Avete mai provato a guardare le nuvole del cielo che corrono verso sogni ormai passati, che inseguono speranze tramontate, spinte dal vento verso il sud dove si spegne la luce del pensiero nella fissità del tutto immutabile, dell’ineluttabile declino, madre dell’indifferenza stanca dell’apatia di uomini nati morti che girano attorno al nulla bestemmiando operosità e progetti nel languore di città sepolte dall’accettazione del niente quotidiano?
Avete mai pensato che il vento che spinge quelle nuvole è forza vitale animatrice che invita a correre e cercare, ad animare volontà ed azioni verso il nord del pensare che animi progetti di futuro capaci di produrre movimento a scacciare il torpore delittuoso quotidiano padre e madre del declino profondo del sud nel quale paesi, borghi e città dormono il sonno profondo uguale del tempo che non cambia, della storia che si ferma a quel che fu nel crollo di monumenti muti di lapidi corrose e stinte?
Avete mai pensato che ad ogni nuova primavera rifioriscono speranze di progetti lontano dal profondo sud dove il tempo s’è fermato, dove intelligenze e volontà più non collaborano al vivere civile ma al contrario chiuse rimangono in un esecrabile privato palazzinaro a molti piani tra i quali non ci si conosce o ci si ignora vivendo mortale egoistico isolamento?
Avete più guardato ai pubblici consessi, alle camere decisionali, alle stanze dei bottoni dove blaterano prepotenti le terze file della società senza idee, senza progetti, senza voli di pensiero che valgano a fermare il declino del mio sud, del mio povero sud di città e paesi e borghi che parlano solo di glorie ormai tramontate sul rovinio dell’abulia umana, condanna di ogni cambiamento che rilanci progresso delle terre che furono canto e poesia quando grandi e volitivi furono uomini e donne di questo sud che ora è senza slancio e senza amori e stancamente volge al tramonto senza più movimento?
Furono i primi un tempo, e primati si chiamarono, i governanti delle città, dei paesi, dei borghi e pure degli Stati. Fu la borghesia intellettuale animata dal pensiero e anelante di produrre rinnovamenti con idee e con progetti che onorò politica nelle amministrazioni e seppe cosa dire e cosa fare per pregressa capacità acquisita nelle professioni, nelle arti, nei mestieri, nel lavoro faticoso di campagna. Furono liberali governanti, senza remunerazione né avidità di guadagno anche disonesto, e mai mestieranti disoccupati della vita a cercarsi le poltrone dell'impiego nell'amministrazione pagata, di città, di paesi, di borghi ed anche di Nazioni, sconosciuti spesso alle operose moltitudini che vivono di fatica quotidiana nell’arte da ciascuno praticata.
Mai le nuvole che corrono nel cielo guarderanno con rispetto gli sfaccendati della vita che lavoro hanno trovato nelle stanze dei bottoni; che nulla erano e nulla sono e, impotenti correndo qua e là come canne al vento, vivono un potere inutile nelle città languenti, nei paesi assonnati, nei borghi solitari, nelle nazioni avvilite da ladronerie e millantata onestà che non resiste alle prove del tempo.
Ma le nuvole continuano a correre nel cielo verso il nord di ogni speranza mentre il malaffare e l’impotenza tentano invano di fermarle cercando sempre, giorno dopo giorno, l’utile personale indifferente ad ogni universale declino.
Eppure il sole continuerà a sorgere e a tramontare e il vento, ancora e sempre, trascinerà le nuvole del cielo e forse, prima o poi, cambierà direzione e le spingerà verso un nord di rinnovate speranze e di buoni propositi di rinascita culturale e umana, onesta e volitiva nel ritorno all’antico desiderio di operare per la collettività con altruistica gratuità, offerta del proprio tempo. Non pagato per professione.
11-III-2017
Gioacchino Aldo Ruggieri