Per la prima volta in Italia, il Tribunale di Pordenone ha accolto il ricorso di due legali che hanno chiesto l'autorizzazione alla trascrizione nei registri immobiliari di un passaggio di proprietà nell'ambito di una pratica di negoziazione assistita tra due coniugi in fase di separazione. Il provvedimento, giudicato 'epocale', estromette di fatto la figura del notaio, non più indispensabile per questi atti. A redigere il ricorso sono state le avvocatesse Maria Antonia Pili e Graziella Cantiello, entrambe dell'Aiaf.
Il caso, che farà giurisprudenza, è relativo a due ex coniugi di Fontanafredda (Pordenone) che hanno scelto l'istituto della negoziazione assistita per procedere con la separazione. Dopo essere giunti a un accordo, la pratica per la cessione di un immobile dal marito in favore della moglie si era fermata alla Conservatoria dei registri immobiliari dove era ritenuta indispensabile la garanzia o l'autenticazione del notaio.
Le avvocatesse Pili e Cantiello hanno proposto ricorso al Tribunale di Pordenone, presieduto da Gaetano Appierto, che in seduta collegiale ha accolto la richiesta: ora il Conservatore sarà obbligato a trascrivere il passaggio di proprietà nei registri immobiliari senza coinvolgere un notaio.
La replica dei notai: "Il nostro ruolo è essenziale"
Vito Guglielmi, segretario del Consiglio nazionale del Notariato, rivendica il ruolo dei notai. "Il Notariato attende di conoscere le
motivazioni che hanno determinato il Tribunale di Pordenone ad assumere la decisione in oggetto, a fronte di un dettato normativo che chiaramente attribuisce solo ai pubblici ufficiali, e quindi al Notaio, la competenza a regolamentare i trasferimenti immobiliari nell'ambito della procedura della negoziazione assistita", scrive in una nota. "La figura del notaio, pubblico ufficiale soggetto a continui controlli da parte dello Stato, è essenziale e imprescindibile per garantire e preservare la completezza e la correttezza dei dati contenuti nei detti registri", aggiunge.