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03/07/2016 20:10:00

Scrive Peppe Donato, sul Cassaro di Marsala e la sua "volgarità"

 Quanti hanno avuto il piacere di vivere quelli che alcuni definiscono i “mitici anni ’60”  ricordano ancora la via XI Maggio di Marsala come una delle strade più eleganti della Sicilia occidentale. Gli splendidi negozi di Pezzano, Schirò, Emmola, Bonventre, Portelli, Gasperino, per citarne alcuni che tornano alla memoria, attiravano, con il loro prestigio, con la loro signorilità e la qualità dei loro articoli, la clientela da tutta la Provincia ed anche oltre. La via XI Maggio, il nostro Cassaro, sia quello chiamato “vivo” che quello denominato “morto”, destava l’ammirazione dei forestieri e stimolava l’orgoglio di noi locali. Purtroppo lo splendore di quegli anni è tramontato, sono scomparsi quei prestigiosi negozi e i loro proprietari. I tempi mutano, sopraggiungono le crisi. Adesso il Cassaro ha perduto  quella splendida immagine di eleganza e raffinatezza. Pazienza così è la vita e bisogna  andare avanti. Ai giorni nostri lungo quella strada si aprono friggitorie che talvolta rendono  l’aria maleodorante, negozi di abbigliamento e pub che inondano la via di assordante  musica da discoteca trasmessa a tutto volume e che talvolta abbagliano i passanti con luci psichedeliche. Mi chiedo: esiste un regolamento comunale a cui debbono attenersi i pubblici esercizi in generale e quelli aperti nel “salotto della città” in particolare? Esiste una normativa sull’inquinamento acustico che faccia sì che ognuno abbia il diritto di ascoltare la musica che ama senza, però, imporla al prossimo? In altre parole cosa sogniamo che debba essere questo centro storico di Marsala, la sua piazza Loggia e il suo Cassaro? Un luogo dove è bello passeggiare, sedersi ai tavoli dei locali, discorrere serenamente accompagnati da odori soavi e musica da sottofondo, quale che essa sia, o un posto dove turarsi il naso, dove affrettare il passo per non essere storditi dal frastuono o abbagliati, addirittura, da luci psichedeliche? In altre parole, si potrebbe, con l’aiuto dell’amministrazione comunale, trovare una via di mezzo tra l’antica eleganza e l’attuale volgarità?

Peppe Donato