Ho letto con molta attenzione il Vostro articolo di oggi dal titolo “Marsala, “Sturiano querela Tp24.it – Quando la stampa è libera, ogni potente butta la maschera”. Ebbene, non volendo entrare assolutamente in considerazioni di carattere meramente giudiziario e per le quali ho dato mandato al mio legale di tutelarmi davanti al giudice, mi preme, a difesa della mia onorabilità e correttezza, fare alcune precisazioni.
Sarò anche “piccolo, piccolino”, come vengo descritto nell’articolo, ma certamente non ho mai buttato la maschera. Chi mi conosce sa benissimo che sono stato sempre “diretto” e mai ipocrita. La mia storia è inconfutabile. Non le ho mai mandate a dire, ma al contrario ho sempre detto e fatto quello che penso. Evidentemente, se per due ‘consiliature’ sono riuscito ad avere il consenso delle due diverse maggioranze consiliari ci sarà anche un motivo: la fiducia che tanti consiglieri ripongono sulla persona del sottoscritto e sulla sua grande correttezza.
Circa i rapporti con gli organi di informazione, mi onoro di averli sempre intrattenuti in maniera corretta ed ottimale… anche quando non sono mancate le critiche. Un fatto però è criticare, un altro porre in essere un vero e proprio attacco mediatico, facendo intendere chissà quali scorrettezze e addirittura reati. Quel novembre del 2015, quando mi recai nella sede di Ecomondo, lo feci a mie spese e con la mia autovettura. Pur essendo la seconda carica istituzionale della Città, non ho mai voluto beneficiare di eventuali servizi che la stessa mi avrebbe consentito. La Vostra “teoria del sospetto” (siete molto bravi a farlo) non mi è proprio andata giù.
Del resto, ricordo bene che nell’intervista telefonica da Rimini fattami da Francesco Appari lo stesso giorno della mia visita ad Ecomondo e durata ben 25 minuti, lo stesso giornalista non accennò minimamente alla questione di come mi fossi recato nella città emiliana, né tantomeno a carico di chi fossero state le spese. Perche? Sarà stata malafede? E allora: non venite a fare i sapientoni. Mi tacciate di bullismo. Non credete invece che proprio il
Vostro atteggiamento e la vostra facilità di penna siano più malevoli dei miei atteggiamenti, talvolta dettati magari da attacchi ritenuti ingiusti e immeritevoli.
Sono onorato, infine, quando se ne presentò la necessità, di avere indetto un Consiglio Comunale “aperto” sulla libertà di stampa in città. Lo rifarei cento volte. Credo infatti che ognuno abbia diritto di esprimere le proprie opinioni, abbia diritto a criticare. Ciò però deve essere fatto nel rispetto di ogni comportamento democratico, senza offendere e ledere la moralità degli altri o insinuare argomentazioni e tesi che non stanno né in cielo, né in terra.
Confidando e riponendo piena fiducia nell’operato della giustizia, respingo ogni ulteriore accusa mossami oggi nell’articolo sopra indicato e La invito, ai sensi e per gli effetti della Legge sulla Stampa, a darne diffusione con lo stesso risalto nella Sua testata giornalistica.
Vincenzo Sturiano
Il Presidente del Consiglio poteva essere meno prolisso e scrivere: fate l'informazione scomoda, ma fatela con gli altri, vi prego. Sarebbe stato più efficace. Purtroppo Vincenzo Sturiano crede di poter fare con noi come fa con il Pd: un po' entra, un po' esce, un po' dice una cosa, un po' smentisce. Solo che noi non facciamo politica, facciamo informazione. A livello locale, fare informazione, cercare di farla bene, significa anche sollevare dubbi legittimi, sulla trasparenza di tutto ciò che è "cosa" pubblica, e sull'operato di tutti coloro che esercitano una forma di potere, anche piccolo. E' un esercizio di laicità, che diventa ancora più importante in un contesto in cui invece la regola quotidiana è non fare domande, ammiccare, sorridere. Tant'è che appena uno fa una domanda, subito ci si lamenta dell' "attacco mediatico". Noi abbiamo sollevato dei dubbi sull'operato del Presidente del Consiglio Comunale di Marsala, senza mai adombrare a reati o scorrettezze, ma solo ad aspetti di opportunità, peraltro emersi anche in altre sedi. Se un limite abbiamo è che questo tipo di operazione dovremmo farla più spesso, e non solo con Sturiano: chiedere di mogli e parenti sistemati in cooperative, ad esempio, di piani di lottizzazione con priorità anomale, e altra roba simile.
Nel caso specifico, invece, Sturiano se la sente, non risponde nel merito, non chiarisce, non replica sul punto, ma fa telefonate allusive (erano minacce? non si capisce...), poi fa l'amicone, poi querela, si oppone alla richiesta di archiviazione, replica, continua a non rispondere, si dichiara vittima di chissà quali trame. Fa ammuina. Qui non si tratta di essere diretti, si tratta di altro, evidentemente. E' anche così che si costruisce una carriera politica. Ma non si cresce. Si rimane, negli aspetti delle relazioni, dei comportamenti, vittima di se stessi, di questo giocare al ribasso pur di continuare, appunto, ad avere un po' di potere, cambiare maschere a seconda della convenienza, come si cambia partito, d'altronde.
Non si scoraggi il Presidente Sturiano, segua la sua strada (o stradella, dato che si dà del "piccolo, piccolino"....) ha tutte le carte in regola per continuare a fare carriera politica e un giorno diventerà sindaco della città. Se lo merita. Ce lo meritiamo. Ce lo meritiamo Sturiano, eccome se ce lo meritiamo.
Giacomo Di Girolamo