di Leonardo Agate - Si racconta di un antico generale che, accampato col suo esercito, attendeva lo scontro con l'esercito nemico, che sarebbe dovuto avanzare da nord est. La situazione strategica del generale era precaria, data l'entità delle truppe avversarie. Sennonché é arrivato un trafelato messaggero ad annunciargli che l'esercito avversario non veniva propriamente da nord est, ma aveva accerchiato tutto il loro campo a trecentosessanta gradi, ed avanzava celermente da tutte le parti. "Bene", fu la incredibile e lapidaria risposta del generale.
Questo aneddoto mi é venuto in mente ieri sera, quando ho visto in televisione la discussione e la votazione della mozione di sfiducia presentata in Senato dal M5S, e l'esito che la mozione é stata respinta con 161 voti contrari, 52 a favore e l'uscita dall'aula dei forzisti.
Il ministro sfiduciando, Luca Lotti, ha dichiarato che non intendeva dimettersi perché innocente riguardo alle accuse contenute nella mozione di sfiducia.
A parte l'esito della votazione, largamente prevedibile, la ricostruzione dei fatti mi sembra opportuna per dare ragione di quell'aneddoto.
Nell'ambito di una inchiesta sugli appalti dell'Ospedale Cardarelli di Napoli, la procura aggancia un possibile affare di appalti truccati alla Consip, la centrale nazionale degli acquisti per la pubblica amministrazione, in particolare l'appalto di 2, 7 miliardi, per il quale é finito in carcere l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, accusato di aver corrotto il dirigente della Consip, Marco Gasparri, con 100.000 euro.
La procura di Roma, che ha ricevuto gli atti da quella di Napoli, indaga il ministro dello sport, Lotti, per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento. Secondo quanto riferito dall'amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, Lotti lo avrebbe avvisato delle indagini in corso.
Risultano indagati pure il comandante dell'arma dei carabinieri Del Sette e quello della legione toscana Saltalamacchia.
Per avere favori da Consip, Romeo, l'imprenditore in carcere, avrebbe tentato di avvicinare, tramite Carlo Russo renziano, Tiziano Renzi, babbo di Matteo, ex presidente del consiglio e segretario dimissionario del Pd. Attualmente Tiziano Renzi e Carlo Russo risultano indagati in concorso per traffico di influenze illecite.
Con la bocciatura in Senato della mozione di sfiducia presentata dal M5S, il ministro Lotti resta al suo posto. Anche l'ad di Consip, Marroni , resta al suo posto, poiché il ministro dell'economia, Padoan, non l'ha finora sfiduciato. La situazione appare strana, e certo provvisoria, anche se in questo paese le cose provvisorie sono le più durature.
Resta, per il principio del garantismo, il ministro dello sport, renziano a denominazione di origine controllata. Resta a dirigere la Consip l'accusatore del ministro, nominato dal governo Renzi. Resta al comando dell'arma dei carabinieri Del Sette, indagato, il cui incarico scaduto é stato rinnovato dal governo Gentiloni. Il ministro, accusato da Marroni, non lo ha denunciano per calunnia. L'esito delle indagini giudiziarie e dei relativi processi potrà aversi tra anni, ma una cosa é attuale: o Marroni é un calunniatore o Lotti ha commesso reati. Chissà quando lo sapremo ufficialmente. Intanto, in questo paese del provvisorio che dura, il possibile reo di calunnia e il possibile reo per rivelazione di segreto e favoreggiamento, continueranno a dirigere, il primo, la più grande impresa appaltante e l'altro lo sport.
Certo il presidente del consiglio, Gentiloni, avverte che la situazione del suo governo peggiora. I rischi di carattere giudiziario, politico e morale sono aumentati di livello, ma non sembra che lui voglia prendere alcuna iniziativa. Non ci meraviglieremmo se anche lui desse la stessa risposta, "Bene", di quel generale alla notizia che il suo esercito era completamente accerchiato.