Alla pochezza, purtroppo, ci si abitua. Alla bruttezza, anche. Soprattutto in Sicilia, soprattutto qui. Uno dice: così non va, così non mi piace. La prima, la seconda volta. Non c'è una terza. Poi neanche ci pensa più. Ci fa l'abitudine, si fa piacere l'andazzo, se ne fa una ragione, se proprio non ce la fa guarda da un'altra parte. Oppure: si mette le mani davanti agli occhi.
Piccole cose ti avvelenano la qualità della vita, il piacere di stare in un posto, di "essere" comunità. E insomma, il fatto è questo: siamo a Luglio, e a Marsala, "città turistica e d'arte", e bla bla bla, non c'è uno straccio di un programma uno di spettacoli o eventi per l'estate. Non c'è neanche l'ultimo baluardo della frescura residente: quel cinema sotto le stelle al Complesso Monumentale di San Pietro che, almeno, serviva per vedere quei film che c'eravamo persi nei mesi precedenti. Ecco, neanche il cinema a San Pietro c'è più.
Come ad un certo punto, tempo fa, non c'è stato più il Jazz Festival - ormai un'era geologica fa, lo so - e poi non ci sono stati più ad un certo punto i notturni al Carmine, e poi non ci sono stati più i concerti dei grandi artisti a Porta Nuova o in Piazza Loggia e poi hanno chiuso l'Itriella, dove l'associazione "Baluardo Velasco" organizzava cose notevoli. L' avete visto, come è ridotta? L'abbiamo restaurata e riaperta cinque anni fa. "E' il nostro piccolo Spasimo" dicevamo. Adesso - lo vedete nelle foto di questo articolo - è una sorta di spasmo, piuttosto, l'ennesimo, nel soffocante centro brulicante non di persone ma di munnizza ai margini delle stradine, dove l'unica novità sono i sensi di marcia che cambiano, i divieti di sosta che si aggiungono, quasi che la mano santa della polizia municipale ci volesse fare una cortesia: non fermatevi, qui, non fermatevi.
La notizia, comunque, non è che queste cose (il jazz, l'Itriella, il cinema, i concerti, l'estate...) non ci sono più.
La notizia è un'altra, ben più grave: ormai ci siamo abituati.
I primi, noi. Fino all'anno scorso in redazione avremmo fatto le barricate anche per una cosa piccola, ma significativa, come quella del cinema a San Pietro. Adesso, preso atto che la gara del Comune (fatta, tanto per cambiare, solo qualche giorno fa. La programmazione non è di casa, in questa città...) è andata deserta, abbiamo scritto il nostro articolo per raccontare la cosa. E basta.
Nel frattempo, Petrosino sembra Las Vegas. E anche su questo piccolo miracolo (che poi chiamiamo miracolo il fatto, semplice che a Petrosino accada "qualcosa", la sera...) ci siamo adagiati. Diamo per scontato che ormai Marsala è "insula" di Petrosino, sua appendice metropolitana.
Ci siamo abituati al nulla. Tanto, dice il Sindaco Alberto Di Girolamo, non ci sono soldi. E anche questa bugia detta con il candore di chi sembra amministrare più una curatela fallimentare che una città, ormai ci ha preso per rassegnazione e stanchezza.
E allora, per non rassegnarci, cominciamo per esempio a ribellarci alle piccole bugie. Non ci sono soldi: non è vero. I soldi ci sono, non li vogliamo utilizzare, perché vogliamo risparmiare. Ma di questo passo, risparmiando risparmiando, con la scusa di essere senza soldi, un giorno ci ritroveremo senza città, nel senso che per legge del contrappasso seguiremo la punizione - noi che abbiamo dimenticato anche la poesia, in questa città - di quel verso che fa: Lentamente muore....
Lentamente muore una città che non ha neanche la capacità di organizzare una rassegna di quattro film in croce.
Lentamente muore una città che è soggetta alla dittatura dell'inglesismo nelle poche cose che organizza: è tutto "hair fashion", "stylist fashion", "mister e miss...", "talent..", facciamo parodia di arti che non abbiamo, mettiamo in mostra i corpi, acconciature e messe in piega improponibili, eleggendo reginette di quartiere e di contrada, per nascondere quello che abbiamo dentro, e che è forse miseria. Dacci oggi il nostro porno quotidiano, verrebbe da dire.
Lentamente muore la comunità che si arrende alla bugia del "non ci sono i soldi". Non è vero, i soldi ci sono. Di più:i soldi vengono spesi male.
Ci siete passati dal "luogo" dei Mille? Quello che ancora qualcuno si ostina a chiamare "Monumento", quello. Ogni tanto ci passo. Nonostante tutto, gli voglio bene. Credo che alla fine, quel monumento mancato ci racconti in pieno, più adesso, rispetto a prima. E' un luogo che vuole essere tante cose, timidamente, e non è nulla. L'aborto più lungo nella storia delle opere pubbliche in Italia. Non è memoriale, perché nessuno racconta. Non è monumento, perché non ne ha le dimensioni. Non è sala conferenze, perché sembra un tomba. Non è museo, non è punto informazioni. Non è neanche belvedere, non ha neanche quell'altezza che magari ti permette di contemplare qualcosa in più dei bancali del porto e dei cumuli di alghe lì davanti.
Lentamente muore una città che si rassegna a chiamare quel luogo monumento.
Diceva Danilo Dolci: "Ciascuno cresce solo se sognato". Vale per gli uomini, vale per le città. Ecco perché dico che tra poco Marsala non esisterà più. Nessuno sogna. Nessuno la sogna. Si, per carità, Ombra sogna il porto come i miei amici Peppe e Stefania sognano il loro bel chiosco sul bastione della Villa Cavallotti. Poi ci sono i miei amici sognatori incalliti, Barbara Lottero e Massimo Pastore, quelli che non si arrendono.
Ma qui mi riferisco ad altro. E' il sogno che diventa sentimento collettivo, sentire comune, partecipazione ad un progetto. Da quanto tempo blateriamo di "Mozia patrimonio Unesco"? Ogni due anni qualcuno rilancia il tema, chi può acchiappa anche una consulenza sul tema, i giornali fanno il titolo come se fosse cosa fatta (ah, in questo lentamente morire quanta responsabilità hanno i giornalisti che per quieto vivere esaltano tutto quello che viene dal potente di turno....?). Poi passa il tempo, e ci si ritrova bis e daccapo: nuovo annuncio, nuovi titoli. Ad Erice, invece, si lavora alacremente e concretamente per candidare il Comune a capitale italiana della Cultura 2019. Il dossier è stato inviato qualche giorno fa a Roma. Magari non ci riusciranno, la concorrenza è spietata. Ma hanno messo insieme i Comuni vicini, anche Trapani, paesaggisti, politici e intellettuali. Hanno costruito un sogno, qualcosa comunque resterà.
A Castelvetrano va avanti seriamente la candidatura di Selinunte a Patrimonio Unesco. La sostiene pure il Comune di Mazara del Vallo. Si fanno riunioni, serie, ci si confronta. E' una strada in salita, ma anche in quel caso, è la costruzione di un sogno.
Noi invece non riusciamo a parlare che del contingente. E ne parliamo male. Altri versi, questa volta è Claudio Lolli: "Disoccupate le strade dai sogni / non ci sarà posto per la fantasia". Si parla tanto di rifiuti, in questi giorni, della continua emergenza, dei mezzi che passano e non passano, di quello che fanno o che dovrebbero fare: la pulizia delle spiagge, il lavaggio delle strade. Ma si ha come la sensazione che altri mezzi girino in città, la notte. Fanno una pulizia profonda, accurata: liberano appunto le nostre strade dai sogni. Così, Marsala, lentamente, muore.
Giacomo Di Girolamo