confermato le indagini in corso circa le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione dei centri d'accoglienza, come più volte raccontato da Tp24.it. 

Il Ministro dell'Interno Angelino Alfano, da parte sua, dichiara che "c'è una disponibilità assoluta da parte nostra ad aprire nuovi hotspot, anche perché ci conviene e decideremo dove farlo in base alle esigenze". Alfano rilancia anche sugli “hotspot galleggianti”, strutture navali in mezzo al Mediterraneo per identificare i migranti in arrivo dal nord Africa. Il ministro dell’Interno ne aveva parlato già a fine aprile in Sicilia in un incontro con il commissario Ue all'Immigrazione Dimitri Avramopoulos. 

Gli hotspot galleggianti sono una proposta italiana, certo. Si aggiungerebbero a quelli già operativi a Pozzallo, Lampedusa, Trapani e Taranto. Ma il 12 maggio scorso il ‘Telegraph’ ha dato conto di un documento della presidenza olandese di turno dell’Ue che riprende la proposta del governo di Roma. In quanto, scrivono gli olandesi, il flusso di immigrazione dall’Africa si prepara ad essere notevole come quello del 2014: “La rotta del Mediterraneo centrale sta riemergendo come la risorsa primaria per gli ingressi illegali in Europa”, recita il documento.

Gli hotspot galleggianti servirebbero a gestire i flussi lontano dalla terraferma e dall’elettorato di riferimento, che potrebbe risultare particolarmente sensibile in tempi di campagna per le amministrative e per il referendum di ottobre. Secondo l’ipotesi allo studio a Bruxelles, si tratterebbe di navi della marina con una capacità di mille persone. A bordo, verrebbero identificate e rispedite nei paesi d’origine nel caso in cui non abbiano il diritto all’asilo.

Oltre che sostegno a livello europeo, la proposta incassa un sostanziale ok dall’Unhcr. “Ne ho parlato anche con la Guardia costiera”, ci dice Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati che incontriamo a Montecitorio al termine della cerimonia che gli ha assegnato il premio Ispi 2016. “Dobbiamo capire meglio come funziona – continua - Ci sono delle questioni un po' complesse da risolvere, ma certo è positivo tutto quello che può rendere più snella l'accoglienza nel rispetto dei principi, e cioè dell'accesso alla procedura d'asilo per chi ne fa richiesta”. In ogni caso va bene cercare "soluzioni pratiche, specie se ci saranno in futuro dei flussi importanti come in passato, cosa che al momento non c’è ma la situazione troppo imprevedibile”.

Punto importante da chiarire: dove verranno posizionate le navi. Se in acque italiane o meno. Un particolare cruciale per le richieste di asilo che, secondo il regolamento di Dublino, devono essere inoltrate nel paese di primo approdo.