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05/12/2016 20:45:00

Non c'è il boom di prenotazioni alberghiere in Sicilia per il ponte dell'Immacolata

 Nessuna corsa alle prenotazioni per il ponte dell’Immacolata in Sicilia. Il primo lungo week-end, assaggio delle vacanze natalizie ormai alle porte, non fa tirare un sospiro di sollievo agli albergatori isolani. “Non abbiamo prenotazioni da tutto esaurito” spiega all’AdnKronos Nicola Farruggio, vice presidente di Federalberghi Sicilia e presidente di Federalberghi Palermo. Insomma un ponte in chiaroscuro con alberghi e B&B ben lontani da un boom di presenze. A scegliere l’Isola per qualche giorno di relax sarà sopratutto chi in Sicilia già vive. “I siciliani approfitteranno del lungo ponte per concedersi qualche gita fuori porta alla scoperta di angoli della regione ancora non conosciuti” spiega il numero uno degli albergatori palermitani. Restano al palo, invece, le presenze di stranieri e di italiani provenienti da altre regioni. Un forfait che, però, non rappresenta una novità. “E’ un trend che si va consolidando negli ultimi anni, una costante che registriamo ormai da un po’ di tempo” dice Farruggio. Anche se secondo l’indagine dell’osservatorio di Volagratis, la Sicilia è nella top 3 degli italiani per gli spostamenti interni. Per la sosta prenatalizia Catania e Palermo restano le mete preferite e le tratte più gettonate sono quelle che collegano Milano a Catania e Palermo con costi medi di 106 e 78 euro. Decisamente più rosee, invece, le previsioni per il Capodanno. “La Sicilia è tra le destinazioni più desiderate per trascorrere gli ultimi giorni dell’anno e per quel periodo ci aspettiamo buoni risultati dopo un novembre decisamente deludente” spiega il vice presidente di Federalberghi Sicilia. A confermare il boom dell’Isola ci sono i numeri, che nel capoluogo siciliano, ad esempio, fanno registrare un tasso di occupazione delle camere dell’80 per cento. Ma l’asticella delle presenze potrebbe anche alzarsi a ridosso delle festività natalizie. “Il fenomeno del last minute negli ultimi anni è parecchio gettonato e molti aspettano a prenotare magari per approfittare di offerte e sconti” spiega. Palermo, Catania e Taormina restano le mete più ambite, anche se, avverte Farruggio, “cresce il Sud-Est e i piccoli borghi che hanno sempre maggiore appeal“. Riscoperti soprattutto dai siciliani, alla ricerca di luoghi della tradizione nell’entroterra dell’Isola. Nell’anno d’oro del turismo siciliano restano, però, i problemi strutturali del settore. Gap storici che bloccano la volata del comparto. “Stiamo vivendo un periodo positivo – ammette il numero uno degli albergatori palermitani -. Il 2016 si chiuderà con 16 milioni di presenze annue, un dato in crescita ma ancora basso. Un incremento ridicolo soprattutto considerando le potenzialità dell’Isola. Destinazioni con un decimo del nostro patrimonio registrano performance di gran lunga migliori delle nostre“. Colpa di “costi proibitivi” sul fronte dei collegamenti, perché, denuncia Farruggio, “spesso per raggiungere la Sicilia con l’aereo si spende più che per altre destinazioni europee, impiegando talvolta anche un giorno intero“. Ma colpa anche di una programmazione a lungo termine che stenta a decollare. “Andiamo a braccio, invece il turismo ha bisogno di una programmazione costante, slegata dall’instabilità politica dei vari governi. Il momento favorevole che stiamo vivendo, anche grazie alle crisi dell’area del Mediterraneo, non è ancora stato colto come un’opportunità su cui costruire. Se non riusciremo ad approfittare di questa chance, il boom di questi anni lascerà ben poco“. Ed essere competitivi significa per Farruggio anche spingere verso una destagionalizzazione dell’offerta. “La maggior parte degli eventi in Sicilia si concentra da maggio a ottobre – spiega – con un calendario di iniziative che ci hanno consentito di consolidare le presenze turistiche in questo periodo dell’anno. Adesso, però, bisogna lavorare sui mesi invernali, sulla bassa stagione con manifestazioni in grado di attrarre turisti. Anche perché se aumentano i flussi anche le compagnie aree saranno spinte a mantenere le rotte verso la Sicilia“. “A Palermo, ad esempio, storicamente manca una programmazione natalizia – dice ancora -. Quest’anno stiamo puntando molto su un’iniziativa, lo Street Food Fest, ma lavorando sotto data non siamo riusciti a costruire un’offerta di prodotto. L’auspicio è che manifestazioni come questa diventino un appuntamento annuale e che vengano promosse non solo a livello locale“. Perché conclude Farruggio “il ‘desiderio di Sicilia’ aumenta, il brand funziona ed è forte, ma adesso bisogna lavorare per renderlo accessibile a tutti e appetibile“.