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20/10/2016 11:30:00

Marsala 1912. Occhipinti: "Senza cambiamento è la fine". Maltese: "Rinunciamo a giocare"

   Ieri pomeriggio, alla presenza di operatori dell'informazione, dei giornalisti e dipendenti dello Sport Club Marsala 1912, si è tenuta la conferenza stampa, presso lo stadio Municipale "Nino Lombardo Angotta" del dimissionario amministratore Giuseppe Occhipinti. Gli sedeva accanto, il legale della società avv. Tommaso Picciotto, pronto a rispondere per aspetti propri della materia giuridica. Una attesa febbrile ed effervescente ha contraddistinto le ore antecedenti la convocazione di quest'incontro. Sono state sviscerate a pieno tutte le trattazioni. Le traversie societarie e i litigi non sono più a conoscenza diretta di pochi intimi ma, al contrario, di tutta la città dopo ieri. Occhipinti ha svariato da argomentazioni a argomentazioni, illustrando e approfondendo (più di quanto fatto domenica in sala stampa a margine di Marsala-Mussomeli) ai presenti i motivi che lo hanno costretto a compiere un passo indietro rispetto alla più che coraggiosa decisione, presa a luglio scorso, di sobbarcarsi la gestione del Marsala calcio. Egli che, all'interno del sodalizio lilybetano, fino allo scorso anno occupava la mansione di segretario/vicepresidente e finanche uno degli undici possessori di quote (detiene il 15% del pacchetto azionario) e che oggi si definisce "socio minoritario" rispetto alla forza e all'unione degli altri dieci soggetti. Le prime parole proferite sono al vetriolo verso sindaco, amministrazione comunale e realtà economiche, ri-affermando, dopo averlo fatto domenica pomeriggio, il sentimento di amarezza per essere stato lasciato solo nel trimestre al timone societario, ma c'è di più. Ecco quanto affermato:

Dopo le dimissioni di domenica è stato giusto far capire le mie ragioni per questo mio passo indietro. Non sono un imprenditore, ma solo Pino Occhipinti. La passione forte per il calcio e per il Marsala, (non riesco a spiegarmi altro), mi ha portato quattro anni fa a essere uno dei tre "pazzi" a rilevarlo ultimo in Eccellenza a fine girone d'andata con un solo punto. Le mie dimissioni sono scaturite, a seguito della mia nomina tre mesi fa, dalle porte chiuse e i bastoni tra le ruote da parte di tutti. Sindaco in primis. Ringrazio solo mister Galfano e i ragazzi, loro sì che sono meritevoli di essere lodati. Per quanto riguarda gli sponsor e la cartellonistica, pur avendo firmato un contratto con regolare mandato con una ditta di pubblicità, un solo euro di introito non è arrivato. Mi dite senza entrate come porto avanti il Marsala? Nella bozza del mio progetto, firmata il 23 giugno 2016, prevedeva anche l'azionariato popolare, nel senso che la società nuova gestisce quella che sta affrontando la stagione agonistica per quest'anno, e sì dal prossimo anno, a seguito di una scissione, si continua a fare calcio con l'instaurazione di una nuova SRL sportiva. Obiettivo mio era quello di rilanciare il Marsala 1912 volendo aprire questa società con la costituzione di un'altra però a patto che sia gestita da imprenditori. Io il mio l'ho fatto, non ho coperture economiche tali da potermi assumere il pieno controllo di tutto e di una gestione così esosa come può essere un club di calcio.

Poi torna a parlare della telenovela estiva "ripescaggio si, ripescaggio no":

Se dovevamo tornare in serie D, è inutile fare ripescaggio se la realtà dice che la società non ha fondamenta solide. Senza programmazione seria si correva il rischio di fare un anno di D e ritornare dritti dritti in Eccellenza. Secondo tutto il Consiglio d'Amministrazione nessuno tra i due gruppi (Bonafede e Vinci) ha soddisfatto e mantenuto i termini e i requisiti da noi imposti perchè pretendevano che noi società gli andavamo incontro (ad es. Luigi Vinci pretendeva assegni a garanzia nostra ma era lui il potenziale acquirente e noi i venditori. Dovrebbe essere il contrario). Non ce la siamo sentita. Nessun imprenditore, vecchio o nuovo, ha aiutato me e prestarmi aiuto economico. Ho fatto tutto da me. Sono stato io il 16 luglio scorso a iscrivere, nel silenzio surreale di tanti, la squadra telematicamente. Da quella data, in cui era stata convocata l'assemblea dei soci con regolare ordine del giorno, si chiedeva a tutti di decidere che ruolo avere come soci.  Gli stessi che poi in assemblea vengono a votare contro di me e guarda caso con tutte le deleghe, ovvero 10 Vs 1. Io potrei pensare di cedere le quote gratis, ma gli altri farebbero lo stesso? Io non ho nessun problema.... Si facciano vivi quelli dell'altra fronda societaria e ne discutiamo pure stasera stessa

Nell'imminente, da parer suo, assicura:

Andiamo a fare la trasferta di campionato. Mi sobbarco le spese di Campofranco e fino a domenica prometto impegno economico. Ma da martedì mi metto da parte, rimettendo il mandato all'assemblea dei soci e a quello che decideranno gli altri membri del CdA. Perchè nessuno deve dire che Occhipinti si è comportato male. Io non vivo di calcio, mentre gli altri hanno dimostrato di avere interessi

Sulla assemblea dei soci riunita il 24 agosto scorso e che ha disposto Occhipinti amministratore unico, rivela una manovra inedita:

In quell'assemblea il gruppo Gerardi aveva le deleghe e presenti ne erano in cinque (altri soci) più io e ponendomi come condizione che per tre anni la Primavera Marsala doveva esserle affidato il settore giovanile. Ho accettato. Non era loro interesse disputare l'Eccellenza a mio dire. Il 16 luglio ho salvato io il titolo del Marsala. Ho preso la via della decisione meno peggio. Per avere il cambiamento ci vuole una società solida e non piena di debiti e che vale meno di zero.

Per quanto riguarda le cordate di imprenditori in orbita Marsala puntualizza:

Ci sono state due trattative. Una con imprenditori marsalesi, artigiani conosciuti in tutto il mondo e che da settimane e settimane sono in trattativa con noi. Mentre, l'altra con Giuseppe Bonafede che si è detto pronto a rilevare la società, e al quale, io so, era stato chiesto se volesse acquisire delle quote, ma uno che è interessato non vuole avere le quote, vuole la società. Anche i primi imprenditori citati stanno scappando, infatti alle 13,00 di oggi (per chi legge ieri) han comunicato di volersi ritirare. Chi prende la società deve fare una nuova SRL sportiva, questa non ha più motivo di esistere. In precedenza, ogni giorno c'era una frenata e sembrava sempre il giorno buono ma non si chiudeva mai. Io comunque sono a disposizione, chi volesse comprare io non chiedo nessun euro per la società. Io posso dare una mano servendomi della mia esperienza e per competenze e sbrigare, per conto della società, le carte e le pratiche federali. Ma, se così non fosse, posso anche starmene tranquillamente a casa

Poi, avv. Picciotto fa ulteriore chiarezza circa la cordata e cita un episodio della trattativa risalente a qualche giorno fa:

Un gruppo di imprenditori, professionisti si erano detti disponibili a fare calcio a Marsala senza secondi fini e senza scopi occulti, ma con la voglia di fare sport. Mi è stato chiesto di sondare l'eventuale disponibilità dell'altra fazione, contattando il collega avvocato Mauro e mi è stato detto che erano disponibilissimi a vendere. Nello stato in cui versa il Marsala non lo vuole nessuno. Quando ci siamo andati a sedere con gli altri detentori delle quote si erano fatte richieste onerose, complicate, con condizione e con valore nominale. All'incontro abbiamo partecipato in quattro: il sottoscritto, Occhipinti, l'avv. Mauro (legale del gruppo Gerardi) e un rappresentante di quelli che si definiscono soci di maggioranza (Matteo Gerardi). Ma mi chiedo anche io che cosa ci facesse Gerardi visto che non è possessore di deleghe in società. Il Marsala è aggravato da questa situazione difficile dal 2010, accumulata nel tempo. Il problema è la ripetitivitá degli eventi, che se viene un anno un tizio alla presidenza e non ha quote, viene un altro idem, non si può andare avanti così. Se ci sono questi soci ("dormienti" o disinteressati come dir si voglia) non hanno intenzione di fare sport, facciano comunicazione di cessione delle quote. Se ci fossero persone nell'altro gruppo che non si sentono rappresentati, lo facciano sapere, ne diano comunicazione. I restanti dieci soci mantengono la stessa linea. Non deve passare il concetto che a causa di uno (quale è Occhipinti) se si deve fare un passaggio di proprietà, salti tutto. L'85% se è disposto a cedere è parte dominante e può decidere

Riprende parola, su questo punto, Occhipinti che ulteriormente chiarisce cosa è successo in estate:

Quando si parlò di Vinci, io potevo rimanere in estate come socio di minoranza col mio 15%, d'altronde sono la parte minoritaria ora che mi hanno nominato amministratore unico.... Perchè avere addossato la colpa a me? Sono caduto nel tranello di aver risposto: "Vinci con la situazione attuale lo portate voi", il compromesso consisteva che io dovevo cedere le quote gratis.... Io mi metto da parte, posso cedere anche l'intero mio pacchetto a patto che lo cedono anche loro gratuitamente. Ma gli altri? Ancora pretendono di restare in società per avere versato solo 3,500€ nel 2010 per l'unione di due dirigenze? Siamo fermi alla costituzione di quella SRL in data 22 giugno 2010. Sono state fatte altre quattro convocazioni, invitando i soci a mettere, oppure a finanziare come prestiti la società, ma non c'è stato nessuno che abbia versato altre quote. Nessuno è mai venuto. C'è anche chi verbalmente ha espresso la volontà di fuoriuscire dal sodalizio. Lo ha fatto per 10 volte, dicendo: "Io me ne esco"! Attendo ancora la lettera, però lo stesso si presenta come "maggioranza". Di questo passo c'è solo la morte del calcio in città. Questa società così come si presenta e viene intesa, e come legittimamente, in passato, volevate sapere la ragione di perchè in tutto questo tempo (primavera 2012 l'ultima volta) non avete mai presentato i bilanci e finanche siamo stati inadempienti in sede di bilancio, rispondo che nelle varie gestioni ci sono state pezze giustificative, documenti mai arrivati in uno studio che può fare consulenza o che può chiudere il bilancio, o i bilanci. Questa società, ora come ora, deve andare in liquidazione per essere sostituita da un'altra, ma sappiamo che se la portiamo in liquidazione ora si perde il titolo sportivo. Questo è quanto scritto sullo statuto della Federazione. Così, la costituzione di una nuova SRL era un passaggio obbligato centrando l'obiettivo di salvare il salvabile. Se qualcuno decidesse di portare in tribunale tutti i registri, da domani non c'è più motivo di allenarsi, siamo tutti a casa

Un collega rivolge una domanda al dimissionario amministratore e chiede se la società incorresse nel rischio di andare in fallimento, ecco la risposta:

No, il fallimento si presenta quando l'avvocato appura un disavanzo che ammonta a una certa cifra.

La parola passa a capitan Maltese che parla da rappresentante di squadra e in nome degli altri compagni, annuncia:

Ad oggi, se abbiamo compiuto qualcosa è stato solo e soltanto per la città di Marsala cercando di remare tutti dalla stessa parte. Se permane ancora questa situazione e così stando le cose domenica la squadra non scende in campo: questo è poco ma sicuro. Con una squadra piena zeppa di ragazzini abbiamo fatto sempre bella figura impegnandoci, e ci stava che potevamo anche fare zero punti. Però, come tutti i miei compagni, preferivo sentirmi dire che fino a dicembre la situazione era precaria e non potevate adempiere ai costi di gestione. Invece, non so se per paura o per testardaggine, è stato promesso altro e che dovevamo stare tranquilli.

Il Marsala è a un bivio. Per quanto concerne le questioni di campo, se i propositi venissero seguiti dalle azioni a Campofranco, nella prossima gara di campionato valevole per la 7^giornata di andata del torneo Eccellenza Sicilia, gli azzurri non dovrebbero poter scendere in campo, collezionando la prima rinuncia. Alla terza consecutiva, secondo le normative vigenti, c'è lo spettro della radiazione. Il Marsala calcio grida aiuto.

Emanuele Giacalone 

twitter.com/Emanuele_G90