Devo necessariamente iniziare mostrando un certo stupore. In molti mi chiedono se intendo o meno partecipare alle Primarie in vista delle prossime amministrative. Su questo versante mi sono espresso diverse volte e senza alcun giro di parole ma, considerato che sembra rimanere qualche dubbio, lo dico chiaramente: non potrei in alcun modo evitare di dare il mio personale contribuito alle Primarie all’interno di un
progetto del quale condivido obiettivi e programmi. L’ho dichiarato, credo, in ogni forma possibile ed in tempi non sospetti. Anche
quando non tutti hanno condiviso l’uso di questo inestimabile strumento di partecipazione. E non ho mai nascosto come abbia sempre ritenuto la carica di Primo Cittadino della propria città l’impegno più bello, e al tempo stesso impegnativo, per chiunque coltivi una sincera passione politica.
Perché essere Sindaco è qualcosa che devi fortemente volere, deve essere il frutto di un amore totale e una dedizione incondizionata verso la Città in cui sei nato e cresciuto. Personalmente credo di poter dare un contributo per sollevare questa Città dalle attuali sofferenze. Trapani è in uno stato “comatoso”, senza progettualità, senza una idea di sviluppo e, cosa più grave, senza quella coesione sociale che è alla base della
crescita di un territorio. Questo anche perchè, almeno sul versante politico e amministrativo, si trova, ormai da decenni, incartata su liti pregresse e anche personali, che spero non trovino sponde nei protagonisti prossimi della competizione elettorale. Abbiamo assisistito ad anni d’insulti e accuse reciproche tra ex alleati, con uno scaricabarile continuo che ha trascinato Trapani, la nostra Trapani, in uno stato di quasi apatia economica e culturale. Il mio personale dubbio sul “metodo” verso il quale stiamo arrivando alle primarie riguarda proprio il rischio di trasportare, anche nella Trapani che verrà, gli strascichi di faide politiche che sicuramente non aiutano la città. La chiarezza di comportamenti, la coerenza di pensiero e di azione, l’affidabilità di un progetto condiviso che nasce dal confronto, sono elementi che “devono” fare parte
della campagna elettorale che “deve” segnare l’inizio di una rinascita territoriale. Ma questo non deve ridursi ad una dichiarazione di principio. Questa città ha senz’altro bisogno di “sognare” il proprio futuro, andando oltre la semplice “amministrazione”. Ma un sogno rimane tale e non si trasforma in progetto se non si parte dalla soluzione di problemi concreti e non si riporta il dibattito sui fatti. Vorrei confrontarmi su questioni reali, sul perché il Luglio Musicale è, nuovamente, ridotto in un produttore di debiti, sull’efficienza della macchina amministrativa dell’Ente Comune, sulle scelte imprescindibili sulla raccolta differenziata e sulla Trapani Servizi, che interpreta le politiche ambientali in Città.
Un discorso a parte e tanta rabbia per le occasioni sprecate per affermarci, definitivamente, nel marketing /offerta turistica dove le iniziative del privato, quasi mai vengono incoraggiate, se non addirittura boicottate. Un confronto che porti la Chiazza, la Casina delle Palme, il Lazzaretto, il Bastione al centro delle iniziative e non come un peso da “disamministrare”, con il rispetto per il passato, per un futuro bello e possibile.
Certamente le primarie sono uno strumento valido, e nel caso Trapani, possono essere anche decisive, ma soltanto se le concepiuremo come “primarie delle Idee”. “Primarie delle Priorità”, e non delle personalità, affinchè non siano un semplice “regolamento dei conti”, e all’interno del PD o piuttosto di una coalizione. Il cittadino ha bisogno di risposte concrete e non di “guerre di palazzo”. Se la Politica non saprà dargliele sceglierà, legittimamente, il suo contrario, fomentando astensionismo e antipolitica. Priorità, quindi e confronto aperto con i cittadini sulle grandi scelte. Perché il sindaco che verrà dovrà avere l’autorevolezza sancita da un mandato chiaro per valorizzare Trapani nei luoghi e nelle sedi opportune.
Trapani non merita l’attuale immobilismo, ripeto, frutto anche di attriti all’interno della coalizione vincente nel 2012, che ci ha visto all’opposizione e promotori di una mozione di sfiducia, io in prima persona e convintamente. Quindi: si, mi candido alle Primarie per amministrare la nostra città, e voglio ribadire che penso a Primarie vere, che stabiliscano l’inizio di un percorso politico che riapra il dialogo con e verso il territorio, verso la cittadinanza, e che non siano nemmeno lontanamente il “politichese” che gli elettori oggi non potrebbero capire e che sicuramente non potrebbero accettare.
Vincenzo Abbruscato