Probabilmente sarà il solito copione: lamentele degli operatori, paroloni inutili dei politici, strafalcioni, un po' di tensione ogni tanto, molta noia. Oggi il consiglio comunale di Trapani si riunisce in seduta straordinaria e aperta per dibattere della situazione delicata che vive l'aeroporto di Trapani "Vincenzo Florio", dato che c'è grande incertezza sulla futura permanenza di Ryanair. Vero è che, da Renzi a Delrio, tutti i big della politica che sono venuti in provincia di Trapani, hanno rassicurato sull'attenzione del governo per il territorio, ma ai più sono sembrate parole di circostanza per strappare qualche Si al prossimo referendum che un vero e proprio impegno politico o governativo. Anche perché la grande assente, nel dibattito, è la Regione Siciliana, che è quella che da socia di maggioranza dell'Airgest Spa, la società che gestisce lo scalo, dovrebbe scucire fuori i soldi.
La seduta straordinaria del consiglio comunale di Trapani è stata convocata dal presidente Peppe Bianco, su proposta della conferenza dei capigruppo a sua volta stimolata da cinque consiglieri. Comincerà alle 10,30 a Palazzo Cavarretta. Sono stati invitati i sindaci di tutta la provincia (per il Comune di Trapani anche gli ex sindaci) con i presidenti dei rispettivi consigli comunali, i parlamentari nazionali e regionali espressi dal territorio, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta e la sua giunta, i vertici delle Associazioni di categoria, della Camera di Commercio e dell’Airgest. C'è da sperare soltanto che venga qualcuno, davvero, dalla Regione, in grado di prendere impegni seri e concreti. I Comuni, nel loro piccolo, stanno facendo la loro parte. Qualche giorno fa 18 Sindaci hanno anche firmato un documento comune nel quale si dicono pronti a continuare ad uscire i soldi - tre milioni di euro l'anno solo loro - per fare rimanere Ryanair a Birgi. Ma chiedono che la Regione esca la differenza (Airgest è sommersa dai debiti e non può più fare fronte) e chiedono soprattutto una strategia, dato che quest'anno per Birgi si chiuderà con meno passeggeri del previsto, anche meno di quando c'era la guerra in Libia. Per ora si va avanti con un contratto di co - marketing (soldi per la pubblicità nel sito di Ryanair in cambio dei voli della compagnia irlandese) firmato per conto di tutti Comuni, dalla Camera di Commercio di Trapani nel 2014. Il contratto scade nel Marzo del 2017, e doveva essere, in teoria, già rinnovato, ma non si sa nulla. Da Ryanair rassicurano che non se ne andranno, e la compagnia low - cost elogia spesso il Sud e la Sicilia in particolare, ma la prospettiva è che Ryanair rimanga solo con pochi voli nazionali di routine (Milano, Roma, Torino...), eliminando quei voli internazionali che invece sono fondamentali per l'economia turistica della provincia di Trapani. Il problema, al momento, è che non si capisce neanche chi debba firmare questo nuovo contratto: la Camera di Commercio di Trapani ormai è sulla via della liquidazione, perché verrà accorpata alle altre della Sicilia Occidentale; e il Libero Consorzio di Trapani, che i Sindaci vedono come organo ovviamente di sintesi e di rappresentatività del territorio, è ancora commissariato e lo sarà fino alle elezioni di Febbraio. I sindaci chiedono al Libero Consorzio di sbloccare intanto 2 milioni e 400 mila euro che sono a disposizione come "ristoro" per la chiusura dell'aeroporto a causa della guerra in Libia nel 2011. Questi soldi permetterebbero quantomeno una proroga di un anno dell'accordo, in attesa di capire meglio il da farsi. Ryanair comunque non vuole sentire parlare di proroghe. Fonti interne all'azienda dicono che la deadline è fine Novembre, cioè tra una settimana. Entro questo mese bisogna firmare il contratto, se no è probabile che cominceranno le cancellazioni progressive dei voli, come tra l'altro già in sordina sta avvenendo, dato che Trapani ha perso le più succulenti (dal punto di vista dell'incoming) tratte internazionali verso il Nord Europa, la Spagna, la Francia e l'Inghilterra.