Pubblichiamo la lettera aperta al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale di Marsala:
Mi permetto di scrivere questa lettera aperta ai due destinatari, perché ritengo utile che i problemi gravi che vive attualmente il comparto agricolo, possano essere oggetto di confronto e presa di coscienza. Questa modestissima organizzazione di Petrosino, da un po’ di tempo si occupa di problematiche agricole, avvalendosi il più delle volte di esperti del settore, perché siamo convinti che nessuno di noi può sapere tutto. Il 27 Gennaio c.a. siamo riusciti a fare a Petrosino una delle più grandi assemblee di agricoltori degli ultimo 2O anni; con partecipazione numerosa, con argomenti ed interlocutori che hanno capito l'importanza e la gravità in cui versa il settore agricolo ed in particolare quello vitivinicolo. La città di Marsala, prima città della provincia e quinta città della Sicilia, capitale del vino, la cui economia poggia soprattutto su questo settore, non può rimanere in silenzio, difronte alla gravità dei problemi. Vorrei che si interpretassero i bisogni di questa categoria, il più delle volte mortificata e umiliata da norme e leggi, ma anche dai mercati, con prezzi che risalgono a 20 anni fa. Tanti agricoltori cominciano a valutare se ancora conviene continuare a coltivare i propri terreni, oppure abbandonarli o addirittura svenderli.
Ciò deve far riflettere molto, specie chi ha delle responsabilità politiche, spesso assenti, per non dire privi di conoscenza dei problemi gravi che attraversa il settore agricolo. L'invito che faccio alla politica marsalese e a quella provinciale, è quello di mettere nell'agenda di lavoro, con priorità assoluta, l'agricoltura; con impegni continui e costanti, con persone che hanno a cuore le sorti di questo settore e dell'intera economia. Non a caso molte attività economiche si trovano in difficoltà per la crisi che investe il settore agricolo. La nostra agricoltura non è seconda a nessuno; oggi in questa provincia si coltivano oltre 10 mila ettari di vigneto a biologico, tantissimi altri ettari di superficie in altre colture. C'è una capacità imprenditoriale seconda a nessuno, con giovani agricoltori e figli di agricoltori che hanno scommesso e vogliono scommettere in un'agricoltura moderna e innovativa. Per riuscire a fare ciò, occorrono interventi mirati al che: la nostra sia una provincia vicina ai mercati, non debbano esserci eccessivi costi per far giungere i nostri prodotti di qualità. Attualmente viviamo in un baratro, dopo che sono andati via circa 9000 ettari di vigneto di reimpianto verso il nord, portando ricchezza alle aziende del settentrione, che vendono il loro prodotto a prezzi molto alti e aumentano pure i loro valori patrimoniali. Di contro le nostre terre, diventano deserte con conseguenze ambientali ed idrogeologiche molto gravi.
Oggi non potendo più acquistare i diritti di reimpianto, acquisiscono i terreni attraverso compravendite o con affitti fittizi, per trasferire il diritto al reimpianto una volta estirpato il vigneto nelle loro zone di coltivazione. Tutto questo gli è consentito, è possibile farlo perché c’è una politica che non sa guardare e difendere il proprio territorio. Un altro problema che lacera gli agricoltori è quello di non poter più trasportare il trattore sul camion, davvero grave per le nostre aziende, la gran parte piccole e spesso frazionate che distano decine di KM dalla propria abitazione, con l'obbligo di avere un carrellone per trasportare il trattore. Quanti e chi si può permettere di comprare il carrellone con questi introiti miseri che riescono a percepire? E poi cosa succederebbe nelle nostre strade, se ciò avvenisse? Come si fa a non analizzare bene il territorio dove si vive? Un esempio: alla mattina quando si spostano decine di camion sulle strade principali che con l’aggiunta dei carrelloni occuperebbero chilometri di strada cosa succederebbe alla circolazione? Questi interrogativi hanno bisogno di risposte, altrimenti è facile pensare ad un disegno ben preciso da parte di qualcuno, ovvero quello di far chiudere l’importante economia agricola.Potrei continuare ad elencare altre difficoltà oggetto di discussione che riguardano in particolare il settore vitivinicolo. Mi fermo con la speranza che quanto detto, possa essere da stimolo, ma soprattutto che si possa aprire un dialogo volto a dare un segnale forte: questa non è una provincia vuota e inutile che non ha un'anima, ma un luogo governato da persone che vogliono comprendere e risolvere fino in fondo le difficoltà del mondo agricolo.
Il Responsabile C.I.A.
Enzo Maggio