Dare del "cretino" ad un avversario politico, non sempre è reato. E così il Sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, è stato assolto anche in appello dall'accusa di diffamazione. In appello aveva fatto ricorso Francesco Borghi, ex sottufficiale della Guardia di finanza, contro la sentenza di primo grado.
Già in primo grado, nel 2014, era stato riconosciuto al sindaco l'”esimente del diritto di critica politica”, nonostante la richiesta della pubblica accusa di una condanna alla pena pecuniaria di 1.500 euro.
La vicenda risale al 17 settembre del 2011 quando Francesco Borghi esortò il sindaco di Erice, la Giunta e il Consiglio comunale a sottoporsi ad un test antidroga. Nel corso di una intervista, rilasciata ad una emittente televisiva, Giacomo Tranchida aveva dato del “cretino” all'ex sottufficiale delle Fiamme gialle, aggiungendo: “Questo sarebbe da pigliare e sbatterlo dentro per la fine dei suoi giorni. Striscia come serpi, ma le serpi, essendo poi figlio di una cultura diciamo campagnola, alle serpi a me ha insegnato una cosa sola, come dire bisogna puntare alla testa e...schiacciare”.
Per il giudice non c'è reato ma anzi è c'è un “diritto di critica politica”.
Commenta il deputato regionale Nino Oddo, con ironia: "E' una decisione importante perche' certamente aiutera' a svelenire il clima della imminente campagna elettorale, invitando tutti ad una maggiore sobrieta'..."