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03/02/2017 19:10:00

Come e quando si dovrebbe andare a votare

di Leonardo Agate -   L'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo la scoppola dell'esito del referendum costituzionale, ha detto che si sarebbe ritirato dall'agone politico e si sarebbe dedicato agli studi. Idea condivisibile. Senonché ci ha ripensato e se n'é uscito con una nuova dichiarazione pubblica in cui sostiene che in un paese civile non si va al voto anticipato, ma si aspetta la naturale scadenza elettorale.
Da quello che hanno detto i telegiornali e scritto i giornali, non mi risulta che al primo posto delle preoccupazioni dell'ex presidente ci sia con quale legge andare a votare. Sembra solo che voglia prolungare fino alla scadenza naturale dell'anno venturo la fine della legislatura.
Ammesso, e non concesso, che questo Parlamento possa durare fino alla sua scadenza naturale, per più di un anno ancora, il problema fondamentale resta la legge elettorale, cioè il modo come si dovranno eleggere i nuovi deputati e senatori.
Oggi abbiamo due leggi diverse per l'elezione delle due Camere, tutte e due riviste dalla Corte Costituzionale. Ma la Corte Costituzionale non può sostituirsi al Parlamento nella formulazione delle leggi, e difatti ha solo parzialmente eliminato, con la sentenza del 24 gennaio scorso per la Camera e con l'altra del 2014 per il Senato, quelle parti incostituzionali delle due leggi elettorali sottoposte al suo vaglio. L'ha fatto in modo che quel che é rimasto delle due leggi possa essere usato per votare. Di più non poteva fare.
Se si andasse a votare con le due leggi riviste dalla Corte Costituzionale, si potrebbe avere l'elezione dei deputati con un sistema maggioritario e si avrebbe l'elezione dei senatori con un sistema proporzionale. Questo potrebbe dare, a Camera e Senato, maggioranze di segno opposto, con le naturali conseguenze di ingovernabilità. Per evitare il grosso inconveniente si dovrebbe: o eliminare il premio di maggioranza alla Camera o estenderlo pure al Senato.
Il sistema proporzionale non é il Diavolo, tanto vero che il nostro Paese é stato rappresentato per oltre quarant'anni da un Parlamento di eletti con il sistema proporzionale. Con quelle norme elettorali, l'Italia divenne, nei primi vent'anni dopo la disastrosa guerra, il quinto paese più industrializzato del mondo. Ci fu il cosiddetto boom economico.
Inoltre, se si votasse con l'Italicum rivisto dalla consulta, resterebbero per la Camera un centinaio di capilista bloccati, cioè nominati dai partiti e subiti dagli elettori indipendentemente dal loro voto ad altri candidati. Ciò costituisce una violazione della sovranità popolare, a norma della Carta costituzionale che tutti invocano a proposito e a sproposito.
In un paese normale, come lo vorrebbe l'ex presidente Napolitano, il Parlamento dovrebbe eliminare dal testo dell'Italicum, rivisto dalla Corte Costituzionale, i capilista bloccati, che contrastano con i poteri del popolo sovrano. Dovrebbe anche mettere una soglia di sbarramento uguale per Camera e Senato, in modo da evitare che piccole liste, che rappresentano percentuali minime degli interessi nazionali, abbiano minime rappresentanze parlamentari. I voti delle liste che non superassero la soglia di sbarramento potrebbero essere distribuiti proporzionalmente alle altre liste. Fatti questi piccoli ritocchi alle due leggi riviste dalla Corte Costituzionale, si potrebbe, anzi si dovrebbe, andare alle urne anche prima della scadenza naturale della legislatura, considerato pure che l'attuale Camera é stata eletta con una legge successivamente dichiarata incostituzionale.