Si è tenuta ieri a Marsala al Complesso Monumentale San Pietro la conferenza programmatica sul Piano Paesaggistico che riguarda in particolare il nostro territorio. Dei divieti che il piano comporterebbe in maniera preponderante nel versante nord della città di Marsala ne abbiamo parlato in un precedente articolo, ieri.
La conferenza è stata molto partecipata, la sala conferenze era stracolma di professionisti dei vari ordini professionali che sentono lesa la propria professione con l’adozione di questo Piano.
Il Sindaco, in apertura dei lavori, ha più volte sostenuto come sia necessario preservare e tutelare l’ambiente ma non si può bloccare lo sviluppo economico della città. In verità i problemi della disoccupazione giovanile e della crisi del comparto edilizio non passano solo ed esclusivamente dall’adozione di questo piano ma affondano le loro criticità in assenza di programmazione di politiche per l’occupazione giovanile e per la relativa imprenditoria non solo a livello regionale ma nazionale.
I consiglieri comunali erano quasi tutti presenti ma qualcuno di loro borbotta che la colpa di quanto successo è della politica, come dargli torto. Non è possibile che la città tutta si sia svegliata, una mattina, con un Piano Paesaggistico venuto dal nulla, perché non è così.
Presenti ad illustrare il Piano Paola Misuraca per la Soprintendenza , Michele Buffa per l’assessorato regionale ai Beni Culturali. L’architetto Misuraca ha indicato le peculiarità del Piano nel dettaglio chiarendo che non ci possono essere pregiudiziali per lo stesso né tantomeno deve passare il messaggio secondo cui la Soprintendenza vuole bloccare lo sviluppo dei territori.
Il Piano Paesaggistico recepisce una serie di norme e di vincoli che sono già presenti sul territorio che provengono, a loro volta, dall’assessorato regionale ai Beni Culturali, così come recepisce tutti i vincoli dell’ex legge Galasso. I vincoli applicati sono anche quelli di naturale ambientale dettati dalla presenza di parchi, secche, zone umide. Nel Piano poi sono state individuate delle aree a cui è stato riconosciuto un particolare valore paesaggistico. Il Piano prevede 4 livelli di tutela, nel primo si indica che tutto quello che comporta una modifica dei luoghi passa dalla valutazione della Soprintendenza. Il livello maggiormente discusso è il 2 dal quale si evince che verranno vietate le varianti urbanistiche pensando ad uno sviluppo che deve avvenire per via rurale. Il livello 3 tiene conto delle criticità di porzioni di territorio, così ad esempio alla Riserva Orientata dello Stagnone si sovrappongono i vincoli già esistenti. Allo Stagnone non sarà possibile costruire nessun stabilimento balneare, purtuttavia non c’è volontà di bloccare lo sport del kitesurf ma, come ha aggiunto la Misuraca, c’è necessità che l’istituzione metta per iscritto, e mandi alla Soprintendenza, che a Marsala si intende sviluppare questo tipo di sport.
Perché tutti questi vincoli? Per porre rimedio ad anni di aggressione che tutte le aree hanno subito.
Così anche il livello 4 pone proprio la tutela del territorio con la previsione di zone di recupero che riguardano il paesaggio costiero; il vincolo alle aree si è reso necessario per la troppa poca tutela che in decenni non si è attuata.
E’ il dirigente dell’assessorato regionale, Michele Buffa, che chiarisce i percorsi amministrativi del Piano divisi nella fase dell’adozione del Piano e quella, successiva, dell’approvazione. Da una fase all’altra ci sono gli Enti Locali che agiscono con le loro determinazioni in merito al Piano e alla sua esplicabilità sul territorio.
Le osservazioni dei Comuni, dice Buffa, quasi sempre vengono accolte dall’assessorato regionale, difatti di queste osservazioni si terrà conto nel decreto di attuazione e durante la fase che vive adesso il Piano valgono per tutti le norme di salvaguardia.
C’è da dire che questo Piano Paesaggistico è uno dei pochi che ancora la Regione applicherà in virtù del fatto che già in altre province i Piani sono tutti in approvazione. In questa fase, quindi, di osservazione, il Piano può essere modellato e calato meglio sul territorio. L’Europa tutta si muove sullo sviluppo ecosostenibile, questo è l’indirizzo comune diffuso. Al centro del Piano c’è la riqualificazione degli agglomerati urbani cercando di dare qualità a quelle cose che la qualità l’hanno persa.
Il regime autorizzatorio sulle aree come quella dello Stagnone non cambia, cambia, invece, sulle aree verdi-agricole e hanno il fine di tutelare le specificità delle aree agricole mantenendole in vita.
Buffa affronta il problema delle serre che ha messo in allarme la categoria degli agricoltori e rassicura tutti dicendo che il divieto delle serre è stato un errore materiale e che pertanto verrà corretto, gli agricoltori possono stare sereni perché la costruzione di nuove serre non è vietata. Le serre di fatto costituiscono una economia importante di tutto il territorio.
La fase di osservazione pertanto consentirà al Comune di Marsala di presentare le proprie, di osservazioni e, se ritenute meritevoli, verranno calate nel Piano.
Il dibattito si è aperto con le rimostranze dei professionisti secondo cui il Piano li bloccherebbe nella loro attività professionale.
Le rassicurazioni sono arrivate anche dalla politica che ha preso un impegno serio nel presentare le osservazioni all’assessore regionale.
Niente mozione con richiesta di sospensiva del Piano per come aveva sostenuto il deputato Paolo Ruggirello, durante lo scorso consiglio comunale aperto ma presentazione di osservazioni e integrazione del Piano.
Di seguito la dichiarazione della deputata PD, Antonella Milazzo:
“ Ringrazio la dottoressa Misuraca e il dottore Buffa per la disponibilità all’ascolto e alla fattiva collaborazione. Come è stato evidenziato durante l’incontro il Piano Paesaggistico presenta delle evidenti incongruenze che devono essere urgentemente superate. Ho chiesto che le indispensabili correzioni vengano recepite con un decreto assessoriale immediatamente efficace, senza dover aspettare l’iter delle osservazioni. Solo così sarà possibile agire realmente nell’interesse del territorio coniugando tutela e sviluppo. Nei prossimi giorni, insieme all’Amministrazione comunale, incontrerò l’assessore regionale per discutere di modifiche che la città ritiene indispensabili”.
Abbiamo chiesto anche all’ex assessore Benny Musillami che ci ha fatto una breve cronostoria:
“L’Amministrazione Adamo di allora ha presentato una relazione di concertazione , inviata con delibera di Giunta alla Soprintendenza e al consiglio comunale di allora, la stessa relazione è stata ripresa e ampliata dall’attuale Giunta e l’hanno anche migliorata un po’, il consiglio comunale avrebbe dovuto mandare la stessa relazione con i loro suggerimenti alla Soprintendenza però nel 2012 ci fu uno stop di tutti i Piani Paesistici in Sicilia perché si rese necessario il passaggio per la valutazione dell’impatto ambientale. In ogni caso la delibera con le osservazioni è stata mandata alla Soprintendenza che ne ha preso atto e ha calato il 20% delle osservazioni fatte , il consiglio comunale di allora fu stoppato dalla regione stessa per la valutazione ambientale, da lì non ci su nessun altro tipo di incontro per fare concertazione, i Comuni non furono più chiamati. Dobbiamo muoverci tutti per far dotare la nostra città di un piano paesistico intelligente e strutturato bene per il nostro sviluppo”.