Pace fatta, per ora, tra gli artisti e il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo.
Ieri c’è stato l’incontro tra una delegazione di artisti marsalesi, il sindaco e alcuni membri della sua giunta.
Un incontro che arriva dopo le polemiche di questi giorni scaturite dalla frase infelice del primo cittadino in conferenza stampa presentando gli eventi dell’estate marsalese. Il sindaco si è lasciato scappare che “gli artisti devono abituarsi a lavorare gratis” parlando delle ristrettezze economiche. Poi ha aggiustato il tiro dicendo in sostanza che gli artisti devono abituarsi a non cercare contributi dai comuni, che sono senza soldi, ma a cercare sponsor privati. Ma la frittata era ormai fatta e il mondo culturale marsalese è andato in subbuglio. Sono stati in 140 a firmare il manifesto degli artisti marsalesi. Un manifesto e proteste che hanno portato all’organizzazione dell’incontro di ieri mattina. Una delegazione che rappresentava tutte le “categorie” ha spiegato il proprio malumore al primo cittadino e agli assessori alla Cultura, Clara Ruggieri, e al Turismo, Lucia Cerniglia.
Sindaco e assessori hanno fatto mea culpa e si sarebbero anche scusati. Il punto su cui ha insistito l’amministrazione è l’assenza di fondi per organizzare spettacoli ed eventi. Ma gli artisti hanno spiegato il proprio punto di vista, che volendo i soldi si trovano e che l’estate non è un periodo improvviso, che non sai quando arriva. E quindi l’invito a programmare, a inserire, tra le priorità dell’amministrazione anche la cultura. Sindaco e assessori allora si sono messi a disposizione chiedendo quasi aiuto agli artisti. Da questo incontro ne è venuta fuori la disponibilità da entrambe le parti di mettere in piedi un cantiere culturale per la programmazione. L’amministrazione s’è capito che non ha un progetto culturale per la città.
Per questo motivo è nato il progetto di un cantiere permanente per valorizzare le risorse del posto per creare un progetto culturale assieme al Comune che possa durare anche dopo l’amministrazione Di Girolamo.
La pace è stata fatta, con i buoni proposito classici per queste occasioni.
Certo non ci ha fatto una bella figura il sindaco e l’amministrazione in questi giorni. Una amministrazione sulla carta di sinistra ma che ha sottovalutato le tematiche culturali. Ieri su Repubblica Palermo il caso Marsala campeggiava in prima pagina, con il commento di Gery Palazzotto.
Ecco, riportiamo l’articolo integrale.
C’è l’esempio di Edoardo Bennato che suona dovunque. Piazze, outlet, festival, centri commerciali, al chiuso, all’aperto. Giovedì scorso era al Forum di Palermo e per due ore e passa ha mandato in delirio quattromila persone. E c’è l’esempio di Alberto Di Girolamo che non canta ma amministra Marsala, secondo il quale gli artisti devono abituarsi a suonare gratis. Tra Bennato e Di Girolamo c’è una Sicilia che produce sempre meno musica rock, leggera, jazz, che non coltiva più i suoi musicisti, che investe solo in sagre. Bennato e Di Girolamo incarnano, nella loro siderale diversità, il punto di partenza e il punto di arrivo di un’auspicabile discussione sul tema. Il cantautore, che proprio oggi compie 70 anni, dà una lezione di umiltà e passione poiché, nonostante rappresenti una colonna della
musica italiana, sa bene che in certi frangenti il passato è acqua fresca. Dice: «Il solo modo che ho per fare arrivare i miei nuovi messaggi alla gente è suonare, fare concerti».
Avanti tutta, non conta che le tue canzoni abbiano alimentato le speranze e accompagnato le rivoluzioni urbane di intere generazioni. Sì, sei Bennato, ma in quest’epoca in cui la storia è tutta in un istante, ci vuole poco a diventare nessuno. Il sindaco di Marsala corregge il tiro della sua improvvida dichiarazione e dice che gli artisti devono imparare non proprio a esibirsi gratis ma a cercarsi uno sponsor, come se suonare e trattare pubblicità fossero lo stesso mestiere. Insomma qui la partita è tra idee chiare e idee confuse. Al momento vincono le seconde.
Questa invece la nota del gruppo di artisti dopo l'incontro con il Sindaco:
Marsala ha un canto. Marsala ha una ricerca teatrale. Marsala ha una voce letteraria e poetica. Marsala ha colori e forme dell’arte…Senza questa voce, Marsala è muta. E la politica perde il senso di quella stessa narrazione che tutti dovrebbe accomunarci, sempre.
È partito tutto da qui, da una dichiarazione d’amore scritta dal musicista e compositore Gregorio Caimi e sottoscritta da oltre cento artisti marsalesi. È impossibile trovare una definizione univoca del termine artista, ci sarà sempre qualcuno che penserà di esserlo un po’ più di qualche altro, ma non è questo ciò che conta ora, non è di questo che si è parlato oggi con il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo e gli assessori, Ruggieri, Cerniglia e Passalcqua. Il primo obiettivo è stato raggiunto, dopo la pubblicazione del manifesto, attraverso i media locali, e grazie alla mediazione del consigliere comunale Daniele Nuccio e Linda Licari. Il sindaco ha chiesto e ottenuto un incontro con una delegazione rappresentativa degli oltre cento firmatari del documento. La disponibilità al dialogo c’è tutta. È stato ribadito a gran voce che il comparto culturale non può continuare ad essere considerato figlio di un dio minore, la crescita di un territorio passa anche e soprattutto da qui. Tutti gli artisti che hanno sottoscritto il manifesto sono pronti a dare un contributo in termini di idee, un cantiere permanente che già è nato con l’incontro di oggi, che ha già stabilito dove incontrarsi e quando. Da questo coro qualificato nascerà quello che Marsala non ha mai avuto: un progetto culturale. Un’ idea strutturata che conduca in qualche luogo e che sappia andar oltre il singolo evento di punta. Bisognerà trovare il modo d’istituzionalizzare il lavoro fatto, consolidarlo al di là di questa amministrazione che avrà il merito di averlo sostenuto nel suo nascere. L’idea è molto ambiziosa e non priva di difficoltà, in primis finanziarie, ma per la prima volta il gruppo è ampio e coeso, pronto alla condivisione nell’interesse della comunità nella quale vive e ha scelto di operare. Chi non vuole lasciare la propria terra deve attrezzarsi, affrontare difficoltà, ma se la politica si mette all’ascolto e ammette le proprie colpe nei ritardi e nell’aver sottovalutato il comparto culturale, allora c’è ancora speranza, così come ha detto il consigliere Nuccio: facciamo diventare un’opportunità questo momento di tensione e cominciamo a lavorare insieme.