Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
08/06/2016 06:25:00

Vita. Un murale policromo in ceramica dedicato al Patrono

Vita, il paese edificato dal seicentesco barone Vito Sicomo, assurta di recente alle cronache per una serie di episodi certamente non esaltanti, dovrebbe essere nota anche per la presenza di una trentina di murales. Fatto unico in provincia, fanno bella mostra di sé lungo le principali arterie del comune. Realizzati nel periodo della sindacatura di Enzo Ingraldi, l’idea fu però di Isidoro Spanò, responsabile in quei tempi dell’Ufficio Turistico. Un personaggio molto conosciuto, Spanò, anche fuori dalle mura cittadine, per via di una sua mai esaurita vena poetica e che lo porta in giro per l’Isola in occasione di concorsi di poesie in lingua siciliana. Ma l’amore lo riversa tutto per la sua cittadina. Una ne pensa e cento ne fa, verrebbe da dire. I murales sono stati una delle sue tante iniziative. L’intento, marcato da una sottile vena polemica, era di abbellire alcuni angoli del paesino altrimenti condannati all’incuria per la mancata e definitiva ricostruzione dopo il sisma del ’68. Arredo urbano, viene chiamato. Realizzato però in economia e con pochissimi soldi, coinvolgendo nell’impresa diversi artisti della provincia. Gli affreschi dai vividi colori mediterranei rappresentano aspetti di vita sociale e religiosa della comunità si possono ancora oggi ammirare, anche se alcuni di essi necessiterebbero di una “rinfrescatina”. Da quando Isidoro Spanò è presidente del “Lions Club Salemi Valle Del Belice” non ha perso occasioni per lasciare più di una traccia della sua presidenza. Due, fino a questo momento, le iniziative portate a termine. Si tratta di un progetto ambizioso, definito di “sussidiarietà”. Nel senso che s’intendono realizzare eventi concordati con tutte le Amministrazioni comunali che si susseguono, di qualunque orientamento politico esse siano. Ma, cosa più importante, il tutto con il coinvolgimento dei cittadini. Il che significa che il Lions Club, una volta redatto un progetto, lo sottopone al vaglio della comunità e richiedendone anche il contributo finanziario. Niente quindi “assistenzialismo” o “beneficenza” profusi dall’alto. Il fine è il concreto coinvolgimento della gente. Una procedura utilizzata per l’allestimento del mosaico in onore del patrono e protettore della città San Vito martire, che una “passio” (racconto di martiri) lo fa nascere a Mazara del Vallo. Un santo autoctono, come si vede, e Patrono di altre due cittadine del trapanese. Il mosaico realizzato con piastrelle di ceramica, dipinte a mano dalle artiste sorelle Maiorana, è stato collocato nella nicchia esterna della Chiesa Anime Sante del Purgatorio, dove prima esisteva un dipinto dello stesso santo. L’opera è stata portata a termine dalla ditta Maior di Calatafimi-Segesta. L’organizzazione e l’aspetto logistico della cerimonia d’inaugurazione, presente anche il sindaco Filippa Galifi, sono stati a cura della Pro Loco, guidata dall’instancabile Maria Scavuzzo.
L’altra iniziativa portata a termine ha una forte valenza simbolica, oltre che estetica. Riguarda la rinumerazione della via Giovanni Verga, un tratto di strada che unisce il nuovo al vecchio centro. Anche in questo caso le targhe dei numeri civici sono realizzate in ceramica e dipinti a mano. Oltre al numero, la targa riporta il nome della via e un logo che stilizza l’Albero della Vita, di cui parla Giovanni l’Evangelista nell’Apocalisse e che non bisogna confondere con l’albero di Sicomero che è inserito nello Stemma comunale. Anche in questo occasione il coinvolgimento degli abitanti della zona è stato totale. Un’idea che senz’altro da diffondere ed emulare.

Franco Ciro Lo Re