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05/02/2017 08:00:00

Gabriele Di Pietra, un artista semplice come solo i grandi possono esserlo

A proposito di artisti a Marsala, ne ho visto uno all’opera, un musicista. Suona uno strumento piuttosto singolare, una sorta di proto-chitarra medievale, che ha un nome ben preciso: il liuto. Appassionarsi alla musica a quattro anni denota un evidente predisposizione, quello che noi chiamiamo dono di natura, ma non è tanto del talento musicale che vorrei parlare, per quello c’è il suo curriculum. Madre natura si è proprio allargata con questo ragazzo, oltre ad essere bravo è straordinariamente intelligente, garbato, disinvolto, bello e modesto (quest’ultima dote non è richiesta in certi ambiti). Ho assistito ad un concerto organizzato da lui, tenuto all’interno di un negozio che vende tappeti, quelli pregiati badate bene. Una location originale e suggestiva, capace di accogliere un’ottantina di persone comodamente sedute e, come se non bastasse, si sono svolti due turni per poter accontentare tutti. Non avevo mai partecipato ad uno spettacolo di questo genere, lo confesso, e se non avessi ricevuto l’invito direttamente dall’artista, non mi sarei mai sognata di andare a sentire un repertorio di musica medievale e barocca. La mia ritrosia verso questo genere è ampiamente confortata da un’ignoranza  certificabile. Mettiamola così, il primo brano mi ha incantato, il secondo l’ho trovato piacevole, il terzo piuttosto simile agli altri due e da lì in poi mi sono persa, ossia non sono più riuscita ad apprezzare la differenza tra un brano e l’altro. Per buona parte dello spettacolo si è esibita l’illustre insegnante del nostro giovane musicista, ma è arrivato anche il suo turno e nonostante, ribadisco, la mia incapacità di apprezzare oltre un tempo breve questo genere musicale, ebbene, sono rimasta incantata. Guardandolo ho compreso il senso profondo di una strofa di De Andrè… è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra. Ecco. Lo strumento che diventa parte del tuo corpo, che ti racconta  attraverso le vibrazioni che le tue dita sprigionano. Si chiama Gabriele Di Pietra, ha diciotto anni ed è un ragazzo spiritoso e piacevolissimo, sotto tutti i punti di vista. Sta finendo il liceo classico, studia, si diverte con i coetanei, è attento alle dinamiche artistiche della sua città, partecipa agli eventi con entusiasmo. Un ragazzo  semplice, virtù rara se intesa nella corretta accezione, semplice è chi si è sbarazzato delle cose inutili e solo i grandi lo possono essere.

Katia Regina