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06/02/2017 06:15:00

Massimo Ombra: "Questa estate iniziamo i lavori del Marina di Marsala. Un'opera epocale"

Massimo Ombra, imprenditore marsalese, "Deus ex machina" del Marina di Marsala. Siamo nel 2017, cerchiamo di capire a che punto siamo per il futuro porto di Marsala. Da quanti anni lavorate a questo progetto?

Noi abbiamo iniziato a lavorare nel 2008 e nel 2009 abbiamo presentato il progetto secondo la legge Burlando.

Sono passati quasi 9 anni, la domanda che tutti si fanno rispetto a questa grande infrastruttura è, cosa succede adesso?

Sebbene in maniera silente rispetto alla stampa, stiamo lavorando ogni giorno alacremente sul porto, siamo con la Regione ormai agli sgoccioli per la firma dell’atto formale di concessione. L’atto che consente di venire in possesso delle aree.

Perché voi per ora sapete che sono vostre, ma ancora non ufficialmente?

Noi abbiamo firmato con il sindaco Di Girolamo e il Presidente della Regione Crocetta un accordo di programma che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’accordo di programma ha fatto si che diventasse vigente il nuovo piano regolatore del porto. Dopo di che c’è l’atto formale di concessione che si basa sull’accordo di programma ma che regola il rapporto tra il concessionario e la Regione e ci dà in concessione le aree.

Ci sono dei limiti temporali?

Ci sono dei limiti di tempo in realtà già passati, ma di fatto, firmato questo entro trenta giorni entriamo in possesso delle aree. L’obiettivo che ci siamo dati con la Regione è quello che per fine febbraio termineremo l’accordo formale di concessione, una volta entrati in possesso delle aree abbiamo sei mesi per iniziare i lavori.

Sei mesi per iniziare, quindi possiamo assicurare che inizieranno entro il 2017?

Assolutamente sì. Inizieremo nel periodo estivo i lavori che, forse saranno poco visibili all’inizio, perché cominceranno con la creazione dei cassoni che poi verranno poggiati sul fondo del mare per creare la diga antemurale.

Ombra, il Marina di Marsala avrà una superficie di 316 mila metri quadri e 220 mila metri di acqua. La posa della prima pietra, dunque, entro l’estate. Quanto dureranno i lavori?

Sono due anni di lavori. Si comincia con tutta una serie di opere che sono esterne alla nostra concessione. Prima la diga foranea che consente di mettere in sicurezza l’intero bacino, dopo tutte quelle opere che consentiranno di spostare gli attuali operatori che sono nell’area destinata a noi nelle nuove aree di destinazione, e questi sono prevalentemente pescatori.

Ci ricorda a quanto ammonta la spesa per la realizzazione del porto?

L’importo di spesa ammonta a 48 milione e 600 mila euro.

Sono soldi che uscirete voi?

Questi sono soldi che usciremo noi, più ci sono altri interventi che non saranno a carico nostro.

Rimaniamo sui 48 milioni. Ci spieghi, cosa avrete voi in cambio?

Noi spendiamo questi soldi per avere questa porzione del bacino portuale con una concessione di 70 anni. La gestione di tutti i servizi che ci sono all’interno del porto sarà affidata a noi, e noi in cambio faremo l'investimento.

Tutto questo è possibile grazie alla legge dello Stato fatta dall’ex ministro dei Trasporti Burlando?

Esatto, la legge Burlando consente ai privati di poter chiedere all’interno di porti o porti polifunzionali, o l’intero porto o una porzione dello stesso, come il nostro caso, quindi un approdo turistico, e fare attività imprenditoriale. Noi abbiamo sfruttato questa opportunità e così ci stiamo muovendo.

Ombra ci sono oltre ai vostri soldi, una parte di fondi pubblici, all’incirca 25 milioni di euro che serviranno per fare che cosa concretamente?

Noi ci siamo interfacciati con la Regione Sicilia, con la quale lavoriamo in piena sintonia, dopo i trascorsi che sappiamo. Adesso si lavora sia con il Genio Civile Opere Marittime che con la parte regionale delle infrastrutture, per andare a completare il nostro piano regolatore. Il piano che è vigente da fine agosto, primi di settembre, con il nostro intervento e con l’intervento del pubblico verrà realizzato al 100%. Il che vuol dire che si avrà, il raddoppio della carreggiata del lungomare, che diventerà importante perché si allargherà di 30/40 metri sul mare, con l’area pedonale e una pista ciclabile. Poi ci sarà il completamento di una diga foranea con un ulteriore prolungamento di altri 120 metri, quindi una banchina per le merci di tutto rispetto, lunga 320 metri. Verrà fatto il dragaggio del fondale per consentire una maggiore profondità sia per la parte dedicata alla pesca, sia alla zona delle imbarcazioni da diporto, e verrà riqualificata e consolidata tutta la zona del molo di ponente che porta alla lanterna rossa, che al momento si trova con dei buchi enormi.

Il tutto sarà fatto senza toccare la poseidonia?

Sì e le dico di più che il vecchio progetto pubblico di messa in sicurezza di cui parlava l’ex sindaco Giulia Adamo è stato bocciato. La VIA, la valutazione d’impatto ambientale è stata negativa e il ministero dell’Ambiente lo ha bocciato.

Ne abbiamo parlato per quanti anni di questa vicenda che ha avuto anche dei risvolti giudiziari?

Dal 2008, quando ho cominciato a progettare il Marina di Marsala, alla prima conferenza di servizi nel 2009 si presentò un fantomatico progetto di revisione della precedente diga antemurale e quindi il discorso della poseidonia. Tutto questo a distanza di otto, nove anni, è stato riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente che ha stoppato il tutto dicendo che quel progetto non è sostenibile.

Massimo Ombra, i pescatori che per ora sono in quell’area, dove andranno?

I pescatori che per ora sono nell’area del Margitello andranno nell’area del porticciolo attualmente occupata dal cantiere Polaris che si sposterà. In quell’aera verranno realizzati i magazzini della pesca e il mercato ittico. Sarà insomma un vero borgo della pesca. Ci saranno i cantieri della pesca, i magazzini dei pescatori, le loro imbarcazioni e il mercato del pesce.

In tutta questa progettualità si arricchisce solo Ombra o abbiamo delle ricadute economiche per la città?

Sono un imprenditore, considerando il tempo che ho dedicato a quest’opera e considerando che non ero disoccupato, sarebbe stato molto più congeniale per me continuare con le attività di famiglia e con le attività che mi danno attualmente sostentamento. La voglia di realizzare questo progetto è stata dettata dal fatto di dare una visione al territorio, di esprimere e attivare un volano che possa creare una prospettiva per questa città. Questo si traduce con circa 200 nuovi posti di lavoro diretti e 3000 di indotto. Il Marina di Marsala è un’opera, secondo me, epocale per il territorio ed è qualcosa che, con questo completamento programmato congiuntamente con la Regione consentirà di dare spazio a tutta l’imprenditoria che vuole investire su Marsala.

Quante richieste di lavoro ha ricevuto finora legate al porto di Marsala. Perché con la crisi che c’è sarebbe normale.

E’ chiaro che la gente vede una prospettiva per se, per i propri figli per quanto riguarda il porto. Io invito però le persone ad essere imprenditori di se stessi. Il porto non è un postificio, ma crea delle opportunità, dove se la gente vuole intraprendere, ha la possibilità di farlo. Quando parlo di tremila posti di indotto è perché crea delle occasioni imprenditoriali per potersi creare la propria attività. Da questo punto di vista la gente, piuttosto che cercare il posto, dovrà inventarsi dei lavori perché noi creiamo e portiamo il mercato.

Questo lo dice anche ai consiglieri comunali che l’hanno avvicinata, magari per suggerire qualcuno?

Devo dire che fino a questo momento non abbiamo avuto di questi abboccamenti e credo di non averne, perché l’opera è realmente troppo importante per sottometterla a giochi di basso livello.

Il riferimento è anche a questo. Lei ha detto che il Marina di Marsala sarà il fiore all’occhiello della portualità in Sicilia. Ci si chiede quanto la politica locale lo abbia capito. C’è la percezione dell’importanza di questa grande infrastruttura?

La politica deve riuscire a dialogare con quest’opera, facendo sposare l’esigenza del territorio con l’esigenza del porto. Questo vuol dire un piano regolatore che teneva conto di un porto esattamente ribaltato e che quindi adesso deve essere necessariamente adeguato, se non come piano regolatore come piano particolareggiato con un focus su quell’aerea. Il Marina di Marsala è un’opera invasiva che ha bisogno di dialogare e ha bisogno di interfacce precise e nette, e non bisogna sbagliare. Dobbiamo considerare che Marsala da Capo Boeo verso la parte sud ha una cinta di cantine e bagli che hanno sezionato la città con il porto. Molte di queste attività sono morte, è rimasta una area industriale preesistente, un’area fantasma e degradata che adesso va riprogrammata. Oggi ad esempio parcheggiare al lungomare è un problema, figuriamoci cosa potrà essere con il porto. L’amministrazione comunale ha il dovere e l’opportunità di programmare il territorio per far dialogare bene le esigenze della città.

Una curiosità, che fine ha fatto la vicenda dello stabilimento Bini, si sa che fa gola a molti, ma ancora non c’è nulla di certo?

E’ un’area importantissima, un’area strategica anche in ottica porto. Che mi risulti é ancora in asta fallimentare. Staremo a vedere.

Un’ultima cosa, che avete fatto con Invitalia, hanno fatto un comunicato strepitoso, come se vi danno i soldi per fare il porto.

Sì, ci hanno un po’ bruciato la notizia. Noi abbiamo presentato con la MYR e la MYRE, una è Marsala Yachting Resort e l’altra è Marsala Yachting Real Estate, la società con la quale stiamo facendo gli investimenti sul waterfront nella parte asciutta. Abbiamo presentato un contratto di sviluppo che finanzia aziende private, finanzia i grandi investimenti strategici superiori a venti milioni di euro, siamo riusciti ad entrare in questo finanziamento che ci dà 28 milioni di euro, 25 milioni per la MYR e 3 milioni per la MYRE, di cui la metà 12,5 milioni a fondo perduto e 12,5 milioni a tasso agevolato e questo per noi è importantissimo perché chiaramente ci aiuta nell’operazione dal punto di vista finanziario.