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28/09/2016 06:30:00

Marsala, Michele Licata. Oggi si decide sul rinvio al giudizio per il "re" degli alberghi

Oggi il Tribunale di Marsala decide se rinviare a giudizio o no il noto imprenditore del settore ristorazione-alberghiero Michele Licata e le figlie Valentina e Clara Maria, accusati di frode fiscale.

Michele Licata ci prova. L’imprenditore re delle strutture ricettive e delle sale ricevimenti di Marsala e Petrosino sta tentando di non perdere il suo impero economico finito sequestrato lo scorso anno dalla magistratura per evasione fiscale e truffa. Un impero da 127 milioni di euro, fatto da alberghi, sale ricevimenti, appartamenti. Tutto finito dietro i sigilli per un gran giro di fatture false che hanno portato ad una maxi evasione fiscale e all’ottenimento indebito di fondi statali ed europei. Fondi, secondo la procura di Marsala e la Guardia di Finanza, ottenuti con la collaborazione di altri imprenditori fornitori fittizi di servizi e materiali che staccavano fatture gonfiate o per rapporti inesistenti. Il sistema Licata si basava anche su imprenditori che avevano problemi economici, e a chi permetteva il gioco della fattura fasulla veniva dato, da quello che è emerso nell’inchiesta, una ricompensa del 2-3% sull’importo fatturato.


Adesso Licata tenta l’ultima strada per riavere i beni sequestrati, tutti o in parte. I suoi legali, gli avvocati Carlo Ferracane, Salvatore Pino e Stefano Pellegrino, lo scorso 22 luglio, hanno chiesto altri tre mesi di tempo per consentire all’amministrazione giudiziaria di pagare tutte le tasse e le imposte evase. La decisione del giudice per le udienze preliminari Riccardo Alcamo è attesa per oggi.
La strategia difensiva dei legali di Licata prevede di pagare tutte le tasse evase negli anni scorsi, che dal 2006 al 2013 ammonterebbero a circa 8 milioni di euro. I finanziamenti illecitamente ottenuti invece sarebbero di oltre 4 milioni di euro. Licata, così facendo, secondo i legali otterrebbe uno sconto di pena. Coinvolte nell’inchiesta ci sono anche le figlie, Clara Maria e Valentina. Il re delle strutture ricettive punta a rientrare in possesso del Baglio Basile, della Volpara, del Delfino e del Delfino Beach Hotel, strutture che generano milioni di euro l’anno di introiti, e che sono tra le più grandi sale ricevimento a Marsala e Petrosino. Nei mesi scorsi i legali avevano chiesto una prima sospensione dell’udienza preliminare per consentire all’amministratore giudiziario di versare le tasse evase. Allora, siamo a gennaio, il giudice era Franesco Parrinello. A lui poi subentrò Riccardo Alcamo perchè il collega si era dichiarato “incompetente” a proseguire nel giudizio visto che aveva condannato sei delle persone accusate di aver emesso proprio quelle fatture false che hanno consentito Licata ad evadere tasse e ad ottenere finanziamenti pubblici. Lo scorso ottobre l’Agenzia delle Entrate ha recuperato circa 4 milioni di euro dalle aziende del gruppo Licata, la somma più consistente che lo Stato abbia mai recuperato in Sicilia. Se il gup darà l’ok l’amministrazione giudiziaria potrà tornare a chiedere alla Sezione Misure Prevenzione del Tribunale di Trapani di sbloccare altre somme.