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10/06/2016 09:00:00

Marsala. Gli trovano armi in casa ma avevano sparato contro casa dei genitori. Processato

 La polizia gli trova delle armi da fuoco in casa e dalla perizia balistica si scopre che una di queste (una pistola 7.65 marca Beretta) aveva sparato due colpi contro l’abitazione dei suoi genitori. Al centro della vicenda c’è il 35enne pregiudicato Pietro Bonafede. Sia lui che i genitori abitano in contrada Ventrischi. Una zona “calda” dell’entroterra marsalese. E’ la stessa dove è stato ucciso il maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi. Due volte il Bonafede è stato trovato in possesso di armi. Nel gennaio 2014, due fucili e 150 cartucce. E nel settembre dello stesso anno, un altro fucile (rubato nel 2011), la pistola Beretta 7.65, una carabina ad aria compressa e 86 cartucce. Per la ricettazione e l’illegale detenzione di armi e munizioni è già stato condannato in primo grado a due anni di carcere. Adesso, è sotto processo davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone per i due colpi di pistola contro la casa dei genitori la notte del 2 ottobre 2013. L’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Casano, dice di non aver mai sparato contro l’abitazione dei genitori. E neppure questi ultimi credono possibile una tale eventualità. Bonafede, però, non vuol dire da chi e quando ha avuto le armi e se ha dato la pistola a qualcuno quando questa ha sparato. Probabilmente, il pregiudicato reputa troppo pericoloso per lui fare dei nomi. Ma così rischia di essere condannato. Anche se nell’ultima udienza, l’ex ispettore capo di polizia Vincenzo Marino ha dichiarato che non risultano elementi per affermare che a sparare fu Pietro Bonafede. L’arma, però, è stata trovata in suo possesso. E questo è un dato di fatto. Ma la stessa pistola non ha sparato solo contro la casa dei genitori dell’imputato. Dalla stessa perizia balistica, infatti, è emerso che da quest’arma partirono i colpi che bucarono la carrozzeria della Bmw del figlio dell’ex candidato sindaco Franco Stalteri. Ma nel settembre 2014 la polizia non trovò solo armi. In un terreno vicino l’abitazione di Pietro Bonafede, infatti, furono trovate anche 45 piante di cannabis. E per questo, il pregiudicato ha già patteggiato la condanna, come anche per gli oltre quattro chili di marijuana che i carabinieri gli hanno trovato in casa lo scorso febbraio. E così dai “domiciliari” è stato trasferito in carcere.