di Leonardo Agate - Come un lampo a ciel sereno é arrivata la notizia dell'approvazione regionale del piano paesaggistico, pubblicato nella gazzetta ufficiale il 14 febbraio. Il consiglio comunale é stato convocato il 16 marzo, in seduta aperta, dal presidente Sturiano. Si é discusso del contenuto del piano e delle sue conseguenze sull'economia. Tra gli altri erano presenti i rappresentanti degli ordini professionali legati all'edilizia e all'agricoltura. Presenti anche il comandante del porto, la rappresentante di Legambiente Petrosino - Marsala, Letizia Pipitone, il rappresentante del WWF, Gaspare Barraco. Il dirigente Francesco Patti ha illustrato le schede del piano.
A parte il parere positivo sul piano espresso dalla rappresentante di Legambiente, tutti gli altri sono stati critici, manifestando il timore o la certezza che il piano blocchi pericolosamente lo sviluppo economico. Uguale timore ha circolato negli ambienti cittadini e di tutte le contrade.
Per le ore dieci di sabato scorso é stata indetta una conferenza sul piano, cui hanno partecipato amministratori, funzionari, politici e tanta gente quanto non riusciva a contenere la sala - conferenze del complesso di San Pietro. Volendo andare a sentire la conferenza, recatomi a san Pietro non sono potuto entrare nella sala già piena, ed ho sostato nel cortile laterale, senza sentire un'acca di quello che dentro dicevano. Nel cortile, come me, stava tanta gente in sparsi gruppetti. Al gruppetto, di cui facevo parte, si é avvicinato un signore, dall'aspetto bruno e asciutto di agricoltore, il quale ha affermato che bisognerebbe fare una rivoluzione. Non mi sembra un'incitazione alla violenza, ma solo una rabbia espressa nel modo rude di chi si sente preso in giro.
Che in Sicilia, e nella nostra provincia, ci sia un problema di natura paesaggistica, nessuno lo può negare. Che la regione voglia mettere più vincoli sulle attività interessanti il territorio, sembra cosa corretta. Ma dagli umori che si sono sentiti in città, e dalle notizie della stampa, sembra che i vincoli calati nel piano vadano oltre una corretta regolamentazione. Appaiono a tutti, o quasi, un'aberrazione.
Per dare un giudizio sul piano, che vada oltre le impressioni, bisognerebbe leggere l'intero documento, che é composto da alcune centinaia di pagine, con grafici. Bisognerebbe essere anche tecnici e specialisti per capirlo. Penso che molti tecnici l'abbiano letto, e l'abbiano capito, nonostante abbia sentito tecnici dire che tante disposizioni del piano sono di difficile interpretazione, come é uso ormai in molti documenti e leggi. Intanto, il piano approvato avrebbe fatto scattare la norma di salvaguardia. Per chi non é addetto ai lavori, questo vuol dire che, se anche il piano potrà essere migliorato, in seguito alle osservazioni dei comuni, intanto bloccherebbe quello che prima era libero.
Conosciamo la lentezza delle procedure della pubblica amministrazione, e chissà quanto tempo resterà operativa la norma di salvaguardia, in attesa del migliorando piano.
Il piano, prima di essere emanato dalla regione, ha avuto un lungo percorso, come si conviene a uno strumento paesaggistico di tale mole e importanza.
Il sindaco, Alberto Di Girolamo, in apertura dei lavori, ha sostenuto che l'ambiente deve essere tutelato, ma si deve pure tener conto dello sviluppo economico della città. Sante parole!
L'ex assessore comunale, Benny Musillami, ha dichiarato che l'amministrazione Adamo, di cui lui faceva parte, ben prima del 2012 inviò una relazione di concertazione, approvata dalla giunta, alla soprintendenza e al consiglio comunale. Il consiglio comunale avrebbe dovuto far propria la relazione di giunta e spedirla di nuovo. La prevista procedura dell'impatto ambientale, ha ritardato l'invio della relativa delibera consiliare, che alla fine é avvenuto. Il 20% delle osservazioni prodotte dal comune furono calate nel piano. Ma é troppo poco: il piano deve essere ancora modificato nell'interesse dei cittadini.
La deputata regionale Antonella Milazzo ha ringraziato, da parte sua, la fattiva collaborazione che avrebbero dimostrato la dottoressa Paola Misuraca della soprintendenza e il dirigente regionale Michele Buffa. Ha anche dichiarato che nei prossimi giorni intenderà incontrare l'assessore regionale per discutere delle modifiche da apportare al piano. Sembra quindi che si sia iniziato il percorso necessario per disinnescare la notizia - bomba dell'approvazione del mostruoso piano paesaggistico
Resta da chiedersi come mai, dal 2012, il comune, fatto di politici e funzionari stipendiati, non si sia più fattivamente interessato al completamento del piano, che é arrivato da Palermo come batosta imprevista.
Collegata alla precedente domanda, resta da chiedersi ancora come mai il comune non ha ancora approvato il piano regolatore generale, il cui obbligo di approvazione risale niente di meno che al 1942, quando fu approvata la legge urbanistica, 75 anni fa.