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18/07/2016 17:45:00

Il mio cortocircuito. Lo stato d'assedio del Tam di Marsala e il colpo di Stato in Turchia

Lo stato d'assedio. Teatro di Camus. Rappresentato dal Teatro AbusivoMarsalese – TAM- a Marsala il 16 e 17 luglio.
Il colpo di Stato in Turchia. Tentato da parte di parte dell’esercito tra le ore 21 circa del 15 luglio e le 3 del mattino del 16 luglio.
Camus parla della Spagna. Riferimento del suo tempo storico. Camus parla del Potere, il Potere è la Peste e la sua fedele efficientissima funzionaria è l’Immutabile . Così si autonomina, ma noi sappiamo che il suo vero nome è Morte. Ed è bella e biancovestita. Si adorna del velo da sposa. Questo Potere è quello di ogni tempo in ogni luogo. La Spagna è l’incidente.
Camus parla del Potere/Peste e nomina la Spagna, in cui la splendida terribile Peste, incarnata sulla scena del TAM, oggi 17 luglio 2016, ha voce e volto di una attrice; allora, in Spagna, aveva il volto di Francisco Franco, dittatore cattolico. La Peste in nome dell’ebreo palestinese Yeshua, il Cristo.
Colpo di Stato in Turchia. Mai ipotesi di assistere a colpo di stato in diretta radio –televisiva –smartfonica sfiorato m’aveva. Raro succede ciò che ti aspetti. E’ ciò che non ti aspetti che ti succede. Anche perché è proprio per questo che te ne accorgi.
Così Rai 1 TV al posto del programmato film imbandisce il vetusto format dei “ magnifici cinque”, cioè quattro ospiti/ esperti (decchè? poveretti!) e un conduttore (oddìo! anche sui treni si chiamano conduttori, e sono morti – per primi, suppongo, ma è questione di micron- nei due treni fracassatisi in Puglia, il 13 luglio). Ma è il 15 luglio e l’autostrage realizzata dalle ferrovie in Italia viene spinta ai margini dalla, ben più consistente, strage con auto, anzi autocarro frigo, sul lungomare di Nizza.
Sono le nove e trenta della sera. Con la mia solita lentezza sto ancora decidendo se cambiare canale o più semplicemente spegnere la TV per passare al computer , quando con fare sorpreso - ma “composto” aggiungerebbero i televisivi – il conduttore fa splash sulla nota di agenzia: ad Istanbul l’esercito ha chiuso i ponti sul Bosforo . E a seguire: ha occupato la TV di Stato; il presidente Erdogan è in volo su un jet privato, eccetera.
Il 4+1 prova a trasformarsi in commentatore in diretta di una diretta di un colpo di Stato. Hanno poco da dire. Immagini scorrono e notizie si susseguono, immaginarie o forse. Il jet di Erdogan sembra impazzito, sta andando in Germania, la Merkel gli sbatte la porta in faccia, no, sta andando in Inghilterra, ah!, ha fatto una virata ad U, si sta dirigendo verso il Qatar. I quattro esperti tacciono, il conduttore è mitragliato dalle note d’agenzia che deve ritrasmettere ai pigri utenti come me che hanno deciso di rinviare la dormita per “vedere la storia in diretta” .
Due giorni dopo mi chiedo “ ma che ho visto? Boh! L’unica immagine che mi resta, dopo il contro-colpo-di-Stato di Erdogan, è la “nuda vita” di cui parla Agamben, cioé quei tre o quattro militari denudati e circondati dalle bocche dei mitra e dagli scarponi dei poliziotti del Presidente…ma torniamo alla “diretta”: Sono circa le 23. Compare una giornalista che sta parlando con lo schermino di uno smartfone; sullo schermino appare la faccia di Erdogan, che invita il popolo a scendere in piazza e a fottersene del coprifuoco proclamato dai golpisti. E poi le migliaia per le strade e i soldati che sparano qualche colpo in aria ma mai sui loro concittadini. I carri armati fermi come giocattoloni fuori posto.
Alle due e trenta circa del 16 luglio arriva la notizia: il jet di Erdogan è atterrato, no, non in Qatar! Ad Ankara. Spengo la TV e vado a letto.
L’indomani apprendo che la Peste di Camus sta invadendo il Paese. Ma non l’ho capito subito. L’ho capito la sera del 17, fra le 21 e 30 e le 23, nell’anfiteatro allestito nel grande cortile del Giardino d’Infanzia di viale Whitaker, mentre assisto a “Lo stato d’assedio” di Camus, nell’allestimento curato dal nostro concittadino, Massimo Pastore, attento regista di un’opera molto difficile. Pastore sta donando, anno dopo anno, alla nostra città spettacoli teatrali che spero possano andare in tournée per tutta l’Italia e ha costruito, con la collaborazione appassionata di un nucleo compatto di attrici e attori, una vera e propria scuola di teatro. La città dovrebbe ringraziarlo per questo. Io lo ringrazio per aver “visualizzato” in maniera coinvolgente il discorso di Camus sul Potere.


Giovanni Lombardo