Eccomi qua ancora una volta
seduto di fronte al pubblico della poesia
che seduto di fronte a me benevolmente
mi guarda e si aspetta la poesia
Il vento impetuoso insiste, eppure il pubblico della poesia resiste e, già prima dell’ora indicata per l’inizio di La poesia si fa o non si fa?, occupa tenacemente tutta la rocca, trasformatasi per l’occasione in baluardo di resistenza culturale contro l’annichilimento estivo.
come sempre io non ho niente da dirgli
come sempre il pubblico della poesia lo sa benissimo
certamente non si aspetta da me un poema epico
visto che non ha fatto niente per ispirarmelo
Contrariamente a quanto scrive Nanni Balestrini – l’autore del testo in corsivo che con una certa insolenza commenta le mie poche righe – noi la sera del 2 agosto qualcosa da dire al pubblico della poesia l’avevamo. Anzi, più di qualcosa. Abbiamo discusso di come si fa materialmente un testo poetico, del linguaggio dei poeti e delle loro supercazzole, infine della Casa della Poesia forse troppo popolata. Una dibattito accesissimo che vedeva agli antipodi i due interlocutori: da una parte Nino Contiliano, poeta dello scoglio, dall’altra Carola D’Andrea, vincitrice del premio InediTo-Colline di Torino 2016.
l’antico poeta epico infatti come tutti sappiamo
non era il responsabile della sua poesia
il suo pubblico ne era il vero responsabile
perché aveva un rapporto diretto
Trasportati da questo profondo senso di responsabilità nei confronti dell’evoluzione delle dinamiche del dialogo, il pubblico della poesia (nelle particolari figure di Marco Scalabrino, Marco Maldonato, Fabiola Filardo, Fabio D’Anna e Giovanni Lombardo) ha saputo offrirci delle riflessioni collaterali che hanno impreziosito la serata dando possibilità ai due protagonisti dell’agone poetico di approfondire gli argomenti esposti o aggiungere aspetti trascurati dall’incuria del moderatore.
con il suo poeta
che dipendeva dal suo pubblico
per la sua ispirazione
e per la sua remunerazione
Altolà! Chi ha parlato di soldi? Seguendo il vecchio adagio del carmen che panuzzo non ne dat, la serata è stata messa in piedi in tutta la sua consistenza artigianale dagli organizzatori, nonché dal sempre gradito ausilio dell’Amministrazione Comunale, rappresentata da Clara Ruggieri, assessore alle Politiche Culturali.
la sua poesia si sviluppava dunque
secondo le intenzioni del suo pubblico
il poeta non era che l’interprete individuale
di una voce collettiva che narrava e giudicava
Senza pretese accademiche o meno che mai tecniche, la speranza di essere stati capaci di veicolare qualcosa che trascenda i soliti format letterari - considerando l’entusiasmo ancora visibile post eventum - forse davvero è riuscita a inverarsi nell’animo del pubblico della poesia. E se questo è stato possibile un grazie va soprattutto all’interpretazione dei testi degli autori affidata a Francesco Vittorio Pellegrino e alle note di accompagnamento eseguite da Giacomo Bertuglia e Michele Pantaleo
questo non è certamente il nostro caso
non è per questo che siete qui oggi in questa sala
purtroppo quello che state ascoltando non è
il vostro poeta epico
Dovremmo allora rileggere Omero per rispolverare quei valori epico-collettivi propri di una poesia di cui oggi abbiamo estrema necessità? Chissà, magari ne rifletteremo assieme a fine agosto, sempre alle Due Rocche (Capo Boeo) di Marsala, per un altro intervento poetico. Il pubblico della poesia inizia a crescere.
Marco Marino
(Il testo citato di Nanni Balestrini è tratto da Antologica. Poesie 1958-2010, Mondadori 2013)