E’ piuttosto singolare la vicenda del 42enne pregiudicato ed ex tossicodipendente catanese Guglielmo Quattrocchi, che nel 2012 si trovava agli arresti “domiciliari” presso la sede marsalese della comunità “Faro”. Qui, aveva iniziato il programma di disintossicazione, ma temeva di dover tornare in carcere. E sapendo che né a Marsala, né a Trapani c’era una sezione per il recupero dei tossicodipendenti, decide di andare al carcere di Giarre (Ct), dove invece c’è tale sezione. Allora, scrive una lettera al giudice di sorveglianza per comunicare la sua decisione e parte. Senza, però, attendere l’ok. Finisce così per essere accusato di evasione dagli arresti domiciliari. Anche perché al carcere di Giarre, non essendovi un ordine di carcerazione, non lo fanno entrare. Adesso, per questa storia, il giudice monocratico di Marsala lo ha condannato a 6 mesi di reclusione. Ovvero, la metà del minimo della pena prevista dal codice penale (da uno a tre anni). “Il giudice ha compreso la situazione – dice l’avvocato difensore Paolo Pellegrino, anche se probabilmente non poteva fare diversamente. Noi, comunque, faremo appello”. Per Quattrocchi, il pubblico ministero aveva chiesto un anno di reclusione, mentre il suo difensore aveva invocato l’assoluzione, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.