C'è una signora a Marsala, Monica Micozzi, che con la madre accudisce i cani che trova per strada. Per ora ne ha una trentina, ma ci sono stati tempi in qui ne ha avuto anche quaranta. Fin qui è una bella storia, che intenerisce il cuore. Succede che però la signora di cani ne ha un po' troppi, e che nessuno sa in che condizioni li tenga, anche perchè il suo "rifugio" è abusivo, ai sensi di legge. Si sa che sta dalle parti di Contrada Giunchi - vicino la stazione della Spagnola - nella periferia nord di Marsala, che lì, in una capanna di legno e paglia - come nella fiaba dei Tre porcellini - stanno alcuni cani (una trentina, è l'ultimo aggiornamento). Domenica sera faceva freschetto. La signora, Monica Micozzi, accende la stufa. Dopo un po' la capanna prende fuoco. Muoiono alcuni cani, per l'esattezza tre. E' lei stessa a dare l'annuncio su Facebook, chiamando a raccolta da tutta Italia gli animalisti che cominciano a fare le loro donazioni: chi dieci, chi cinquanta, chi cento euro. Poi c'è chi porta fragole, chi carciofi, chi tavoli, perchè la solidarietà riguarda anche la signora e la madre che stanno in condizioni di estremo disagio. "Ringrazio tutta l'Italia e l'Europa" dice lei.
Su questa vicenda c'è qualcosa che non è chiaro. Primo, perchè non si capisce a che titolo la signora Micozzi tenga tutti questi cani. Va bene l'amore per gli animali, ma a tutto c'è un limite. Anche perchè tenere tanti cani, in una capanna, accendere loro una stufa, con tutte le conseguenze che ne sono derivate, non è esattamente un comportamento responsabile. E invece di alimentarlo bisgnerebbe che le autorità competenti, facciano qualcosa. Già ieri c'erano l'Asp di Trapani e i vigili urbani per fare un sopralluogo.
Anche perchè, in queste vicende, la colpa è della stampa. In un ennesimo video postato ieri su Facebook la signora Micozzi se la prende con Tp24.it: "Siete persone subdole, false e ingiuriose" dice Micozzi, che annuncia querela. E poi se la prende, con toni violenti, con l'Oipa, l'associazione che a Marsala ha come punto di riferimento Milena Urso. L'Oipa, infatti, non ha mai approvato la scelta di questa persona, cioè della Micozzi, di accogliere i randagi del nostro territorio in un rifugio creato con aiuti economici chiesti a tutta Italia tramite video privati condivisi su un profilo facebook privato, un rifugio comunque pericoloso per la vita dei cani e anche per la vita umana delle due signore che vi abitano.
"Siamo consapevoli - dichiara Milena Urso - del fatto che la signora Micozzi è sicuramente amante dei cani e non trovando soluzioni con l’ausilio dell’Amministrazione Comunale e dell’ASP ha trovato questa sua soluzione, a nostro parere non ammissibile sia per la tutela degli animali che per l’igiene degli stessi Nessuno ha detto che lei maltratti i cani ma ci rendiamo conto che il suo amore l’ ha portata a soluzioni disperate che non sono razionali sia perché i piccoli branchi che si costituiscono possono litigare tra loro creando il ferimento o la morte di alcuni, sia perché un tot numero di cani, creando fastidio a chi nei dintorni non ama i cani, può portare l’avvelenamento da fonti esterne, sia per l’incidente successo, incidente che era sicuramente già preannunciato perché in Sicilia, se non fosse accaduto per la stufa di domenica , sarebbe accaduto comunque con una cicca di sigarette e le folate di vento di scirocco. Siamo certe che figlia e mamma hanno bisogno di aiuto da parte degli enti locali per il loro disagio e siamo altresì convinte che, per la tutela e il benessere degli animali, i cani non possono continuare a vivere lì. La rabbia nasce per le vittime innocenti , sicuramente non ne godiamo né per le vittime né per la situazione della Micozzi, ma non ci capacitiamo di chi continua ancora a mandare aiuti economici per ricostruire rifugi di quel tipo. Invece quei stessi soldi potrebbero essere utilizzati per trovare delle soluzioni più efficienti e a norma, nel rispetto delle vite umane e animali.
Ci chiediamo cosa il Signor Sindaco abbia intenzione di fare con queste due donne e i cani di loro proprietà visto che le “altre” associazioni hanno già provveduto a trasportare in luoghi sicuri i randagi. Chi chiediamo l’ASP che posizione prenderà in merito? Ci dispiace che la signora continui a non capire che non ce l’abbiamo con lei ed è inutile che continua ad attaccarci a livello personale. Amare gli animali significa proteggerli e se non si risolvono prima i propri disagi non si può essere nelle condizioni di aiutare gli altri al meglio. Gli sforzi economici di tanti sono finiti anch’essi in fumo e la tragedia poteva essere più grande con un numero maggiore di cani morti e delle vite umane presenti. Ci auguriamo che questo rifugio, semmai dovesse nascere, nasca seguendo le prescrizione di legge”.
Una cosa non ci è chiara, quando Milena Urso parla di altre associazioni che hanno trasportato altrove i cani randagi cosa significa? Quanti cani erano presenti realmente in quel rifugio? E dove sono adesso?