Lascerà scorie che saranno difficili da smaltire la discussione del piano rifiuti a Marsala. Scorie politiche, incubate per parecchi mesi e che scoppiano ad ogni appuntamento importante. E’ notte fonda nella maggioranza che sostiene il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo. Una situazione politica instabile, in cui maggioranza e opposizione si mescolano e mandano in tilt gli equilibri nati un anno fa dalle elezioni.
Una maggioranza, il termine è abusato, spaccata ancora oggi, con il piano d’intervento sui rifiuti. Le accuse reciproche tra amministrazione e consiglio comunale, tra sindaco, vice e quella parte della maggioranza che dissente dai metodi del duo Di Girolamo-Licari, sindaco e suo vice.
La fronda interna alla maggioranza è guidata da Enzo Sturiano, presidente del consiglio comunale, che compie in questi giorni un anno da separato in casa. La sua elezione a seconda carica della città un anno fa è stato l’inizio della lunga crisi con l’amministrazione.
Negli ultimi mesi il dissidio è diventato più forte, e dietro di lui, oltre al gruppo Democratici per Marsala (che dovrebbe far parte del Pd), c’è il vice presidente Arturo Galfano, praticamente scomunicato da Cambiamo Marsala, e il Psi.
I socialisti sono gli unici ad avere un rappresentante in giunta, l’assessore Lucia Cerniglia, che viene data sempre in bilico, sempre come prima pedina politica da sacrificare nella giunta Di Girolamo. E proprio ieri, la giornata di fuoco sul piano rifiuti, si è aperta con la conferenza stampa dei socialisti.
Michele Gandolfo, consigliere del Psi, è stato presidente della commissione d’inchiesta sui rifiuti, due anni fa, e ha sviscerato tutti i vizi dell’appalto dell’Aimeri. In questa occasione ha presentato una quindicina di emendamenti al piano della Esper. Emendamenti che puntavano a stravolgere il piano caro all’amministrazione. Gandolfo contesta alcuni vizi di legittimità sull'esclusione degli emendamenti. E, chi lo doveva dire, gli ha dato manforte il presidente del consiglio comunale Enzo Sturiano: "Siamo stati snobbati dall'amministrazione comunale, non ci è stata data la possibilità di discutere gli emendamenti, - dice Gandolfo - soprattutto dal punto di vista economico e finanziario". "Volevamo migliorare il piano a tutela dei cittadini, perché non si possono aumentare le tasse" aggiunge un altro consigliere comunale, Ignazio Chianetta. "Il Psi ha sostenuto il sindaco sin dalle elezioni. La nostra è una critica leale, su aspetti tecnici. Non c'è nulla di politico", ha detto Lucia Cerniglia, assessore dell'amministrazione Di Girolamo e segretario del Psi. Ma con questi continui scontri, tra Psi e sindaco, la sua posizione potrebbe essere sempre più in bilico nella giunta. Si dimette? "No, se il partito non me lo chiede". Ma così è troppo facile. Il partito non glielo chiederà mai, e Di Girolamo non ha per nulla intenzione di fare il primo passo. D’altronde proprio gli ultimi movimenti del Psi il sindaco non li ha “monitorati”. Non ha seguito, come guida politica, l’adesione di Chianetta al Psi e quindi alla sua maggioranza. Con i tempi che corrono l’ultima cosa che vorrebbe fare il sindaco è un rimpasto di giunta. Ma anche se accadesse? Non andrebbe mai a ricercare un nuovo assessore dal gruppo di Sturiano. Non darebbe il contentino neache al gruppo “Cittadini non sudditi”, composto dai dissidenti del Psi Letizia Arcara e Oreste Alagna. L’apertura all’opposizione, in particolare all’Udc, sembra essere una ipotesi lontana ad oggi, ma in futuro tutto può succedere.
Una maggioranza risicata, in continuo scontro. Ieri in aula non c’era Antonio Vinci, capogruppo del Pd, che negli ultimi tempi è stato molto critico nei confronti dell’amministrazione. Nervi tesi anche tra gli stessi consiglieri. Ieri Nuccio e Chianetta non se le sono mandate a dire, con attimi di tensione in aula prima della ripresa dei lavori. E’ vero, il piano dei rifiuti a Marsala tocca tanti interessi. Ma tocca anche molti nervi scoperti nella risicata e a tratti rissosa maggioranza del sindaco Di Girolamo. Come ricucirà i rapporti il sindaco? Sarà in grado di farlo senza essere costretto a concedere assessorati ai gruppi dissidenti?