Gli enti di formazione professionale ammessi a finanziamento sono 81; i progetti in totale 199. Ecco alcuni numeri dell’Avviso 8, il maxi-bando sui fondi della Regione alla formazione professionale in Sicilia. Ieri il dipartimento guidato da Gianni Silvia ha reso nota la graduatoria definitiva, che venerdì verrà pubblicata in Gazzetta ufficiale. Oggi gli enti accreditati non sono più di 600. Nel 2012, prima che il governo Crocetta mettesse mano al settore, se ne contavano 1.964. I sopravvissuti allo “tsunami” fatto di inchieste giudiziarie, interventi della Regione (leggasi revoca accreditamenti) e riduzione dei fondi stanziati, oggi si si dividono una “torta” da 136 milioni di euro. A tanto ammonta il budget dell’Avviso 8. Graduatoria alla mano, la “fetta” più grossa tocca al Cerf, ente al quale andranno circa 11 milioni di euro. Seguono il Cesifop di Palermo (7,5 milioni), l’Istituto di Studi e Ricerche Economiche e Sociali di Palermo (7,2 milioni), la Logos di Comiso (7 milioni), l’Iripa di Palermo (6 milioni), l’Istituto di studi e ricerche economiche e s ociali di Palermo (7,2 milioni) e la Logos di Comiso.
Escluso dalla graduatoria l’Aram, ente della “galassia Genovese” (assieme ad Ancol e Lumen), per cui la Regione ha rigettato l’istanza di accreditamento. Par un altro ente storico, l’Anfe, è scattata la procedura di sospensione dopo che l’inchiesta “Dirty Training” ha travolto il presidente Paolo Genco. Fuori da tempo, tra gli altri, Ial e Cefop, che da colossi del settore sono arrivati al fallimento.
La “manciugghia” (per dirla alla Crocetta) è finita? L’assessore alla Formazione professionale, Bruno Marziano, è convinto di sì. «Non c’è più spazio – dice – per i vecchi vizi. Abbiamo ereditato un settore sovradimensionato e scollegato col mercato del lavoro. Adesso si apre una nuova stagione». Ma quali strumenti ci sono oggi per stabilire con oggettività se la formazione in Sicilia non è più ad uso dei formatori (e degli speculatori), ma realmente forma figure professionali in grado di produrre occupazione? «Nell’Avviso 8 – risponde Marziano – è previsto un monitoraggio che ha due obiettivi principali: verificare se c’è un aumento dei posti di lavoro e un incremento della qualità del sapere. In quest’ultimo caso, indipendentemente dal fatto se un ragazzo trova o meno lavoro, si valuterà se rispetto al titolo di studio di base ha migliorato le sue competenze. Finora – sottolinea Marziano – un lavoro del genere con rigore scientifico non si è mai fatto».
Capitolo lavoratori. I sindacati dopo la pubblicazione della graduatoria hanno subito alzato la voce, lamentando l’assenza di garanzie per i lavoratori e il rischio di nuove assunzioni in previsione della prossima campagna elettorale. «Con la riproposizione in Finanziaria dell’articolo che impegna gli enti a selezionare i lavoratori dall’albo – conclude Marziano – mi sono intestato una battaglia dei sindacati. Condivido le loro preoccupazioni, per questo abbiamo stanziato 1,5 milioni per i controlli che i carabinieri faranno sul rispetto del contratto, sulle norme per l’accreditamento e previdenziali. Con i 31 milioni inseriti in Finanziaria e la quota di attività che non partiranno, contiamo di recuperare altri 20 progetti. Ciò significa far lavorare più persone rispetto alle 3.500 previste».
LO SCIUTO. Giovanni Lo Sciuto protesta per la penalizzazione di Enti del Trapanese e chiede interventi all’assessorato di competenza, anche per il personale
“In provincia di Trapani, quasi scomparsa la formazione professionale!” l’amara constatazione è di Giovanni Lo Sciuto che recrimina sui contenuti della pubblicazione odierna della lista degli enti ammessi ai finanziamenti dell’Avviso 8. “Dei 176 progetti ammessi a finanziamento – riprende il deputato regionale Ncd – pochissimi interessano il Trapanese. Così come altre province e fra queste Siracusa la nostra provincia è pesantemente penalizzata da questa graduatoria. Per questo, mi appello alla sensibilità dell’assessore Bruno Marziano affinché vengano attivati diversi corsi in queste zone non abbastanza rappresentate a che si possa garantire ai disoccupati il diritto a un futuro professionale e, nello stesso tempo, il personale degli enti rimasti esclusi”. “Sarò vigile – conclude il vicepresidente della Quinta Commissione – affinché questi obiettivi vengano raggiunti e si inneschino dei positivi automatismi per il futuro”.